Fatto trenta, facciamo anche trentuno, signor ministro della Pubblica istruzione. Con la rivoluzione messa in atto da Francesco Profumo che per la prima volta mette in rete tutti i dati sulla scuola siamo passati dall’epoca preistorica della Gelmini all’800 in un solo colpo.

Andando sul sito del Miur, cliccando sulla casella “Scuola in chiaro” da qualche giorno è possibile smascherare la scuola italiana e avere una fotografia di essa. Un “tour virtuale” tra i banchi del Paese decisamente interessante che ci permette di scoprire che Nord e Sud non sono poi così distanti quando parliamo di collegamento wi-fi in classe o di lavagne multimediali: non ce ne sono nelle scuole di campagna così come in molte realtà della Sicilia.

Finita l’epoca del marketing Gelminiano scopriamo che ormai i finanziamenti dello Stato sono pari e qualche volta minori di quelli degli enti locali.

Un solo suggerimento Ministro: non ho ben capito perché mancano alcuni numeri. Per esempio sarebbe utile sapere quanto ogni scuola vanta di credito nei confronti dello Stato (residui attivi) per capire come riescono a gestire le spese ordinarie di gestione i nostri istituti. Mi risulta che vi siano scuole che vantano ancora cifre attorno a 160-180 mila euro. Sarebbe altrettanto interessante capire a quanto ammontano per ogni scuola i contributi volontari dati dai genitori: nel sito si parla di “contributi da privati” , una voce forse un po’ troppo generica.

Così saremmo curiosi di conoscere i tempi di pagamento dei supplenti. Non ho visto la voce “disabili”: in Italia vi sono miglia di docenti non specializzati che fanno gli insegnanti di sostegno a dispetto della Legge 104/1992 ; qual è il rapporto tra docenti di sostegno specializzati e alunni diversamente abili? Infine sarebbe indispensabile, come ha fatto ReteScuole a Crema, capire quanto tempo l’insegnante di sostegno resta con l’alunno: la media su 109 scuole del Cremasco è di 8 ore e 15 minuti cioè solo il 24% del loro tempo scuola. Un ultimo consiglio: tra qualche giorno probabilmente avremo la possibilità di vedere on line la valutazione scaturita dalle prove Invalsi. Una cortesia: ci dica anche quanto costa fare questa prova, quanti tir di carta partono da villa Falconieri.

Articolo Precedente

Informare sull’istruzione: una funzione politica

next
Articolo Successivo

Chiedetelo ai quindicenni

next