“I contributi che Lotito ha minacciato di bloccare erano nelle casse della Lega Pro da diversi giorni e non sono stati distribuiti proprio perché attendeva di arrivare all’imminente scadenza del 16, quando ci riuniremo in assemblea. Quando ho denunciato sono stati sbloccati per evitare che nascessero problemi”. Il direttore generale dell’Ischia, Pino Iodice, lo dice con fermezza. Perché “ho voluto abbattere questo muro di omertà che regna nel mondo del calcio. L’ho fatto con determinazione e conoscendo quali potrebbero essere le conseguenze. Ma me ne importa poco perché lo combatterò in tutte le sedi possibili”. Negli scorsi giorni sulle colonne de La Gazzetta dello Sport aveva accusato il presidente della Lazio Claudio Lotito di aver fatto pressioni per ottenere il supporto della società isolana nella battaglia che si sta combattendo in Lega Pro dopo la mancata approvazione del bilancio che ha portato a una ‘sfiducia di fatto’ del presidente Mario Macalli. Con ilfattoquotidiano.it racconta nei dettagli la sua versione delle telefonate che avrebbe ricevuto dal presidente della Lazio e della Salernitana, nonché consigliere federale. “Ho le prove per attestare quello che ho detto. Nel caso in cui lui dovesse citarmi in giudizio, mi potrò difendere. Anzi sono io che lo citerò in giudizio: sto preparando un dossier per la Procura federale che presenterò a giorni al procuratore Palazzi rispetto a questo suo modo di agire e a queste sue affermazioni gravissime che minano la solidità e la credibilità del calcio italiano”. Lotito aveva già risposto alle parole di Iodice: “Le accuse che mi attribuisce sono gravi e false, totalmente destituite di fondamento. Mi attribuiscono comportamenti mai tenuti e fuori dal mio modo di agire. Ne risponderà non solo in sede di giustizia sportiva, ma anche dinanzi a quella ordinaria”. Quando ilfattoquotidiano.it lo ha contattato per replicare alle accuse che Iodice ha avanzato nei suoi confronti, il numero uno della Lazio ha risposto “di aver già fatto una dichiarazione ufficiale, attenetevi a quella” e ha poi chiuso il telefono, nonostante il tentativo di spiegargli che Iodice ha circostanziato i fatti e le accuse.

Direttore, quando ha ricevuto la telefonata da Lotito?
Ci siamo sentiti più volte riguardo la situazione di impasse nella quale si trova la Lega Pro, anche domenica mattina prima della partita Salernitana-Ischia. Ha telefonato anche al nostro amministratore unico, il quale più volte gli ha manifestato il nostro orientamento rispetto alla politica gestionale della Lega Pro. Negli ultimi giorni lui ha più volte contattato me insistendo affinché mi facessi promotore nei confronti dell’amministratore per la sottoscrizione di un documento che supporterebbe l’attuale governance della Lega Pro.

Sul quale non siete d’accordo.
Esatto. Gliel’ho fatto presente e a quel punto mi ha detto categoricamente che se noi ci fossimo rifiutati di sottoscrivere il documento lui avrebbe fatto di tutto per non farci avere le contribuzioni federali. A quel punto gli ho chiesto: ‘Ma tu chi sei per poter fare tutto questo?’

E cosa le ha risposto Lotito?
Che in Lega Pro gestisce tutto lui e che non abbiamo capito che se non firmiamo il documento la lega morirà, le società avranno mille difficoltà e che non sarebbero arrivate le contribuzioni. Se invece avessimo firmato il documento, lui – e ha sottolineato lui – avrebbe fatto arrivare altri cinque milioni di euro dalla Figc per dare ossigeno alle società.

Sono accuse gravi, direttore.
Gravito da anni nel mondo professionistico, non ho mai condiviso la politica gestionale di Mario Macalli. Per questo ho inteso denunciare questo modo di comportarsi che non è assolutamente condiviso né da me né da altri presidenti che, e lo so perché ci parliamo, hanno patito questo suo modo di fare. Domenica mattina prima della partita c’è stato questo dialogo.

Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport lei denunciava anche che Lotito le avrebbe detto che l’assemblea di Lega Pro sarebbe stata convocata solo per sua decisione.
Confermo. E ha anche affermato che Carlo Tavecchio è stato eletto presidente della Federcalcio perché l’ha voluto lui. E che in seno all’assemblea delle società di Serie A lui è il più potente di tutti. E se ci fossimo affidati al suo volere ne avremmo tratto dei benefici.

Perché ha deciso di denunciare tutto questo?
Noi non siamo per questi compromessi, Lotito è l’uomo del compromesso. Vogliamo un calcio programmatico e pulito. Non possiamo piegarci a queste logiche che sono state palesi nell’elezione di Tavecchio. Noi ci siamo dissociati anche all’epoca. Ho voluto abbattere questo muro di omertà che regna nel mondo del calcio.

Nel senso che anche altre società avrebbe subito pressioni da Lotito per affiancarsi al fronte pro Macalli?
Sicuramente sì, lo ha detto pubblicamente anche il presidente del Grosseto Piero Camilli. C’è chi non ha il coraggio di farlo ma so bene che altri hanno subito le stesse pressioni.

L’ha contattata qualcuno in questi giorni?
Ho avuto la solidarietà di molte società che mi hanno confortato rispetto a una prospettiva di eventuali difficoltà per quanto sto dicendo. Si sono dette disponibili e pronte a sostenere le stesse cose che sto denunciando, nel momento in cui si dovesse arrivare in sede giudiziaria.

Nel frattempo però la Lega Pro ha reso noto di aver distribuito le quote relative al settore giovanile, che sono i contributi che Lotito avrebbe minacciato di bloccare.
I soldi erano nelle casse della Lega Pro da diversi giorni e non li distribuiva proprio perché attendeva di arrivare all’imminente scadenza del 16, quando ci riuniremo in assemblea. Macalli ha sempre gestito la Lega in questa maniera verticistica, con un metodo staliniano. Vuole tenere in pugno le società e lo fa gestendo i soldi. Quando ho denunciato per evitare che potessero nascere problemi hanno sbloccato tutto. Non è più possibile condividere questo modo di gestire la Lega che dovrebbe essere governata dai presidenti. C’è bisogno che si partecipi attivamente alla gestione di soldi che, è bene ricordarlo, sono pubblici.

Il presidente della Figc Tavecchio dice di non poter prendere provvedimenti finché non ci saranno dati certi e reali da tutte e due le parti.
Il suo immobilismo sta determinando una stagnazione in Lega Pro e sta minando la credibilità del calcio italiano in maniera indelebile. Siamo arrivati a un punto di non ritorno. Deve esserci necessariamente un intervento perché si risolva una situazione che ha dei contorni grotteschi.

Twitter: @AndreaTundo1

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