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“C’era carburante solo per altri 5 minuti di volo, l’aereo ha provato per tre volte ad atterrare ma c’era la tempesta e le condizioni erano proibitive”: l’incubo a bordo del Ryanair partito da Pisa

È l'odissea vissuta dai passeggeri del volo Ryanair Pisa-Prestwick del 3 ottobre scorso, finiti nel cuore della tempesta Amy. Sull'episodio, emerso solo ora, ha aperto un'indagine l'autorità aeronautica britannica

di F. Q.
“C’era carburante solo per altri 5 minuti di volo, l’aereo ha provato per tre volte ad atterrare ma c’era la tempesta e le condizioni erano proibitive”: l’incubo a bordo del Ryanair partito da Pisa

Un volo Ryanair partito dall’Italia e diretto in Scozia si è trasformato in un’odissea di quasi due ore tra i cieli britannici, in balia della tempesta Amy, culminata in un atterraggio d’emergenza a Manchester con i serbatoi quasi a secco. La vicenda, che risale allo scorso 3 ottobre, è emersa solo nelle ultime ore, dopo che l’autorità dell’aviazione del Regno Unito ha avviato un’indagine formale sull’incidente. Il volo FR-3418 della compagnia low cost, operato da Malta Air e partito da Pisa con destinazione Glasgow Prestwick, si è trovato a dover affrontare condizioni meteorologiche proibitive. La tempesta Amy stava investendo il Regno Unito con raffiche di vento fino a 160 km/h. La situazione a bordo è stata ulteriormente complicata da un ritardo iniziale alla partenza da Pisa, causato, secondo un passeggero, da “uno sciopero generale e da manifestanti che avevano invaso la pista”.

L’incubo è iniziato durante la fase di atterraggio. L’inchiesta preliminare ha ricostruito la sequenza degli eventi: il Boeing 737-800 ha tentato un primo approccio all’aeroporto di Prestwick, ma ha dovuto effettuare una “riattaccata” a causa del forte vento. Dopo circa mezz’ora in un circuito di attesa, ha tentato un secondo avvicinamento, anch’esso fallito. L’equipaggio ha quindi deciso di dirottare su Edimburgo, ma anche qui, le condizioni meteo hanno reso impossibile l’atterraggio, costringendo a una terza “riattaccata”.

A questo punto, con il carburante ormai agli sgoccioli, il comandante ha preso la decisione finale di dirigersi verso Manchester. Per garantirsi la priorità assoluta sulla pista, l’equipaggio ha dovuto dichiarare un’emergenza carburante (“fuel Mayday”) e trasmettere il codice di emergenza generale “Squawk 7700”. L’aereo è finalmente atterrato in sicurezza a Manchester, ma con soli 220 kg di carburante residuo nei serbatoi. Una quantità sufficiente per appena cinque o sei minuti di volo, ben al di sotto della riserva minima legale richiesta per quel tipo di velivolo, che corrisponde ad almeno 30 minuti di autonomia.

Un passeggero ha raccontato al quotidiano The Ayr Advertiser i momenti di preoccupazione vissuti a bordo: “La gente era molto preoccupata perché il rumore dell’aereo che si avvicinava bruscamente [alla pista] e poi si rialzava era forte“. E ha aggiunto: “Ci siamo resi conto di quanto fosse grave la situazione solo dopo aver visto le immagini una volta atterrati a Manchester quasi senza carburante. C’è stato un grande sollievo”.

L’autorità aeronautica britannica ha ora il compito di determinare se tutte le procedure siano state seguite correttamente. La compagnia aerea, dal canto suo, ha mantenuto il massimo riserbo. “Ryanair ha segnalato la situazione alle autorità competenti”, ha dichiarato un portavoce al Daily Mail. “Poiché la questione è attualmente oggetto di un’indagine in corso, alla quale stiamo collaborando pienamente, non siamo in grado di rilasciare dichiarazioni”.

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