“Non c’è ammanco di un solo euro”. Respinge così le accuse, l’ex capogruppo Idv alla Regione Lazio Vincenzo Maruccio, di fronte ai magistrati della procura di Roma, rivendicando di aver utilizzato per sole finalità politiche il danaro prelevato dal conto del partito. Ma, secondo la ricostruzione del quotidiano romano Il Messaggero, le cose stanno diversamente. Non sarebbero infatti riconducibili ad attività politica i 4000 preservativi comprati per il Gay Pride o i soldi spesi per l’attacchinaggio. Acquisti, spiega Il Messaggero, senza giustificativi che trovano prova solo nelle immagini che l’ex capogruppo ha presentato come in procura. Indagato per peculato ed interrogato oggi per quattro ore dai magistrati che indagano sulla gestione dei fondi regionali, Maruccio ha descritto un sistema da lui gestito, e privo di controllo, in base al quale dirottava i soldi sui suoi conti correnti, una decina, risultando, per lui, più pratico poi indirizzarli per le varie attività politiche.

Maruccio ha fornito al procuratore aggiunto Nello Rossi ed al sostituto Stefano Pesci una memoria e documenti, corredati anche di fotografie di eventi politici, che, secondo l’indagato, dimostrano l’uso delle somme che la procura gli contesta. Lasciando la procura di Roma, dopo l’interrogatorio, Maruccio ha detto: ”Sono venuto dai magistrati per spiegare la mia posizione e dire che non c’è ammanco di un solo euro. E’ la mia prima dichiarazione pubblica dopo il 10 ottobre – ha spiegato l’ex capogruppo dell’Idv – giorno in cui ho ricevuto l’avviso di garanzia. Mi sono dimesso da tutte le cariche che rivestivo, anche all’interno dell’Idv”. Poi, è sceso nel dettaglio: tra le spese ci sono quelle sostenute per la partecipazione dell’Idv al Gay pride 2011 con un carro allegorico. «Abbiamo acquistato 4mila preservativi in un sex shop che non ha rilasciato la fattura». E allo stesso modo, ha aggiunto, abbiamo saldato il volantinaggio delle iniziative del partito e l’attacchinaggio dei manifesti. Maruccio ha anche indicato i nomi di chi, pagato senza rilasciare fattura, avrebbe lavorato per il partito. Nel conto ci sarebbero pure i soldi spesi per la campagna dei candidati a sindaco di Cerveteri e Cassino.

L’ex segretario regionale dell’Italia dei valori ha proseguito: “Non sono più consigliere regionale. Sono venuto qui da privato cittadino per difendere la mia dignità di uomo, marito, professionista e padre. Sono corso dal magistrato per spiegare la mia posizione”. Secondo quanto sostengono i suoi difensori “tutte le somme che sono state contestate vale a dire 700 mila euro, sono somme che ha giustificato punto per punto elemento per elemento, come dove e quando sono state spese”.

Per gli avvocati, Maruccio non ha nulla da nascondere: “L’ottanta per cento dei fondi che vengono contestati sono nel bilancio del partito. Il 20% è passato sui suoi conti perché ha fatto delle anticipazioni.Il consiglio regionale – hanno spiegato gli avvocati Luca Petrucci e Raffaella Talotta – pagava in ritardo i contributi ai gruppi e lui da segretario regionale e capogruppo insieme ha anticipato di tasca sua i fondi per l’attività politica e poi ha compensato quanto anticipato”. 

aggiornato da Redazione web il 20/10/2012 alle ore 10.30

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