Brutte notizie per i fumatori. Lunedì sera il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto legislativo che prevede un riordino dell’accisa minima dei tabacchi a basso costo: per le sigarette fino a 4,40 euro a pacchetto, sarà portata a 170 euro al chilogrammo, mentre per i trinciati da rollare, passerà da 105,30 a 115 euro. Dal 1 gennaio quindi, i fumatori “low cost” potrebbero dover sborsare in media 20 centesimi in più per ogni pacco di sigarette o tabacco sfuso. Potranno optare per le sigarette elettroniche, che il governo ha invece deciso di tassare la metà di una “bionda normale”.

La precedente tassazione era stata oggetto di critiche sotto il profilo comunitario, per cui il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, aveva proposto un sistema fiscale più equo che portasse a un riposizionamento verso l’alto dei prodotti con prezzi più bassi e una variazione minima per le sigarette più costose. Oltre a dissuadere i consumatori dall’acquisto di tabacco, nell’ottica della preservazione della salute pubblica, il decreto mira ad aumentare il gettito per le casse dello Stato di 160 milioni, stando alle stime dei tecnici. A settembre però, la Commissione Finanze della Camera aveva respinto la proposta di un incremento dell’imposizione sul consumo dei tabacchi, in quanto, spiegavano, avrebbe comportato “una corrispondente flessione del gettito”.

Il decreto, che modifica una tassazione minima già oggetto di ripetute pronunce di disapplicazione, ha avuto stavolta parere favorevole dalle commissioni Finanze di Camera e Senato. La relatrice, Federica Chiavaroli di Ncd, ha detto che il testo è stato prodotto in un clima di collaborazione. Con ogni probabilità farà discutere, però, la revisione dell’accisa sulle sigarette elettroniche, dal 60% al 50% rispetto alle sigarette convenzionali. La diversa tassazione delle cosiddette e-cig, si giustificano in Commissione, dipende dalla loro minore nocività. Il decreto legislativo ha inoltre abbassato i requisiti di fatturato per i tabaccai nei paesi sotto i 2 mila abitanti e ha liberalizzato la vendita dei fiammiferi: chi possiede un magazzino su cui paga un’imposta di consumo, godrà di un corrispondente credito d’imposta.

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