La Guardia di finanza ha eseguito 11 arresti nei confronti di funzionari pubblici e dirigenti del ministero delle Politiche Agricole e di imprenditori per reati contro la pubblica amministrazione. Tra i destinatari dei provvedimenti della Procura di Roma  c’è anche il capo della segreteria del sottosegretario Braga e direttore generale del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in Agricoltura, Giuseppe Ambrosio, già capo di gabinetto dei precedenti ministri Zaia e Galan.  Il reato ipotizzato dai magistrati è corruzione e turbativa d’asta nel quadro dell’erogazione di contributi statali. La procura ha anche disposto il sequestro di beni per un valore di 22 milioni di euro.

Gli indagati nell’indagine che ha portato all’arresto di funzionari e dirigenti del Ministero sono complessivamente 37. Degli 11 provvedimenti emessi dalla procura di Roma, sei sono custodie di ordinanza cautelare in carcere e cinque agli arresti domiciliari. I dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa nelle prossime ore.

“Quasi tutte le attività del Ministero delle Politiche agricole sono state inquinate da una corruzione diffusa variegata e circolare”, ha detto il procuratore aggiunto di Roma, Lello Rosso, nel corso della conferenza stampa e gli episodi di corruzione, è stato spiegato, riguardano finanziamenti pubblici e oltre 40 appalti per un totale di 32 milioni di euro erogati a 20 aziende nel periodo tra il marzo del 2007 e il maggio del 2011. L’indagine ha accertato che oltre ai “vantaggi patrimoniali”, i funzionari pubblici e i dirigenti del Ministero hanno usufruito di vacanze all’estero e in centri benessere, oggetti da arredamento e promesse di posti di lavoro.

L’inchiesta che ha portato all’arresto i funzionari e dirigenti del Ministero delle Politiche agricole per il procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi,”è un piccolo trattato di sociologia della corruzione inquietante”. Inoltre ha descritto la situazione all’interno del Ministero sottolineando che “c’era un vero e proprio giro di privilegi e malaffare. Ci troviamo di fronte a un sistema in cui c’è una spesa pubblica che dovrebbe essere interessata a favorire un settore importante come l’agricoltura e la pesca – ha aggiunto – e che invece viene distorta e inquinata da un’attività corruttiva diffusa”.

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