“Visti i regolamenti, ora noi di Rivoluzione Civile non possiamo fare nulla. Ma il candidato può fare molto, prendendo precisi impegni”. Antonio Ingroia soppesa le parole, perché discute di una grana, spuntata ieri mattina dalle pagine di Libero: il pediatra Marino Andolina, capolista di Rivoluzione Civile per il Senato in Friuli Venezia Giulia, è indagato dalla procura di Torino per associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di medicinali guasti e pericolosi per la salute pubblica e la truffa. A indagare, dal dicembre 2009, è il pm Raffaele Guariniello. La sua tesi è che Andolina e altri dieci medici della Stamina Foundation, tutti indagati, abbiano effettuato terapie con cellule staminali non autorizzate dal ministero della Salute, su 68 pazienti (tre minorenni). L’accusa di truffa è legata alla vicenda di 14 ammalati, a cui sarebbero stato promessi “effetti terapeutici” grazie alle staminali. Una speranza importante per quei pazienti, tutti con patologie gravi: tale da spingere le famiglie a versare dai 4mila ai 55mila euro per le cure.

Andolina, consigliere comunale per Rifondazione Comunista a Trieste, ex medico dell’ospedale pediatrico triestino Burlo Garofalo (è andato in pensione da poco), è stato più volte sentito da Guariniello. Competente sul caso, perché uno dei laboratori del pediatra e dei suoi soci era a Torino. “L’avevano ricavato in uno scantinato abusivo, gestito da due ucraini” scriveva il pm nelle notifiche agli indagati, accusandoli tra l’altro di “manipolare liquidi organici e tessuti ossei per la selezione cellulare, senza utilizzare strutture idonee”. Caso delicato, insomma. “Io l’ho appreso leggendo Libero” ammette Ingroia. Spiega: “Andolina mi è stato indicato da uno dei partiti della lista, Rifondazione Comunista, non ci ho mai neppure parlato. Abbiamo preparato liste con oltre 900 candidati in 15 giorni, non potevo certo incontrare ogni persona. Così abbiamo delegato la scelte di diversi nomi ai partiti”. I parametri però erano chiari per tutti: niente condannati nè indagati in lista.

Ingroia: “Certo, nel filtro è saltato qualcosa. Neppure i vertici nazionali di Rifondazione ne sapevano nulla, Ferrero (il segretario di Rc, ndr) lo ha detto in un’intervista radiofonica”. E Andolina? “Non l’ho sentito, e lui non mi ha cercato”. Va bene: ma ora, che si fa? Ingroia: “I regolamenti sono chiari, le liste ormai sono depositate, e noi non possiamo intervenire. E neppure il candidato può ritirarsi, perché assieme alle liste sono state depositate le singole accettazioni di candidatura”. Insomma, Rivoluzione Civile non può togliere Andolina dalla lista, e lui non può fare un passo indietro: ora, perché dopo potrebbe rinunciare al seggio, se eletto. Ovvio chiedersi se lo farà. Ingroia è cauto: “Lui può fare molto, prendendo impegni sul dopo elezioni già nelle prossime ore. Ci auguriamo che lo faccia”. Di più, il candidato premier di Rivoluzione Civile non dice. Ma precisa: “Le accuse ad Andolina attengono ad aspetti delicati e controversi, riguardanti tipologie di cure mediche”. L’allusione è alle battaglie legali sull’uso delle staminali, che Andolina porta avanti da anni. Ingroia conclude: “La certezza è che questa vicenda è diversa da quella dei tanti impresentabili degli altri partiti, indagati o condannati per reati molto gravi. Quanto agli altri nostri candidati, sui nomi scelti da me posso mettere la mano sul fuoco”. E su quelli indicati dai partiti? “Fare ora verifiche non servirebbe a nulla”. Ieri l’ex pm è stato duro verso Grillo: “È diventato un politico di professione, benché cavalchi l’antipolitica. Va in giro facendo battute e portando in Parlamento non si sa chi”.

Articolo Precedente

Il ritorno di Dalemoni

next
Articolo Successivo

Parti cesarei: caro Balduzzi, mandiamo tutta la sanità in tribunale?

next