Ordine di custodia ai domiciliari per il senatore di Forza Italia Domenico De Siano (nella foto), che è anche il coordinatore regionale del partito di Silvio Berlusconi in Campania. E una nuova informazione di garanzia nei confronti del deputato dello stesso partito Luigi Cesaro, ex presidente della Provincia di Napoli. Sono gli atti della procura del capoluogo campano emessi nell’ambito di un’inchiesta per corruzione sugli appalti per la raccolta dei rifiuti a Ischia e in alcuni comuni del Napoletano, per fatti avvenuti nel 2010. Il senatore De Siano ha annunciato l’intenzione di “rinunciare alle prerogative da parlamentare” e di avre rimesso il mandato di coordinatore campano nelle mani di Berlusconi”.

Sono in tutto nove gli ordini di custodia cautelare, che toccano politici locali ischitani, funzionari comunali, dipendenti della sociatà Cite. Sono indagati per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti, reati contestati a vario titolo anche per singoli episodi. Le indagini sono partite dopo l’esposto di tre consiglieri comunale di Forio d’Ischia, poi si è estesa a Lacco Ameno e a Monte di Procida.

La squadra mobile di Napoli ha arrestato a Lacco Ameno (Ischia) Oscar Rumolo, collaboratore del senatore De Siano. Rumolo – finito ai domiciliari – è stato assunto dal Comune di Lacco Ameno quale responsabile del servizio finanziario e tributi e dal novembre scorso distaccato presso la commissione consiliare regionale della ‘Terra dei Fuochi’.

Rumolo – si legge in una nota della Procura di Napoli – è considerato dagli investigatori “longa manus e intermediario” di De Siano. Un episodio contestato riguarda il Comune di Monte di Procida e “l’indebito affidamento dell’appalto alla ditta Ego Eco” di Vittorio Ciummo (anche lui raggiunto da un ordine di custodia, ndr) , “mediante l’alterazione dei meccanismi di gara” a favore della ditta che sarebbe stata priva dei requisiti imposti dal bando. L’imprenditore avrebbe offerto a Rumolo e ad altri soggetti “somme di denaro” e altre “controprestazioni”. Compreso “l’impegno a efettuare i rifornimenti di carburante per gli automezzi dedicati al servizio della raccolta rifiuti presso una stazione di servizio appartenente a soggetto gradito a esponenti politici locali”. A Rumolo è contestato anche l’incasso di una presunta tangente da 30mila euro, più 5mila euro di sponsorizzazioni per la locale squadra di calcio, sempre dalla Ego Eco di Ciummo, per “illegittime proroghe del servizio” nel Comune di Lacco Ameno. De Siano e Rumolo, secondo gli inquirenti, sono intervenuto con modalità simili anche negli appalti di Forio d’Ischia, questa volta a favore della Cite, rappresentata da Carmine Gallo, anche lui raggiunto dal provvedimento.

La procura di Napoli delinea quindi un’associazione a delinquere il cui versante politico è rappresentato dal senatore De Siano e dal suo collaboratore Rumolo, e sottolinea la “diuturna attività di procacciamento di tesserati – anche falsi o oggetto di compravendita – operata da Rumolo in vista delle elezioni del 2012 al congresso provinciale della compagine politica cui appartiene De Siano, al fine di far apparire la corrente di quest’ultimo come la più votata all’interno del partito”. In questo ambito, a quanto si apprende, fa riferimento l’informazione di garanzia per Cesaro.

Oltre a Rumolo, Ciummo e Gallo, gli ordini di custodia hanno raggiunto Salvatore Antifono, già consigliere comunale di Torre del Greco, Vincenzo Rando, responsabile Ragioneria del Comune di Foria, Giulia di Matteo, segretario generale del Comune di Monte di Procida ed ex segretario generale del Comune di Lacco Ameno, il dipendente della Cite Carlo Savoia.

“Rimetto immediatamente nelle mani del presidente Berlusconi l’incarico di Coordinatore regionale del partito: non voglio in alcun modo che la mia vicenda possa essere oggetto di strumentalizzazione politica e danneggiare Forza Italia”, ha affermato De Siano. “Rinuncio a qualsiasi prerogativa parlamentare per poter essere giudicato, spero nei tempi più rapidi possibili, da cittadino comune”. Il senatore ha spiegato di non aver ricevuto gli atti “e pertanto non conosco nello specifico gli addebiti. So, però, che ho sempre ispirato il mio comportamento politico e istituzionale alla massima correttezza e per questo sono sereno e confido, come sempre, nel doveroso lavoro della magistratura”.

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