“Mi candido a governare l’Italia, ma se perderò darò una mano”. Si apre così a Verona, dietro lo slogan “Matteo Renzi, Adesso!” il viaggio del camper con cui il sindaco di Firenze ha lanciato ufficialmente la sua candidatura alle primarie del centrosinistra e, in prospettiva, alla guida del paese. Mandando in soffitta l’ipotesi di un Monti bis e proponendo di essere lui stesso un Monti bis. Perché, afferma, il governo del professore “ha fatto molto bene”, ma “non ha restituito una speranza ai giovani. Forse non era il suo obiettivo: io non vedo nel governo Monti l’idea di coinvolgimento e lancio del futuro. Noi abbiamo bisogno di declinare concretamente il futuro”. Poi si rivolge apertamente agli elettori “delusi” di Berlusconi, mentre chiarisce che la sinistra “radicale” di Vendola “non governerà mai”. Quanto all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, non è un totem dato che “non risolve la precarietà”. E al Pd promette unità: in caso di sconfitta alle primarie, sarà “in prima fila” a dare una mano al vincitore. “Annuncio – ha dichiarato ufficialmente – la mia e la nostra candidatura a guidare l’Italia per i prossimi 5 anni”. 

Poca Italia, per la verità, era presente nel videoclip che ha lanciato il suo intervento: Michael Jackson, Nirvana, papa Giovanni Paolo II, Regan e Gorbaciov, Roberto Baggio e di Mario Bros, accompagnati dalla musica del jingle pubblicitario di XFactor.  

Bersani e il partito – Tra la folla di giornalisti, curiosi e anche manifestanti, Matteo Renzi ha definito “un’umiliazione” che alla caduta del governo Berlusconi, sia stato chiamato a governare Mario Monti e non il Pd. “Essere democratici è anche un’umiliazione quando il governo degli altri va a casa e nonostante tutta la buona volontà il tuo gruppo dirigente non riesce a trovare una proposta credibile”, ha detto dal palco della convention di Verona per lanciare la sua candidatura. Per questo, ha ricordato, “il Presidente della Repubblica è stato costretto a chiamare un tecnico per quello che era il tuo ruolo”. Renzi ha inoltre assicurato che in caso di sconfitta alle primarie sosterrà il vincitore. “Bersani mi ha chiesto ‘e dopo che si fa’? Se si perde si fa quello che fanno le persone serie: non ci si inventa l’ennesima formazioncina politica di serie Z, si dà una mano a chi ha vinto”, ha assicurato, “perché la sconfitta fa parte del gioco e la vera sconfitta è non provarci”. Dunque, ha insistito, “saremo in prima fila a dare una mano a chi ha vinto”.

Dal palco di Verona, il sindaco di Firenze non ha risparmiato critiche al partito come agli alleati di un tempo anche se, ha aggiunto “non si tratta di cambiare il partito ma l’Italia”. La “foto del palazzaccio”, che rappresenta i leader della sinistra radicale che hanno firmato per il referendum sull’articolo 18 –  ha lanciato la stoccata – è la foto “di una sinistra che non governerà mai”. “Pensavo – ha aggiunto – che la foto di Vasto fosse la foto politica più brutta”, ma la nuova immagine “è l’emblema di sinistra che non vuol governare ma si accontenta di partecipare”.

Attacchi anche alla ‘nomenclatura’ del Partito democratico: “Da noi si sta muovendo una certa burocrazia, che è forte dentro il nostro partito, capace di dire che ha già vinto: attenti, vorrei ricordarvi la famosa ‘gioiosa macchina da guerrà e che fine a fatto… -ha sottolineato Renzi riferendosi alla sconfitta del Pds di Achille Occhetto contro Silvio Berlusconi nel 1994 – Una burocrazia che si fa viva e dice ‘chi te lo fa fare? stai ad aspettare, tanto poi la classe dirigente cambierà ed arriverà il tuo turno’. Ma -continua Renzi- arriva il momento in cui occorre coraggio, e mettersi in gioco. Noi andiamo con il camper ad incontrare i 108 comuni italiani e lanciamo la sfida più grande e ridare speranza a questo meraviglioso Paese”.

L’esperienza Monti – Quanto al suo programma per governare, il primo cittadino ha definito nel trittico Europa, Futuro e Merito i capisaldi. “Faremo come Monti”, ha detto, ma “daremo anche speranze”: “L’esperienza del governo Monti ha restituito all’Italia l’idea di un Paese che fa e non rimanda. Se vinceremo noi continueremo a fare le cose immediatamente e non a rinviarle”. C’è la “consapevolezza che Monti, però, non è riuscito ad offrire una speranza. Forse non era quello il suo obiettivo, ma non vedo l’idea del coinvolgimento e di un ideale lanciato nel futuro”.

I voti della destra – “Non ho paura di prendere voti di chi ha votato centrodestra – ha detto Renzi – non certo nelle primarie che il centrodestra non fa, ma alle elezioni. Noi del centrosinistra le elezioni le vogliamo vincere”. “Voglio stanarvi dalla vostra delusione”, ha aggiunto rivolgendosi idealmente “a chi in passato ha votato per Berlusconi”. “Noi le elezioni le vogliamo vincere, non siamo qui solo per partecipare”. Renzi ha ringraziato la famiglia e ha detto che non vuole che un giorno suo figlio possa dire: “Mio padre ha avuto paura”. Poi, citando una frase detta anche quando scese per le primarie a Firenze: “Il vero rischio è restare in panchina, è non calciare il rigore. Se saremo in grado di raccontare l’Italia credibile – ha aggiunto Renzi – voi sarete con noi”.

“L’articolo 18 non risolve la precarietà”.  “Non è con l’articolo 18 che si risolve il problema della precarietà, mentre per il mondo del lavoro l’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre le norme e semplificarle”, sottolinea Renzi, ricordando che anche grandi aziende nel suo comune hanno chiuso mandando a casa i lavoratori “nonostante questa norma”. 

I diritti civili –  “Faremo una norma sulla civil partnership entro i primi 100 giorni – ha detto – parlando non solo di diritti civili ma anche di doveri privati”. 

Il “Freedom of Information Act”. Matteo Renzi ha anche voluto annunciare il primo provvedimento che prenderà nel caso vada al governo: “Un ‘freedom information act’. “Il nostro primo atto sarà il ‘freedom information act’ ovvero massima trasparenza per ciascuno su bilancio e atti. Tutto deve essere messo online per modificare il rapporto fra gente e amministrazione”. 

All’aspirante leader arriva però in diretta un duro attacco del suo ex compagno di “rottamazione” Pippo Civati, consigliere regionale lombardo del Pd: “Renzi prenderà lo spazio politico lasciato dalla crisi del berlusconismo. “Subito dopo la Leopolda – ricorda Civati dai microfoni di Tgcom24 – Matteo andò ad Arcore e fece la corte a Marchionne, fece scelte discutibili. Io vedo la candidatura di una persona di talento che però è molto isolata politicamente parlando”. 

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