Nove gironi, 53 squadre, oltre 500 partite da un capo all’altro del continente: la corsa verso Euro2016 è ufficialmente partita ieri con i primi match in calendario, e proseguirà per oltre un anno, fino agli spareggi previsti a novembre 2015. La prossima edizione degli Europei, organizzata dalla Francia, sarà anche la prima della storia a 24 squadre: la nuova formula è stata fortemente voluta dal presidente dell’Uefa Michel Platini, che da sempre lavora per un allargamento delle frontiere del calcio ai Paesi minori, e prevede la partecipazione di ben 8 squadre in più rispetto alle ultime edizioni.

Sarà un torneo diverso, molto meno selettivo nella fase a gironi (che prima erano spesso durissimi). E anche le qualificazioni cambiano radicalmente: se in passato si qualificava solo la prima di ogni gruppo, e le seconde andavano ai playoff, da quest’anno passano direttamente alla fase finale tutte le prime, le seconde e persino la migliore terza. Mentre le altre terze classificate disputeranno nel novembre 2015 gli spareggi. Ci sarà più spazio per tutti, dunque. Anche in tv, dove la Uefa ha pensato ad un nuovo calendario “spezzatino” (le partite vengono spalmate su orari e giorni diversi): l’obiettivo era dare maggiore visibilità agli incontri per avere un format più appetibile per le emittenti, così da incassare più soldi dalla vendita dei diritti; e infatti anche in Italia le qualificazioni verranno trasmesse per la prima volta da Sky.

Sul piano sportivo, invece, le nuova formula garantisce le “big”, che hanno il posto praticamente assicurato: sarà davvero difficile assistere ad esclusioni eccellenti, visto che, anche in caso di “scivoloni”, ci si potrà qualificare in seconda o terza battuta. Un’assicurazione importante anche per la nuova Italia di Antonio Conte (e per il contratto del ct: uno dei bonus del suo stipendio dipende proprio dalla partecipazione agli Europei, sarà quasi impossibile non centrarlo). Paradossalmente, gli azzurri sono una delle “big” a cui è toccato uno dei gironi più insidiosi: dall’urna sono uscite almeno tre squadre che possono aspirare alla qualificazione. E l’Italia dovrà affrontare trasferte impegnative (come quella del debutto in Norvegia) o molto “calde” (in Bulgaria ma soprattutto in Croazia). Ma nella peggiore delle ipotesi il secondo posto garantirà ugualmente il pass per la fase finale.

Discorso valido anche per le altre nazionali più titolate: per la Spagna l’insidia maggiore è l’Ucraina, per l’Olanda la Turchia, per la Germania la Polonia, per l’Inghilterra la Svizzera, per il Portogallo la Danimarca. Ma, salvo sorprese clamorose, tutte saranno in Francia fra poco meno di due anni. Insieme ovviamente ai padroni di casa, ammessi di diritto. La rivoluzione, però, se da un lato blinda le “big”, dall’altro regala un barlume di speranza praticamente a tutte, pure a squadre che con la vecchia formula non avrebbero avuto praticamente alcuna chance di qualificazione. Nel gruppo B, ad esempio, Israele parte addirittura favorito per il terzo posto. Nel gruppo C può sognare la Bielorussia, in crescita anche a livello di club come dimostra l’exploit nei preliminari di Champions League del Bate Borisov. Nel gruppo F almeno una fra Ungheria, Finlandia e Irlanda del Nord andrà ai playoff. Già ieri non sono mancate le prime sorprese, come la vittoria dell’Albania in Portogallo. Resta solo da attendere per capire chi sarà la “cenerentola” di Euro 2016. Nel frattempo, l’Europa del calcio può già celebrare la storica prima volta di Gibilterra, che ha debuttato in una partita ufficiale dopo anni di lotta per il riconoscimento. Ai nastri di partenza della lunga strada che porta sino alla finale del 10 luglio 2016 allo stadio Saint-Denis ci sono anche loro.

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