“Molti Paesi stanno progettando riforme”, ma “anche l’implementazione è importante. Se hai la ricetta del medico ma poi non prendi la medicina, non aiuta”. Il commissario agli Affari economici Jyrki Katainenfuturo vicepresidente della Commissione con responsabilità su tutti i portafogli economici, colpisce ancora. Dopo il botta e risposta a distanza di venerdì con il premier Matteo Renzi sul ruolo di Bruxelles nel valutare se e quanto gli Stati della Ue “rispettano le promesse”, in conferenza stampa al termine della riunione dell’Ecofin il “falco” finlandese ha riconosciuto che l’agenda dell’esecutivo di Roma è “molto ambiziosa”. E che, “se tutto sarà fatto, l’economia italiana riceverà una spinta importante”. Ma ha anche espresso senza troppi giri di parole, con la metafora della “medicina” già usata in luglio, qualche perplessità sulla concreta attuazione delle misure messe in campo. 

 E l’ennesimo avvertimento di Katainen arriva poche ore dopo che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si è sostanzialmente schierato al suo fianco nella polemica con Renzi, affermando che il controllo europeo sulle riforme è “uno strumento utile, perché è un controllo reciproco tra i Paesi che da pari tra di loro si scambiano esperienze, quindi non è solo un elemento di disciplina ma anche un elemento di apprendimento”. Padoan, insomma, ha dato ragione a Katainen, che alle dichiarazioni del presidente del Consiglio convinto che “all’Italia non servano lezioni dall’Europa, quanto i 300 miliardi di finanziamenti messi in programma” aveva replicato: “La Commissione europea non è una maestra, ma valuta la coerenza delle promesse fatte dai Paesi“. 
 
La sintonia tra i due è stata confermata dall’ex premier di Helsinki, che ha riferito di aver avuto un “colloquio molto positivo” con Padoan. “Con l’Italia ci sono stati ottimi contatti, compreso un bilaterale. Il nostro ruolo come Commissione è quello di cooperare, il nostro mandato è quello di interpretare i trattati, ma i rapporti personali aiutano a capire le sfumature. E’ più facile che leggere un documento”. Del resto Katainen, intervistato da SkyTg24, ha anche smentito conflitti con il premier italiano: “Conosco il presidente Renzi, ho un rapporto di collaborazione molto buono” e “in realtà mi dispiace un po’ che ci sia stata una interpretazione negativa delle mie dichiarazioni” di venerdì.

Il cronoprogramma e il controllo di Bruxelles sulle riforme nazionali – Quanto alla diversità di vedute tra Renzi e Padoan, solo pochi giorni fa il ministro dell’Economia aveva chiarito di pensarla come il presidente della Bce Mario Draghi in merito alla necessità di dare più potere all’Unione europea sul coordinamento delle riforme. Una linea che sta guadagnando sempre più consenso a Bruxelles. La parola d’ordine è “cronoprogramma”. Ovvero: insieme alla legge di bilancio, che tutti i Paesi Ue devono inviare all’esame preventivo della Commissione entro il 15 ottobre, gli Stati dovranno recapitare un piano dettagliato con obiettivi e tempistica delle riforme. All’inizio del 2015, poi, la Ue esprimerà le sue prime valutazioni sullo stato di avanzamento degli impegni presi. E a primavera ci sarà un nuovo, più approfondito esame.  

Padoan: “Non c’è una data di scadenza per la singola riforma” – “Non c’è una data di scadenza per la singola riforma, c’è un calendario nazionale che va rispettato dai singoli governi”, ha detto però Padoan in conferenza stampa. “La credibilità è un elemento fondamentale in questo quadro di riforme istituzionali” ma “non c’è una deadline, c’è un urgenza nell’accelerare sulle riforme, quali che siano”. “Abbattere le tasse sul lavoro”, come emerso durante l’Eurogruppo venerdì, “è una priorità per l’Europa, come per l’Italia, ogni Paese lo farà in base alle sue possibilità e risorse. Noi continuiamo su quella strada”. Il ministro ha anche parlato della legge di Stabilità in fase di preparazione, sostenendo che “favorisce la crescita, aggredisce le cause della scarsa competitività e protegge le fasce più deboli, confermando i tagli di tasse che abbiamo già introdotto”.

