A venti giorni dal debutto del 730 precompilato per lavoratori dipendenti e pensionati, arriva la prima toppa dell’Agenzia delle Entrate su una delle tante problematiche emerse dalla più importante rivoluzione fiscale messa in atto dal Fisco: è stato lanciato un sito di informazione e assistenza per rendere meno oscuro questa nuova versione della dichiarazione dei redditi. Fino ad appena 48 ore fa, infatti, i pochi contribuenti che – avendo già chiare le modalità per scaricare il modello (si devono richiedere pin e password, con la prima parte che arriva online e l’altra metà dopo 2 settimane via posta) – sono andati sul sito delle Entrate, non hanno però trovato neanche un piccolo banner che parlasse di 730. E, solo facendo una ricerca sui motori di ricerca, si riusciva ad arrivare a una pagina dedicata.

A richiedere fortemente maggiore informazione sono sempre stati anche i Caf e i commercialisti sui quali rischia di pesare come un macigno questa nuova operazione, dal momento che se non si vuole dialogare a tu per tu con il Fisco, si può sempre scegliere di affidarsi a un intermediario fornendo una delega (che va fatta anche questa online). Ma, va sottolineato, quando si andrà nei centri di assistenza fiscale o dal professionista, oltre al concreto rischio di trovare file e caos, ci potrebbero anche essere tariffe più care.

Caf e commercialisti, infatti, dovendosi assumere in toto la responsabilità della dichiarazione, si faranno pagare di più anche per coprire le spese della polizza che scatterà nel caso di “visto di conformità infedele” ai 730 (per errori formali o nel calcolo delle detrazioni). E su questo punto, proprio nelle ultime ore, c’è stata anche una piccola svolta con la decisione delle Entrate (fatta propria dall’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) che, in caso di errore, gli importi dovuti da Caf e professionisti abbiano natura risarcitoria e non sanzionaroria. Motivazione che ha sbloccato l’impasse sulla stessa sottoscrizione delle polizze, visto che le società assicurative si erano rifiutate di elaborare dei prodotti ad hoc, partendo dal presupposto che la legge vieta di fornire copertura assicurativa sul pagamento di sanzioni amministrative.

La campagna di informazione del Fisco prevede anche un video su YouTube in cui si spiegano tutti i passaggi per compilare la dichiarazione fai da te e i vantaggi. “Il 730 – dice – te lo compila l’Agenzia delle Entrate e, se lo accetti senza modifiche, non dovrai più esibire le ricevute. Il fisco semplice: meno oneri e più certezze”.

Ma se le premesse per un cambiamento così epocale ci sono, la mancanza di tempo resta sempre il primo nemico da combattere, perché ad oggi le richieste di pin giunte alle Entrate sono appena 500mila su 20 milioni di dichiarazioni.

Inoltre, per pochissimi il 730 sarà realmente precompilato, dal momento che non ci sono le spese mediche e quelle per le ristrutturazioni e risparmio energetico partite lo scorso anno che vanno inserite dal contribuente. E, così, facendo si perde anche l’immunità dai controlli che, invece, resta valida solo per chi accetta il modello compilato dal fisco. Punto, quest’ultimo, spiegato nel vademecum prediposto sempre dall’Agenzie delle Entrate per chiarire i dubbi più frequenti dei contribuenti.

Secondo le previsioni dell’Agenzia il 72% dei modelli avrà bisogno di interventi, mentre solo 5,6 milioni di dichiarazioni potranno essere spedite così come sono. Ma sembrano numeri ottimistici, dal momento che, si legge nella relazione del 2014 sull’erosione fiscale, circa un contribuente su tre dei 40 milioni censiti chiede la detrazione delle spese mediche e sanitarie.

Insomma, un quadro che resta ancora molto complesso e che starebbe spingendo i Caf a chiedere un rinvio per il modello 730 precompilato, reputando assai difficile il rispetto della scadenza del 7 luglio. La richiesta è di far slittare la consegna di due settimane, ma non di più perché poi slitterebbero i conguagli nelle buste paga di luglio dei crediti (o debiti) risultanti proprio dal 730.

Articolo Precedente

Spesometro 2015, l’occhio del Fisco sulle operazioni Iva. I contribuenti coinvolti

next
Articolo Successivo

Fattura elettronica, scatta l’obbligo per 2 milioni di imprese che lavorano con la Pa

next