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Sciopero dei metalmeccanici, a Bologna 10mila bloccano la tangenziale. “Denunciati in base al dl sicurezza”

Landini: "Reati Introdotti per reprimere chi esprime pacificamente le proprie necessità". Rampelli (FdI): "Schlein mandante di sedicenti operai"
Sciopero dei metalmeccanici, a Bologna 10mila bloccano la tangenziale. “Denunciati in base al dl sicurezza”
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Le parti sociali del settore metalmeccanico “sono convocate sabato 21 giugno 2025 alle 12 al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per una riunione conoscitiva, riservata alle parti, in merito allo stato delle trattative per il rinnovo del contratto nel comparto”, ha fatto sapere il ministero del Lavoro al termine di una giornata di sciopero in cui maggioranza e opposizioni si sono scambiate reciproche accuse. A scatenare le polemiche, dopo che 10 mila metalmeccanici hanno invaso la tangenziale di Bologna bloccando il traffico per parte della mattinata, la segnalazione alla Procura da parte della Questura, “anche alla luce del nuovo decreto Sicurezza”. Tanto che le rivendicazioni dei lavoratori hanno rischiato di finire sullo sfondo. Lo sciopero nazionale di 8 ore, indetto da Fim Cisl, Uil-Uilm e Fiom-Cgi per il rinnovo del contratto scaduto da un anno è l’ennesima iniziativa dopo la rottura del tavolo negoziale, con sindacati e Federmeccanica-Assistal che si accusano a vicenda di aver abbandonato la trattativa. Ampia l’adesione secondo i confederali, mediamente del 70 per cento. Solo del 20 per cento, invece, secondo Federmeccanica e Assistal.

In Emilia-Romagna l’appuntamento era a Bologna, dove il corteo ha deviato dal percorso autorizzato e concordato con l’autorità di pubblica sicurezza, entrando in tangenziale dall’ingresso 7 in direzione San Lazzaro di Savena, liberando la carreggiata solo più tardi per dirigendosi verso il Parco Nord, come inizialmente stabilito. “Disattendendo le prescrizioni” e “creando il blocco della circolazione stradale” sul tratto interessato dal corteo, ha comunicato la Questura, spiegando che i dimostranti saranno “denunciati penalmente, anche alla luce della recente normativa introdotta dal Decreto Sicurezza in materia di blocchi stradali”. Precisando poi che “i comportamenti posti in essere dai manifestanti, nell’ambito dell’esercizio del diritto di sciopero, saranno riferiti, solo per doveroso adempimento, alla competente autorità giudiziaria per le valutazioni di legge”. Sarà quindi l’autorità giudiziaria a decidere se e quali reati perseguire e nel caso chi identificare. Il rischio? Se la fattispecie contestata fosse quella di blocco stradale organizzato introdotta di recente, la pena prevista è fino 2 anni di reclusione. Così, a finire subito al centro del dibattito è stato proprio il possibile innesco del nuovo decreto. “Un reato evidentemente introdotto per reprimere chi esprime pacificamente le proprie necessità. Sicurezza per chi?”, chiede in una nota il segretario della Cgil, Maurizio Landini. “Siamo davvero in un Paese che va allindietro. In nome della difesa di una presunta sicurezza si vogliono processare e condannare uomini e donne che per vivere lavorano, pagano le tasse e tengono in piedi il sistema produttivo del nostro Paese”.

Subito all’attacco sono andate le opposizioni. “Meloni non affronta la crisi sociale: la criminalizza, portando in carcere chi la subisce e osa protestare”, ha detto Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde. “Piena solidarietà ai metalmeccanici”, anche da M5s e Pd. “Di fronte all’incapacità di dare risposte al paese sceglie di punire chi si lamenta? È una vecchia tecnica, lo dico a Meloni: si fa il Governo del nemico”, ha detto la segretaria dem, Elly Schlein. A replicare per primo, lato maggioranza, è stato il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia: “È il sindacato che capeggia l’opposizione o è il Pd che fa da mandante ai sindacati? È di solare evidenza che le proteste sono strumentali, tese a creare artificialmente tensione sociale per contrastare il decreto sicurezza. Certo, per i gruppettari di sinistra è assolutamente normale che decine di migliaia di sedicenti operai occupino la tangenziale bloccando la circolazione. Ormai siamo alla sovversione democratica, al teppismo di partiti e sindacati storici e la chiamano libertà…”.

Intanto, chi protesta ha già rilanciato: “È un corpo a corpo con le aziende, possiamo fare di più, possiamo fare meglio e causare un danno anche maggiore”, ha dichiarato il segretario regionale Fiom Cgil, Giovanni Cotugno, partecipando allo sciopero di Bologna. “Qualora il nuovo assetto nel gruppo dirigente di Federmeccanica non riaprisse il negoziato, facesse, le segreterie metteranno in atto altre iniziative e naturalmente saranno iniziative ancora più pesanti di quelle che abbiamo messo in atto in questi giorni”, ha assicurato al termine della manifestazione di Bologna il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano. Poi, sul corteo in tangenziale, “abbiamo fatto una piccola deviazione di 600-700 metri dal percorso, senza fare blocchi, senza creare particolari disagi, in maniera ordinata, senza scontrarci con la polizia. Speriamo che le denunce non arrivino, nel caso ci difenderemo”. Gravi disagi alla mobilità anche a Genova, dove il traffico nel ponente è rimasto paralizzato a causa dei blocchi in lungomare Canepa e sulla strada Sopraelevata. Migliaia sono scesi in piazza anche a Torino e così in tutta Italia, da Udine a Bari. Cinquemila a Napoli, dove si sono visti striscioni di Leonardo, Hitachi, Schneider, degli appalti di manutenzione dei policlinici e di molte realtà produttive in crisi. “E’ una delle lotte più aspre per il contratto degli ultimi 30 anni, 40 ore di sciopero non si vedevano dal 1997”, ha detto Stefano Bonazzi, segretario Fiom Cgil Genova. “Le proteste hanno certamente causato danni all’impresa, ma hanno fatto perdere anche circa 700 euro ai lavoratori”, ha ricordato Antonio Apa, segretario Uilm Liguria.

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