L’Italia, si sa, è un paese di santi, navigatori e poeti. E sante. E per diventarlo ci vuole poco. Molto poco. Basta comportarsi normalmente, almeno in un’occasione; che sia, però, quella giusta e con la persona giusta.

Così Manuela Arcuri, nota più per le sue belle forme che per le sue qualità recitative, diventa, in un giorno di settembre, la nuova Madonna italiana. Provvidenzialmente, peraltro, visto che l’altra, la signora Ciccone, è stata messa al bando per aver osato criticare, come quell’altro comunista dell’Economist, il premier Berlusconi.

La signora Arcuri si ritrova, dunque, improvvisamente adornata di aureola di santità per aver fatto ciò che, in un mondo “normale”, non farebbe notizia: ha rifiutato, cioè, di prostituirsi per lavorare. Cosa che fanno, quotidianamente, milioni di uomini e donne in Italia e nel mondo, senza avere nemmeno una piccola menzione al merito. Certo la signora Arcuri ha un fisico da copertina; certo i suoi “favori” erano stati chiesti dall’irresistibile Silvio Berlusconi, che nel tempo libero è anche premier del nostro paese; certo in palio c’era il Festival di Sanremo, notoriamente affidato a donne conosciute per le loro qualità professionali; certo, insomma, siamo in Italia e dire “no” è cosa assai strana se non mistica. Per tutto ciò, dunque, la signora Arcuri è diventata la moralizzatrice d’Italia, quella a cui rivolgere pubblicamente atti di stima e sentiti ringraziamenti.

Ora, senza nulla togliere al gesto pregevole della signora Arcuri, mi chiedo se non sarebbe più utile, civile, consono e dignitoso, indignarsi una volta per tutte, e in maniera seria, del fatto che l’Italia sia diventata un tale puttanaio da farci trasecolare quando qualcuno, inaspettatamente, riesce a dire no.

Sarebbe opportuno, secondo me, che chi guarda la tv smettesse di seguire qualsiasi programma in cui anche solo una di quelle signorine che, forse sì, forse no ma quasi sicuramente, sono lì solo perché hanno usato il proprio corpo come merce di scambio. Sarebbe opportuno, a mio avviso, che la smettessimo di guardare programmi in cui le donne sono trattate come dei soprammobili da esporre quando serve alzare l’audience e rifiutare di essere complici di un’immagine di paese volgare, grossolano, inqualificabile e privo di moralità, quella che, sia ben chiaro, non ha nulla, ma proprio nulla a che fare con il moralismo.

Bisognerebbe smetterla di essere complici. Perché se il nostro premier si permette di fare certi commenti sulla Cancelliera Merkel è perché rappresenta un Paese in cui troppi uomini pensano, neppur tanto segretamente, che lui abbia ragione; e molte donne pensano, senza dubbio alcuno, che la soluzione stia tutta nel non somigliare affatto alla Cancelliera Merkel. Se Berlusconi è Berlusconi è anche e soprattutto perché lui può contare su una complicità sottile ma raffinata, costruita con tanti italiani nel corso di questi anni.

Sono lieta che la signora Arcuri, che pure sembra stesse spingendo affinché il premier facesse includere suo fratello in una trasmissione televisiva, non si sia prostituita. Come sono lieta che lo facciano ogni giorno altre donne e altri uomini di cui nessuno parla. Non trasformiamo però la signora Arcuri nella Giovanna D’Arco dell’antiberlusconismo, perché non lo è, non lo è affatto. Ed è giusto che non lo sia. Siamo noi che dovremmo esserlo. Cominciando a non applaudire chi fa un gesto normale , ma indignandoci, veramente, nei confronti di tutti coloro che, invece, continuano a dire sì e ad ottenere privilegi per questo.

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