Il primo ministro greco Samaras, ha deciso di usare l’artiglieria pesante per tentare di delegittimare Syriza e il suo leader Alexis Tsipras , il cui nome comparirà sulla lista che, in tutti i Paesi europei, del Nord e del Sud, ospiterà l’unica vera opposizione strategica all’attuale manica di oscuri burocrati decerebrati asserviti alla finanza che reggono le tristi, per il momento, sorti di quello che fu un grande Continente. Si ha tuttavia motivo di ritenere che Samaras, che è al tempo stesso esponente del partito che ha provocato, insieme al Pasok, l’attuale sfascio greco, e il proconsole di fiducia della Merkel in Grecia (questa duplice natura di Samaras è solo apparentemente paradossale, infatti governi nazionali irresponsabili e politiche europee altrettanto irresponsabili cospirano al fine di provocare la rovina definitiva dei popoli europei), si sia sparato una cannonata sui piedi.

L’accusa, non molto originale ma significativa, è quella di terrorismo. La motivazione, assolutamente ridicola, consisterebbe in un articolo che Toni Negri e Sandro Mezzadra hanno scritto a sostegno della detta lista. Essendo stato a suo tempo condannato per reati associativi a carattere politico, quindi, Negri, che è un intellettuale apprezzato in tutto il mondo, non potrebbe esprimere sostegno nei confronti di chicchessia senza esporlo ad accuse di essere un terrorista.

Nell’articolo ridicolmente “incriminato” da Samaras, articolo che è ricco di spunti condivisibili e stimolanti, Mezzadra e Negri affermano fra l’altro quanto segue: “Certo, l’Europa oggi è un’“Europa tedesca”, la sua geografia economica e politica si va riorganizzando attorno a precisi rapporti di forza e di dipendenza che si riflettono anche a livello monetario. Ma solo l’incanto neoliberale induce a scambiare l’irreversibilità del processo di integrazione con l’impossibilità di modificarne i contenuti e le direzioni, di far agire dentro lo spazio europeo la forza e la ricchezza di una nuova ipotesi costituente. Rompere questo incanto, che in Italia è come moltiplicato dalla vera e propria dittatura costituzionale sotto cui stiamo vivendo, significa oggi riscoprire lo spazio europeo come spazio di lotta, di sperimentazione e di invenzione politica. Come terreno sul quale la nuova composizione sociale dei lavoratori e dei poveri aprirà, eventualmente, una prospettiva di organizzazione politica. Certo, lottando sul terreno europeo, essa avrà la possibilità di colpire direttamente la nuova accumulazione capitalistica. È ormai solo sul terreno europeo che possono porsi la questione del salario come quella del reddito, la definizione dei diritti come quella delle dimensioni del welfare, il tema delle trasformazioni costituzionali interne ai singoli paesi come la questione costituente europea. Oggi, fuori da questo terreno, non si dà realismo politico”.

Si tratta di una visione pregevole, proprio perché indica la necessità e la possibilità di un rovesciamento delle attuali mortifere prospettive neoliberali del continente europeo. Di questa lotta sul terreno europeo la lista capeggiata da Tsipras rappresenta oggi un elemento importante, che può dare un forte e decisivo contributo contro la micidiale tenaglia fra Europa reale neoliberale, da un lato, e fughe cosiddette populiste con vagheggiati ritorni agli Stati nazionali, dall’altro.

Samaras reagisce con violenza a questa prospettiva, non solo perché Syriza gli contende il potere, con crescente successo, in Grecia, ma perché in questo modo intende svolgere al meglio, sia pure con la goffaggine propria dei servi sciocchi, il suo ruolo di zelante esecutore delle direttive europee, la cui attuazione ha già prodotto risultati esiziali per l’economia e la società greca, come di altri Paesi, tra i quali il nostro.

Il  portavoce di Samaras chiede l’arresto immediato di Toni Negri non si capisce bene per quale motivo, probabilmente per aver espresso appoggio a Syriza. Nel frattempo il suo governo proibisce ogni manifestazione in Grecia. L’inasprimento della repressione contro ogni opposizione sociale e politica costituisce d’altronde sempre più un tratto caratterizzante di tutti i Paesi europei, compresa la Germania dominante, dove vengono chiusi centri sociali storici e partono campagne diffamatorie contro gli immigrati.

La migliore risposta ai ridicoli vaneggiamenti del governo greco, così come alle politiche repressive dei settori dominanti a livello europeo, è quindi il rafforzamento dell’unica vera alternativa possibile all’attuale Europa neoliberale, quella appunto espressa dalla lista che si sta organizzando, in tutti i Paesi europei, attorno ad Alexis Tsipras. Una lista sulla quale anche in Italia si stanno raccogliendo molteplici ed articolati consensi, da Rifondazione a Barbara Spinelli, che si tratta di far collaborare armoniosamente e sinergicamente, tenendo presente che deve trattarsi di una lista dei cittadini europei contrari a questa Europa che rappresenta la negazione di ogni reale ideale europeo, e non di una fallimentare riedizione di coalizioni fra partitini in cerca di sopravvivenza a tutti i costi.

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