E’ Torino l’epicentro della protesta del Movimento dei Forconi che attraversa tutta Italia. Il capoluogo piemontese è stato teatro di duri scontri tra manifestanti e forze dell’ordine davanti al Palazzo della Regione, con lanci di bombe carta e pietre da una parte e lacrimogeni dall’altra. Due dimostranti sono stati fermati, uno arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, mentre tra le forze dell’ordine si contano 14 feriti: la procura di Torino aprirà un fascicolo di indagine sugli incidenti. E nonostante le tensioni di piazza, dal Coordinamento 9 dicembre, che organizza l’evento, fanno sapere che la protesta andrà avanti a Torino a oltranza con i tre presidi di piazza Castello, piazza Derna e piazza Pitagora. Le violenze sono state condannate dal sindaco Piero Fassino e dal governatore Roberto Cota, mentre il Pd chiederà al governo di riferire in Parlamento. All’iniziativa “Fermiamo l’Italia“, che protesta contro l’austerità e il governo Letta, hanno aderito alcune sigle minori dei camionisti e altre categorie, ma in piazza sono scesi anche semplici cittadini che chiedono le dimissioni dell’esecutivo. Già dalla tarda serata di domenica erano sorti un centinaio di presidi dalla Sicilia al Veneto.

Blocchi del traffico e incidenti nelle prime ore del mattino. La lunga giornata dei Forconi è cominciata dalle prime ore dell’alba. Sono stati organizzati blocchi e falò in piazza Derna e piazza Pitagora già nelle prime ore del mattino, dove il traffico è rimasto a lungo paralizzato. Nella notte ai mercati generali di Grugliasco sono state date alle fiamme alcune masserizie e un gruppo di manifestanti ha tentato di impedire l’ingresso e l’uscita dei tir carichi di frutta e verdura. Anche in corso Grosseto è andata a fuoco una bancarella: sono intervenuti i vigili del fuoco. In piazza Derna, intorno alle 8.30, si è verificato un momento di tensione quando un tir ha cercato di forzare il blocco dei manifestanti per immettersi nella piazza. Qualcuno ha preso a pugni il mezzo, che è comunque riuscito ad avanzare. Due persone sono state denunciate dopo aver bucato con un cacciavite la gomma di un’auto della polizia durante il presidio all’Interporto di Orbassano. I manifestanti hanno cantato l’inno d’Italia con il tricolore sulle spalle. In piazza è sceso anche il capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia, ex militante del Fuan, Maurizio Marrone. Tra i dimostranti c’erano alcuni ultras ma gli organizzatori del movimento hanno chiesto loro di levarsi le sciarpe dal viso per non creare problemi.

Binari occupati in due stazioni, prime tensioni al corteo. Poi, il grosso dei manifestanti si è radunato in piazza Castello, dove circa cinquecento persone hanno organizzato un presidio, mentre in tutto il centro della città il traffico è stato chiuso. Due cortei partiti dalla piazza si sono mossi verso le stazioni ferroviarie di Porta Nuova e di Porta Susa, i binari sono stati occupati per un’ora e mezza e il traffico ferroviario è stato interrotto in entrambe le stazioni: le corse di treni ritardate o cancellate sono state diciassette, fanno sapere le Ferrovie dello Stato. Una volta terminato il blocco ferroviario, il corteo si è rimesso in marcia per le vie del centro. Intorno alle 11, all’incrocio tra via Alfieri e via Arsenale, i manifestanti hanno tentato di forzare il cordone di polizia per raggiungere la vicina sede di Equitalia. Le forze dell’ordine hanno lanciato alcuni lacrimogeni ma hanno evitato di caricare il gruppo che alla fine è stato fatto passare. Altri momenti di tensione in via XX Settembre, davanti alla sede dell’Inps. All’Ufficio delle Entrate, in corso Bolzano, gli agenti hanno respinto un gruppo di cinquanta contestatori che, armati di pietre, hanno tentato di danneggiare le vetrate dell’ingresso.

