Una grande vittoria personale anche grazie all’aiuto de ilfattoquotidiano.it. Oggi l’Aifa ha finalmente ammesso le sue colpe di mancata farmacovigilanza autorizzando come on-label il farmaco Avastin. Attendo le dimissioni del Direttore Generale di Aifa Luca Pani e del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che hanno esposto lo Stato a spese inutili. Chiedo al Presidente del Consiglio di prendere in considerazione l’avvicendamento al ministero considerando che siamo arrivati ad una conclusione dopo quasi tre anni da quando ne parlai la prima volta.

Se questo non bastasse a Matteo Renzi per prendere decisioni importanti in fatto di salute dei cittadini, ritorno su un argomento già trattato che è ben più grave considerando il numero di italiani che soffrono di diabete in rapporto alla maculopatia senile: gli antidiabetici orali ed in particolare il caso Actos (pioglitazone). 

Il caso è ben diverso signora ministro perché Avastin-Lucentis sono due farmaci con le stesse indicazioni che ci hanno fatto buttare centinaia di milioni di euro ma senza nessuna complicanza clinica mentre parrebbe che questo antidiabetico ce ne fa buttare molti di più ma soprattutto provoca gravi complicanze ai cittadini che lo usano. Vuole ascoltarmi Lorenzin? Non le pare di essere nel posto sbagliato e di aver confermato Pani nel posto sbagliato? Qui non si buttano solo soldi ma vite umane.

La Lorenzin e l’Aifa forse non sanno che all’inizio del 2013 lo Iarc (International Agency for Research on Cancer), nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il pioglitazone (pag. 26) nel gruppo 2A (probably carcinogenic to humans), al secondo posto come pericolosità solo al gruppo 1 (carcinogenic to humans). Interessante osservare che la tabella si riferisce alle “sostanze” e non solo ai farmaci: nella sola categoria (gruppo 1) più pericolosa di quella del pioglitazone (gruppo 2A) troviamo infatti: l’amianto (asbestos) in tutte le sue forme (pag 3); butadiene e cadmio (pag 6), l’ossido di etilene (pag 14), i prodotti di fissione nucleare (pag 15), e tante altre sostanze che con i farmaci non hanno nulla a che fare. Nei gruppi 3 (non classificabile come cancerogeno per l’uomo) e 2B (forse cancerogeno) rientrano un totale di quasi 800 “sostanze“, nel gruppo 2A (probabile cancerogeno) solamente altre 65 sostanze fanno compagnia al pioglitazone.

Con questa “robaccia“, da oltre 7 anni l’Aifa e la Sid (Società Italiana di Diabetologia) ci fanno una sperimentazione a nostre spese dal nome Tosca (anagramma di Actos) mentre in Francia ed in Germania il farmaco è già stato ritirato dal mercato come in Usa dove la Corte Suprema ha condannato l’azienda farmaceutica a nove miliardi di dollari! Ma se l’Italia avesse seguito l’esempio di Francia e Germania, e quindi il famigerato Actos avesse perso i tre maggiori mercati europei, a cosa avrebbe dovuto rinunciare la casa farmaceutica Takeda in Italia? Quanti dei pazienti inseriti nello studio Tosca ha firmato il consenso informato rinunciando ai “ridicoli” effetti collaterali della metformina per passare a quelli del pioglitazone? Signora ministro vuole farci credere che questo farmaco faccia male negli Usa, in Francia, in Germania, mentre da noi è assolutamente innocuo visto che ancora oggi è venduto nelle farmacie italiane? Abbiamo aperto uno spiraglio con Avastin-Lucentis occorre ora aprire il portone di Aifa, garante della farmacovigilanza!

Antidiabetico Actos da me acquistato in una farmacia del centro di Milano il 10 giugno 2014

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