Fumata nera e Parlamento spaccato: ora si attendono i leader – la giornata
Terza fumata nera del Parlamento e i partiti in ordine sparso che cercano (disperatamente) un accordo. Al terzo giorno di votazioni le trattative dei leader subiscono un’accelerazione, ma l’intesa sembra ancora complessa. Da Montecitorio sono arrivati molti segnali: sono almeno 200 le schede bianche mancanti (segno che i parlamentari non hanno seguito le indicazioni delle forze politiche) e il più votato con 125 voti è Sergio Mattarella. Secondo Guido Crosetto con 114 voti, indicato da Giorgia Meloni all’ultimo minuto per lanciare un messaggio a Matteo Salvini. Intanto, mentre in Aula il Parlamento rivelava la completa spaccatura, Pd-M5s-Iv si opponevano al blitz del centrodestra per provare a spingere Elisabetta Casellati. Il centrosinistra ha però minacciato di far saltare la maggioranza nel caso in cui Salvini e i suoi fossero andati avanti con la candidatura della presidente del Senato. Nel frattempo nel M5s il clima non è meno teso: in mattinata Giuseppe Conte e Beppe Grillo si sono sentiti e il fondatore ha ribadito la “piena sintonia” sulla linea tenuta del leader. Ma non solo: visto che alcune ricostruzioni del giornale Domani sostenevano che il comico avesse spinto per Draghi al Colle, è stato lo stesso Grillo a smentire qualsiasi endorsement intervenendo in diretta su La7. In serata sia Pd che M5s hanno visto i loro grandi elettori e hanno preso tempo. Giuseppe Conte ha rivendicato il fatto che il M5s non abbia detto no a prescindere. Enrico Letta invece ha previsto un voto decisivo per “venerdì” e che “non sarà un presidente di centrodestra”. Anche giovedì 27 gennaio, quando scenderà il quorum per la prima volta (505), il centrosinistra darà indicazione di “votare scheda bianca”. Salvo novità notturne, come detto dallo stesso leader M5s. E’ stato invece rinviato a domattina alle 8.30 il vertice del centrodestra. Il clima, anche su questo fronte, non è dei migliori: Meloni ha sfidato Salvini chiedendo che “voti i nomi di centrodestra”, ma tutto sembra muoversi verso una rosa di un altro tipo. Tra i nomi che circolano insistentemente c’è quello di Pierferdinando Casini, anche se i primi a frenare sono stati Lega-Fdi. Pure i 5 stelle hanno fatto sapere che, in quel caso, sarebbero pronti ad andare all’opposizione. Un passo in avanti subito smentito dai vertici, ma che rivela cosa succede sottotraccia dentro i gruppi. Le prossime ore (e la notte) saranno decisive.