Scontri in piazza Castello: lanci di bombe carta e pietre, due fermati. Ma è stato intorno alle 12, quando il corteo (circa duemila persone) ha raggiunto piazza Castello, che la tensione ha raggiunto l’apice, con tafferugli tra manifestanti e forze dell’ordine. Un gruppo, tra cui molti ultras della Juventus, ha lanciato bombe carta, bottiglie e pietre contro l’ingresso del Palazzo della Regione. I carabinieri hanno risposto con i lacrimogeni a una sassaiola che ha colpito alcuni mezzi delle forze dell’ordine e la postazione mobile di Sky. Due dimostranti sono stati fermati, mentre un ragazzo di 19 anni con dei precedenti specifici, è stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, oltre che per danneggiamento aggravato: le forze dell’ordine contano 14 feriti, nove poliziotti e cinque carabinieri. Un fotografo che collabora con l’Ansa è stato aggredito dai manifestanti: gli assalitori gli hanno rubato la macchina fotografica con la quale stava documentando gli scontri. L’uomo è stato circondato da alcuni giovani incappucciati, probabilmente aderenti ai Drughi, i gruppi ultras della Juventus: uno di loro lo ha costretto ad abbassare la testa mentre un altro gli ha sfilato la camera. Di fronte a Palazzo Madama i manifestanti hanno costruito delle barricate con cassonetti di rifiuti spaccati a metà e poi dati alle fiamme. Davanti al palazzo della Regione, invece, hanno alzato barricate con le reti del cantiere. Contro le forze di polizia schierate in assetto antisommossa davanti al palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello, è stato lanciato di tutto: bottiglie vuote, sassi, mattoni, petardi e bombe-carta. Gli agenti hanno reagito lanciando decine di gas lacrimogeni nel tentativo di disperdere la folla. Danneggiate le vetrine di molti negozi e le auto di polizia e carabinieri.

Dopo gli scontri durati circa un’ora, in piazza Castello a Torino è tornata la calma. I responsabili del Movimento dei Forconi si sono presentati su un furgone chiedendo “un applauso per la polizia” e alcune centinaia di persone hanno battuto le mani. “Siamo qui per manifestare in modo pacifico, per rivendicare i nostri diritti di cittadini”, hanno scandito da un altoparlante. Alcuni agenti delle forze dell’ordine si sono tolti il casco e al loro indirizzo sono partiti gli applausi. La questura di Torino ha fatto sapere che il gesto dei poliziotti non è stato fatto in segno di solidarietà ma per il “venir meno dello stato di tensione e delle esigenze di ordine pubblico”.

Assaltato il municipio, bloccato il traffico in piazza Statuto. Più tardi, gli scontri si sono però spostati dal palazzo della Regione al municipio della città. Qui un gruppo di manifestanti, tra cui diversi ultras, ha lanciato un petardo e delle bottiglie contro le forze dell’ordine schierate a protezione dell’ingresso. Poliziotti e finanzieri, in assetto antisommossa, hanno avanzato con una piccola carica e i manifestanti sono arretrati scappando verso il fondo della piazza. Alcuni dimostranti hanno cercato di calmare gli animi. “Non si protesta così”, ha urlato una signora. In seguito, la situazione si è normalizzata ma è rimasto il presidio in piazza Palazzo di Città. In piazza Statuto, invece, alcuni gruppi di manifestanti hanno bloccato il traffico, posizionando dei cassonetti dell’immondizia in mezzo alle strade e fermando le auto per impedire il passaggio: diversi gli automobilisti rimasti bloccati e i pullman incolonnati.

“E’ un manipolo di giovani aggressivi e violenti che poco c’entrano con la manifestazione che è stata del tutto pacifica”, ha commentato Andrea Zunino, portavoce del Coordinamento 9 dicembre, promotore della protesta, aggiungendo che tre presidi continueranno a oltranza. “Vogliamo dire basta a quello che non va bene, vogliamo che il governo si dimetta. Non ci interessa un tavolo, se ne devono andare. Noi siamo responsabili delle nostre azioni, si persegua chi ha comportamenti incivili”. Anche Piero Fassino, sindaco di Torino, ha voluto condannare gli scontri di piazza: “Sono preoccupato, perché nonostante gli appelli alla ragionevolezza, Torino e i torinesi non sono stati rispettati. Manifestare è legittimo, ma non si può sconvolgere la vita della città e la normalità di chi la abita”. “E’ legittimo manifestare, non lo sono gli atti di violenza”, ha invece commentato il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, ha fatto sapere che il partito chiederà “al governo di relazionare al Parlamento su chi siano i responsabili degli scontri e quali le forze politiche coinvolte”.

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