“I giudici tedeschi non danno esecuzione alle sentenze di condanna dei tribunali militari italiani nei confronti degli ex soldati nazisti. E si rifiutano anche di mandarli a processo in Germania”. L’ex procuratore militare della Spezia, Marco De Paolis, ora procuratore militare a Roma, accusa i colleghi tedeschi di inerzia. De Paolis aveva portato a processo decine di ex militari, ottenendo 57 condanne all’ergastolo, dieci della quali per la strage di Sant’Anna di Stazzema (nell’alta Versilia), il 12  agosto 1944, che costò la vita a centinaia di civili.

Procuratore Marco De Paolis, la Germania molto difficilmente processerà Gehrard Sommer, l’ufficiale della 16esima Divisione SS che l’Italia aveva condannato all’ergastolo, assieme a nove commilitoni, per la strage di Sant’Anna di Stazzema. La notizia la sorprende?
La vicenda è complessa ed è bene riassumerla. Gli ergastoli italiani erano stati confermati dalla Cassazione nel 2007. A seguito di questa sentenza definitiva era stata richiesta l’estradizione dei condannati, che tuttavia la Germania non concede mai se riguarda i suoi cittadini. Venne quindi richiesta l’esecuzione della sentenza dell’ergastolo in Germania, ma anche questa strada è risultata impraticabile. I giudici tedeschi hanno tergiversato e preso tempo, senza decidere se avviare un nuovo processo. Fino a che, e siamo all’oggi, dei dieci condannati non è rimasto in vita che Sommer, che ha quasi 94 anni e vive in una casa di riposo di Amburgo.

Il procuratore di Amburgo, Lutz Von Selle, ha scritto al sindaco di Sant’Anna che il processo difficilmente verrà celebrato. Una commissione medica deve stabilire se Sommer in ragione delle sue condizioni di salute è in grado di affrontarlo. E intanto il tempo passa.
Delle 57 condanne all’ergastolo decise dal tribunale militare della Spezia nessuna è mai stata eseguita in Germania, dove quasi mai sono stati celebrati processi a carico degli ex militari nazisti condannati in Italia per una serie di stragi di civili, avvenute in Toscana e Emilia Romagna nel 1944. Sant’Anna e Marzabotto sono soltanto le più gravi in termini di numeri di vittime. Tranne un caso che riguarda Marzabotto, in cui fu detto esplicitamente che non si sarebbe dato corso all’esecuzione della condanna all’ergastolo, i giudici tedeschi non hanno mai dichiarato di non voler istruire e celebrare i processi. Semplicemente non li hanno mai fatti.

Il caso di Sommer, forse uno degli ultimi superstiti fra i condannati, è dunque emblematico dell’atteggiamento delle autorità giudiziarie tedesche?
La Germania ha condotto le indagini sulla strage di Sant’Anna dal 2002 al 2014. Dodici anni, senza arrivare ad alcuna conclusione, fino alla decisione della Corte Suprema di Karlsruhe che ad agosto dell’anno scorso ha stabilito che il processo deve essere celebrato in Germania e lo ha assegnato al tribunale di Amburgo, perché Sommer ora risiede in quella città. In precedenza il procuratore generale di Stoccarda, Heussler, aveva deciso che non esistevano i presupposti per il processo e la sua sentenza era stata confermata dalla Procura generale, che aveva disposto l’archiviazione dell’inchiesta su Sant’Anna. Di fronte al ricorso presentato dai familiari delle vittime, anche la procura generale di Amburgo nel 2012 aveva confermato l’archiviazione. Soltanto nel 2014 la Corte Suprema di Karlsruhe aveva ribaltato il verdetto assegnando il fascicolo ad Amburgo per la celebrazione del processo. Che tuttavia ancora non è stato avviato e Sommer, a giugno compirà 94 anni…

All’operazione militare della 16esima Panzergrenadier Division SS a Sant’Anna parteciparono anche fascisti repubblichini?
Sì, lo attesta l’inchiesta condotta dai carabinieri nel ’46, che raccolse diverse testimonianze di abitanti del luogo che dissero di aver sentito alcuni dei soldati in mimetica parlare il dialetto versiliese. Si celebrò anche un processo, all’inizio degli anni Cinquanta, e ci furono delle condanne ma intervenne un’amnistia e i fascisti vennero liberati. E’ indubbio che senza la loro assistenza logistica i tedeschi avrebbero incontrato molte difficoltà a risalire di notte gli aspri costoni che portano alle case sparse di Sant’Anna. Anche la tesi secondo la quale l’operazione venne decisa per dare la caccia ai partigiani è stata smontata in sede processuale dalle testimonianze di autorevoli storici. Non c’erano bande partigiane la notte sul 12 agosto 1944 nella montagna sopra sant’Anna. L’azione fu decisa per terrorizzare le popolazioni e scoraggiarle a continuare a fornire aiuto e riparo ai partigiani. Fu condotta a sangue freddo e con la precisa determinazione di uccidere i civili. Tutti, donne e bambini compresi.

Ha notizia di processi celebrati in Germania a carico di ex militari nazisti?
Nei primissimi anni Duemila l’ex colonnello delle SS Friedrich Engel, comandante delle SA di Genova, già condannato all’ergastolo a Torino per le stragi della Benedicta, dell’Olivetta di Portofino, del Turchino e di Cravasco, venne processato ad Amburgo e condannato a sette anni di carcere. Ma la Corte Suprema annullò la condanna dichiarando prescritto il reato e Engel morì da uomo libero. Per la strage di Falzano di Cortona, all’ergastolo inflitto al maggiore Herbert Stommel e al tenente Josef Scheungraber (tuttora vivente, ha compiuto a settembre 96 anni, ndr) seguì la stessa condanna da parte del tribunale di Monaco di Baviera. Per la strage di Civitella Val di Chiana la procura di Stoccarda aveva rinviato a giudizio il sergente Siegfried Boettcher, che però era deceduto poco tempo dopo. Il suo commilitone, il sergente Max Milde nel 2011 era stato condannato all’ergastolo dal tribunale militare di Verona.

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