Ha veramente ragione l’on. Davide Faraone, responsabile nazionale del welfare del Pd, quando afferma di voler intraprendere una “guerra santa” alla burocrazia che costringe i disabili e i loro familiari a mortificanti e continue verifiche delle loro invalidità. Ha ancora più ragione quando definisce il nostro Paese un moltiplicatore di disperazione per le famiglie dei disabili. Quando poi aggiunge, come ha fatto qualche giorno fa a Napoli in un convegno organizzato dall’associazione ‘Tutti a scuola’, che sulle risorse da  destinare al fondo della non autosufficienza “si misurerà la forza del progetto riformista del governo Renzi” sembra di trovarsi al cospetto di un cambio di direzione.

Purtroppo la storia di questi anni ci ha insegnato a diffidare delle buone intenzioni (la vulgata ricorda che ne sono lastricate le pareti dell’inferno) e ad osservare i fatti. Sicuramente il pensiero di un esponente così influente del partito di maggioranza relativa è da registrare con grande attenzione ma grande è la distanza tra i proclami e le realizzazioni concrete della politica in questi anni. Gli oltre 4 milioni di disabili italiani, le 235.000 famiglie con figli disabili nella scuola sanno quello che attende loro tutti i giorni: il deserto dello Stato sociale e l’indifferenza camuffata da attenzione.

Sono sinceramente portato a considerare le affermazioni dell’onorevole Faraone una reale presa di coscienza della terribile condizione di solitudine delle famiglie che accolgono un familiare disabile. Lo sono perché è giusto esserlo sempre fino a prova contraria. Lo sono perché la posta in gioco è troppo seria per affidarsi alle ambiguità degli urlatori o ai pregiudicati che si cimentano a fare gli statisti ma lo sono soprattutto perché l’Italia non può smarrire i valori fondanti della sua cittadinanza.

Il diritto all’uguaglianza è un magnifico programma di governo, provare a realizzarlo partendo proprio dai più deboli tra i deboli, i disabili, sarebbe uno straordinario obiettivo. Questo per il governo Renzi è il tempo dei fatti e delle priorità e noi lo valuteremo con serietà. 

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