Il piano per gli investimenti e i “nuovi strumenti” per finanziare la crescita – Quanto al tema centrale del vertice Ecofin, il rilancio dell’economia, Padoan ha spiegato che oggi “c’è un clima diverso in Europa, la crescita è la priorità di tutti”. Di conseguenza “il piatto forte della discussione è stato crescita, riforme strutturali e investimenti“, cioè i pilastri del centro del piano del semestre di presidenza italiano del Consiglio Ue“Si è discusso molto nel concreto” e “abbiamo dato mandato alla Commissione europea e alla Bei di predisporre rapidamente dei primi rapporti sulle misure concrete” da adottare. La Commissione e la Banca europea degli investimenti “già nel prossimo Ecofin” dovranno dare “dei suggerimenti per avviare politiche nazionali ed internazionali”. Con l’obiettivo di mettere effettivamente in campo qualcosa di concreto “in vista della presa di servizio della nuova Commissione”, all’inizio di novembre. La “via maestra per la crescita”, secondo Padoan, “sono più investimenti, soprattutto privati e anche pubblici nella loro funzione di catalizzatore dei privati”. Il ministro, che ha messo a punto un piano ad hoc basato su integrazione del mercato interno, un mix di investimenti pubblici e privati e riforme strutturali con monitoraggio delle iniziative nazionali in base a parametri di confronto prestabiliti, crede che un ruolo significativo possano svolgerlo i minibond, le obbligazioni emesse dalle piccole e medie imprese per le quali in Italia sono state introdotte misure ad hoc nel decreto Competitività di giugno. “Già nei mesi estivi si sono ottenuti risultati molto importanti. Sono state fatte emissioni per un miliardo di euro”, ha detto Padoan.

Visco: “Una riforma non risolve il problema” – Intanto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, parlando al Tg2 ha sottolineato che “l’Italia esce dai due giorni di Ecofin ed Eurogruppo a Milano “con i suoi problemi” e per far ripartire l’economia “serve sostanzialmente senso di responsabilità e una visione coerente”. Certo, “le riforme bisogna continuare a farle, ma poi non è che ognuna di queste può risolvere il problema, bisogna prenderle tutte nel loro insieme”. Il numero uno di via Nazionale ha poi ricordato che “vi è una forte discussione a livello europeo anche sull’importanza di confrontarsi e avere punti di riferimento su quello che funziona e quello che non funziona”. Insomma: quello “scambio di esperienze” a cui ha fatto riferimento Padoan. 

Katainen: “Nessun impegno scritto richiesto all’Italia” – In mattinata, arrivando alla riunione dei ministri dell’Economia dell’Eurozona, Katainen ha negato che la situazione italiana sia stata in qualche modo oggetto di valutazione e che stia arrivando la richiesta di nuovi impegni vincolanti, dopo l’allarme sul pareggio strutturale di bilancio lanciato dalla Bce nell’ultimo bollettino mensile. “No, che io sappia no, non abbiamo ancora valutato la situazione italiana”, ha detto. Anche il presidente dell’EurogruppoJeroen Dijsselbloem, pur ricordando che “tutti abbiamo impegni scritti, che si chiamano Patto di stabilità”, ha confermato che “nessun nuovo impegno scritto” è stato chiesto all’Italia. “Dobbiamo trovare il modo per generare più investimenti privati, tutti i Paesi che hanno margine di manovra nel bilancio dovrebbero considerare qual è l’investimento migliore nel loro Paese, può essere infrastrutture, ricerca e sviluppo, istruzione”.

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