Più tasse su energia e benzina e una stangata su tabacco e sigarette elettroniche per rimpolpare il bilancio Ue: le ipotesi

Dietro c’è la necessità di rimpolpare i conti del bilancio comune della Ue per il settennato 2028-2034, quando bisognerà fare i conti con l’esplosione degli interessi sui titoli emessi per finanziare il Recovery fundm La Commissione, a caccia di nuove risorse proprie per almeno 30 miliardi l’anno, studia varie opzioni: una tassa sul digitale, una sui visti per turisti finora esenti, una sugar&salt tax sui cibi lavorati, un prelievo sui pacchi extra-Ue e una decisa stretta sul tabacco. Non solo: a rimpinguare le casse potrebbe contribuire anche il discusso Ets2, nuovo sistema per ridurre le emissioni che dal 2027 colpirà direttamente anche carburanti per auto private e riscaldamento domestico. Secondo il Financial Times, nonostante alcuni Stati ne chiedessero il rinvio ora si ipotizza di farlo entrare in vigore nei tempi previsti per dirottare una parte dei proventi nei conti del bilancio comune: una proposta è attesa da Palazzo Berlaymont a metà luglio.
Il capitolo tabacco porta pessime notizie per i fumatori. Bruxelles, che si è mossa dopo la richiesta di 15 Paesi guidati da Francia e Olanda di nuove misure contro il tabagismo, stando a un documento interno rivelato da Euractiv ipotizza di rivedere la direttiva sulle accise per aumentare le tasse sulle sigarette fino al 139%. Da 90 euro per 1000 unità si salirebbe a 215. Peggio ancora per il tabacco trinciato, con un incremento del 258% da 60 euro al kg a 215, e per sigari e cigarilli (+1090%, da 12 a 143 euro per mille unità o kg). Le sigarette elettroniche sarebbero tassate in base alla quantità di nicotina contenuta nei liquidi. L’impatto sui prezzi sarebbe diverso a seconda del Paese perché si terrebbe in considerazione il potere d’acquisto. In Lussemburgo si parla di aumenti del 60% (3,5 euro), in Grecia del 50% (2 euro). Per l’Italia il rincaro arriverebbe a 1 euro a pacchetto. L’impatto sull’occupazione nel settore del tabacco viene valutato “marginale e concentrato in una manciata di Stati membri” visto che meno del 4% del raccolto annuale di tabacco mondiale viene coltivato nell’Ue. Secondo Il Sole 24 Ore il governo Meloni è contrario: il ministro Giancarlo Giorgetti vuole “salvaguardare gli investimenti in Italia nel settore” e “mantenere una tassazione in grado di assicurare la tenuta delle filiere nazionali e dei posti di lavoro in Italia e a tutela dei consumatori”.
L’altro versante riguarda la benzina. Secondo alcune stime, l’Ets 2 potrebbe fruttare fino a 705 miliardi dal 2027 al 2035, stimando un prezzo del carbonio a 149 euro per tonnellata, con previsioni di rincaro delle bollette fino al 41%. Di qui, già nel 2021, le polemiche e i timori di nuove rivolte popolari dopo quella dei gilet gialli. Francia, Polonia e altri premono per un rinvio. Alcuni Stati non hanno neppure trasposto la direttiva, recepita in Italia nell’autunno scorso. La Ue, ricorda il Ft, ha cercato di attutire il colpo introducendo contemporaneamente un fondo sociale per il clima da 86,7 miliardi, alimentato con entrate derivanti dall’imposta sulle emissioni, con cui sostenere le famiglie vulnerabili finanziando un migliore isolamento delle abitazioni, la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento e il miglioramento dei trasporti a basse emissioni.
La politica italiana ha subito alzato un muro contro l’ipotesi di nuove tasse: la Lega parla di “una strategia politica tassa e spendi che farebbe impallidire Mario Monti”, per Matteo Renzi “i tecnocrati di Bruxelles si riuniscano per trovare le idee più stupide”. Pasquale Tridico, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, attacca: “Ulteriore tassa sui consumatori che consumano benzina e riscaldano la loro a casa, non lo possiamo accettare. E’ un boomerang economico e sociale e rappresenterebbe il de profundis per un’Europa che già adesso viene percepita come distante dai cittadini”.