Meloni si accoda al riarmo Nato col 5% del Pil. E non esclude di concedere le basi agli Usa (con ok del Parlamento)

Un cessate il fuoco di Israele nella Striscia di Gaza e una soluzione diplomatica con l’Iran. Ma soprattutto la difesa della linea scelta dalla Nato, con l’Italia intenzionata a impegnarsi sul target del 5% del Pil investito in spese militari e di sicurezza: “Rispetteremo l’impegno”, assicura davanti al Parlamento pur definendolo gravoso in termini economici, tanto da chiedere una deroga al patto di stabilità. Più armi e più debito attraverso la flessibilità sui conti, insomma. Nessuna sponda con la Spagna di Pedro Sanchez e la Slovacchia di Robert Fico che stanno litigando perché non intende allinearsi né una terza via: l’adesione alla scelta dell’Alleanza Atlantica, su pressioni degli Stati Uniti, è totale. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo dice chiaramente davanti alla Camera: “Sono impegni importanti che l’Italia rispetterà. Non lasceremo l’Italia esposta debole e incapace di difendersi”.
Alla vigilia del vertice Nato previsto per il 24 e 25 a L’Aja, seguito subito dal Consiglio Europeo del 26 giugno, la premier schiera l’Italia senza tentennamenti e non chiude nemmeno alla possibilità di concedere agli Usa di far partire attacchi contro l’Iran dalle basi in Italia, demandando la scelta al Parlamento. Quello sulle spese per la difesa “sarà un percorso compatibile con le altre priorità del governo, coerente con impegni presi dalla maggioranza e definite nel programma di governo”, ha sostenuto nell’emiciclo di Montecitorio rimarcando la sua linea: “Senza difesa non c’è sicurezza e senza sicurezza non c’è libertà e non può esserci benessere e prosperità”. Ad avviso della premier, tenuto conto che “già siamo al 2% del pil” di spese nella difesa, un “aumento dell’1,5% in 10 anni non è distante dall’impegno preso dal governo nel 2014. Riguardo l’1,5% di spese, abbiamo ottenuto che siano gli Stati membri a decidere quali siano le minacce che ritengono di dover affrontare e quale strumenti usare”.
Ma come arrivare a quella percentuale del Pil senza distrarre risorse da altri capitoli di bilancio, come welfare e sanità? “Resta ferma la necessità, a livello europeo, di rendere compatibili le regole del patto di stabilità con l’incremento delle spese di difesa concordate con gli alleati. In particolare, con riferimento alle procedure di deficit eccessivo, riguardo cui è necessario conseguire una parità di trattamento ed evitare rischi di applicazioni asimmetriche”, ha avvisato spiegando che al vertice dell’Aja “ci confronteremo sulla proposta presentata dal segretario generale della Nato Rutte sul potenziamento” della capacità difensiva dell’Alleanza e” saremo chiamati ad assumere impegni all’altezza della complessità del tempo che viviamo”. Gli impegni, ha detto ancora, “dovranno essere chiari, trasparenti e soprattutto sostenibili dal punto di vista economico e finanziario, sia per questo governo sia per quelli che verranno dopo di noi”.
Non è l’unico obiettivo che ha in testa Meloni: “Noi consideriamo molto pericoloso che l’Iran si doti dell’arma nucleare non solo per il pericolo in sé, ma perché avvierebbe una rincorsa alle armi atomiche in altre zone dell’area innescando un effetto domino”, ha detto sottolineando che, durante il raid degli Usa deciso da Donald Trump, nessun aereo americano è decollato da basi italiane. Ora però “è il momento di abbandonare ambiguità e distinguo: l’Iran deve cogliere l’opportunità” di siglare “un accordo oggi con Washington portando avanti un programma civile” sul nucleare e “garantisca” di non avere “assolutamente” obiettivi militari. “Siamo convinti che solo un’azione diplomatica coordinata possa garantire la pace nella regione. È la ragione per la quale avevamo sostenuto con convinzione le negoziazioni tra Usa e Iran”, ha aggiunto.
Però, sollecitata dalle minoranze a iniziare dal presidente del M5s Giuseppe Conte, non ha chiuso alla possibilità di concedere agli Usa di far partire attacchi dalle basi americane in Italia: “Non è stato chiesto l’uso, che comunque potranno essere usate solo con l’autorizzazione del governo e dopo un passaggio parlamentare – queste le sue parole – Credo sia velleitario speculare su scenari che non si sono verificati, certe decisioni non si prendono su basi ideologiche. In ogni caso posso dire che non penso accadrà, ma posso garantire che una decisione del genere dovrà fare un passaggio parlamentare, a differenza di quello che è accaduto quando al governo non c’eravamo noi”. Non ha insomma escluso un “sì”, almeno dell’esecutivo, che poi verrà sottoposto all’esame di Camera e Senato.
L’altra priorità è quella legata a Gaza. Entra nel merito delle richieste delle opposizioni di fermare la cooperazione nel campo della sicurezza con Israele, solo nelle repliche: “Noi non siamo favorevoli. Penso che contribuire all’isolamento di Israele, che è da sempre l’obiettivo del fondamentalismo islamico a partire da Hamas, potrebbe aprire degli scenari catastrofici. E penso che dobbiamo guardare anche agli scenari che si aprono quando noi rinnoviamo. Penso che sarebbe controproducente favorire iniziative che potrebbero finire di chiudere ogni canale di dialogo tra Europa e Israele, in un momento in cui questo dialogo sembra invece molto importante e può portare a risultati. Penso al cessate il fuoco a Gaza”.
Prima si era focalizzata proprio sull’occupazione della Striscia definendo “drammatico” e “inaccettabile” quello che Benjamin Netanyahu sta ordinando di portare avanti: “Ribadiremo anche un altro obiettivo, il cessate il fuoco nella Striscia, dove la legittima reazione di Israele a un insensato attacco sta assumendo forme drammatiche e inaccettabili”, ha spiegato. Un obiettivo che ha poi rimarcato essere “prioritario”. Sostenendo la soluzione di “due Popoli e due Stati”, si è detta possibilità sulla fine delle ostilità: “Il futuro della Striscia può iniziare solo con la liberazione degli ostaggi e il disarmo di Hamas – ha aggiunto Meloni – Una cessazione permanente delle ostilità è necessaria anche per poter avviare la sfida della ricostruzione, in cui credo che le Nazioni arabe debbano svolgere un ruolo preminente. E in cui, è chiaro, Hamas non potrà avere alcun ruolo”. Per la Palestina, ha aggiunto, “siamo pronti a fornire il nostro contributo per un assetto futuro in cui i due popoli possano convivere in pace, dignità e sicurezza”.