L’ex presidente della Lega Pro Mario Macalli sarebbe indagato dalla Procura di Roma per la cattiva gestione economica denunciata dall’ex sub commissario Dino Feliziani. La sua posizione non sarebbe l’unica al vaglio degli inquirenti, che indagano anche sulla Calcio Servizi srl, immobiliare e ‘cassaforte’ della Lega da oltre un anno al centro di una dura lotta per la governance.

Tutto quello di cui dubitano gli investigatori, guidati dal sostituto procuratore Alberto Liguori, era già stato descritto nella dettagliata relazione di Feliziani, nominato sub commissario della Lega Pro con delega al bilancio dopo la caduta di Macalli a causa della mancata approvazione del bilancio 2013/14. Feliziani evidenziava notevoli criticità – e aveva consigliato al commissario Tommaso Miele di contattare un legale per tentare di rivalersi – circa i compensi del consulente Giovanni Figoli (nonostante il suo contratto fosse scaduto nel 2008), il mancato aggiornamento a un decreto ministeriale del 2012 dei compensi del Collegio sindacale, la mancata comunicazione all’assemblea dell’atto di esecuzione forzata su Villa Raddi, sede della Lega Pro. Motivi per i quali la procura – secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport – valuta la sussistenza di reati come l’appropriazione indebita, il peculato e il falso in bilancio. Ma nell’inchiesta si scandagliano anche le spese ‘allegre’ per i legali e un’altra lunga lista di uscite riguardanti spostamenti, alloggi e cene dei dirigenti della terza lega del calcio italiano. Sessantaquattro pagine di appunti e oltre 280 di allegati – al vaglio anche della Procura di Napoli – delle quali ilfattoquotidiano.it aveva scritto a fine ottobre.

Lunedì gli uomini della Guardia di Finanza di Roma si sono recati negli uffici della Lega Pro e della Calcio Servizi – amministrata dallo stesso Macalli, da Guido Amico di Meane e Figoli – sequestrando centinaia di documenti che ora gli inquirenti stanno passando al setaccio per capire se oltre a Macalli, ex vice-presidente federale e fedelissimo di Tavecchio, ci sono altre figure che potrebbero essere coinvolte nei reati ipotizzati. Cosa ritenuta possibile, se non scontata, da persone vicine all’inchiesta. La Procura di Roma, tra l’altro, è in contatto con i colleghi di Napoli che indagano da giugno sulla presunta tentata estorsione di Claudio Lotito per le minacce che avrebbe rivolto all’ex dg dell’Ischia Pino Iodice proprio in riferimento all’appoggio di Macalli. Secondo quanto riferì Iodice a ilfattoquotidiano.it, Lotito avrebbe “minacciato di non erogare alle società i contributi che erano nelle casse della Lega Pro da diversi giorni e non sono stati distribuiti proprio perché attendeva di arrivare all’imminente scadenza del 16 (febbraio, nda), giorno dell’assemblea”.

Si trattava della riunione delle società per la discussione del bilancio poi riscritto da Feliziani. E approvato solo pochi giorni fa, dopo una lunga e aspra lotta in assemblea, non nella versione proposta dall’ex sub commissario ma in una terza voluta dal commissario Miele, criticato dallo stesso Feliziani (accuse respinte al mittente) nella lettera di dimissioni perché “nel corso del mio lavoro lei non si è mai reso disponibile ad ascoltarmi e ad esaminare le evidenze che via via emergevano – scriveva – nel frattempo, però, e la cosa era per inspiegabile, lei non lesinava tempo ed attenzione continue al dottor di Meane. Anche quella lettera è stata acquisita dalla Procura. E non è detto che le ragioni dello scontro non finiscano al vaglio degli inquirenti.

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