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Brianza, lo strano caso del contenzioso tra il Comune di Lissone e la Vefer: in giunta siede Carolina (Forza Italia), rampolla del colosso industriale

La diatriba tra l'amministrazione e il gigante del settore poliuretani dura da 20 anni. In ballo ci sono 21 milioni di euro, come risarcimento per una mancata costruzione. Nel frattempo la polemica politica: l'assessora è assente da 5 mesi, lei si difende con la maternità
Brianza, lo strano caso del contenzioso tra il Comune di Lissone e la Vefer: in giunta siede Carolina (Forza Italia), rampolla del colosso industriale
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Di questioni legali tra Comuni e aziende se ne vedono spesso. Meno frequente è una vicenda che si trascina da oltre 20 anni e su cui ballano 21 milioni di euro, in grado di mandare all’aria il bilancio del Comune. Ma c’è un’altra particolarità, in questo caso che da tempo agita Lissone (46mila abitanti, in Brianza): proprietaria della Vefer, il colosso industriale in causa, è la famiglia Minotti, la cui rampolla, Carolina, siede in giunta del Comune in quota Forza Italia. Un conflitto di interessi in cui, in questi giorni, si inseriscono le polemiche dell’opposizione, che denunciano l’assenza dell’assessora in Consiglio comunale da ben 5 mesi. Lei, neomamma, si giustifica con gli ovvi impegni dovuti alla bambina, ma l’insofferenza del centrosinistra sembra riguardare in generale il profilo di Minotti.

Un passo indietro. Il contenzioso parte nel 2004, con la Vefer (gigante della produzioni di poliuretani, fatturato da oltre 70 milioni) che vorrebbe costruire un capannone in un’area di cui è proprietaria, ma che il Comune decide di mettere “a verde”. I ricorsi e l trattative vanno avanti per due decenni, finché il Tar dà ragione all’azienda e il Comune rischia di dover risarcire 21 milioni di euro. Per fortuna dell’ente, un mese fa la decisione del Consiglio di Stato, il quale ribalta la sentenza del Tar dando ragione al Comune e annullando la maxi-penale. Potrebbe essere una storia come un’altra, se non fosse che a renderla bizzarra c’è il ruolo di Minotti, al tempo stesso erede della famiglia proprietaria della Vefar e assessora alla Cultura e all’Istruzione. L’azienda non ci sta e fa sapere che “valuterà altre azioni legali”, segno che il conflitto di interessi si trascinerà per un bel pezzo.

Con un particolare in più. Il capogruppo Pd Elio Talarico nei giorni scorsi ha protestato perché l’assessora Minotti manca dal Consiglio da circa 5 mesi e la circostanza “sta diventando imbarazzante”. Minotti replica dicendo che a inizio anno è diventata mamma e che non ha mai smesso di occuparsi delle sue deleghe. Ma al di là del merito, è difficile che Minotti possa essere messa in discussione in maggioranza: astro nascente di FI, è moglie del coordinatore provinciale di Monza e Brianza di Forza Italia, nonché sindaco della vicina Carate Brianza, Luca Veggian. Molto più facile che continuerà a seguire dalla giunta l’iter giudiziario del suo Comune e della “sua” azienda.

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