Tra i tanti elementi del delitto di Garlasco che negli ultimi giorni stanno catalizzando l’attenzione mediatica (dall’“impronta 33” ad alcune frasi inquietanti ritrovate tra gli scritti di Andrea Sempio) ce n’è uno che al momento fa rumore sul web. È l’orario in cui si sarebbe consumato l’omicidio di Chiara Poggi. Ieri sera Federica Sciarelli ha mostrato un video inedito di un incontro tra Alberto Stasi e Stefania Cappa in caserma 4 giorni dopo il misfatto. Lasciati soli dai carabinieri, i due fanno ipotesi su quanto accaduto, e alcune parole della cugina della vittima hanno insinuato un dubbio in molti telespettatori, nonché conoscitori piuttosto accaniti del caso di cronaca risalente a 18 anni fa.
Le parole di Stefania Cappa – In questo scambio con l’allora fidanzato di Chiara, Stefania azzarda che si sia trattato di una rapina finita male: “Secondo me qualcuno è entrato lì dentro e lei si è spaventata” prova a ricostruire Stasi. “Ma alle 9 e mezza?” domanda Cappa, “Non lo so a che ora” replica lui prima che l’audio diventi incomprensibile. Sui social, come detto, in molti hanno notato un dettaglio quantomeno curioso: se l’allarme di casa Poggi la mattina dell’omicidio era stato disattivato alle 9:12 stando a quel che fecero sapere gli inquirenti a settembre 2007, come faceva la cugina della vittima “solo 4 giorni dopo a sapere che il delitto fu compiuto alle 9:30?”.
Il giallo dell’orario – Ma che cosa dicono le carte a tal proposito? Il corpo della vittima ai tempi non venne pesato perché all’obitorio mancava una bascula, una bilancia particolare. Questa mancanza ha comportato l’incertezza sull’ora della morte. In un primo momento l’orario presunto fu fissato tra le 10:30 e mezzogiorno, dunque l’aggressione e la morte molto probabilmente si erano verificate non troppo tempo prima dell’arrivo del 118. Successivamente l’orario era stato anticipato e l’omicidio è stato collocato temporalmente tra le 9:12 e le 9:35. Quando il cadavere fu esaminato la prima volta erano da poco passate le 14 e non c’erano ancora né rigor mortis né ipostasi (ovvero ristagni di sangue causati dalla gravità e determinati dalla posizione della vittima). Due giorni dopo il funerale il cadavere era stato riesumato per rilevare le impronte digitali di Chiara: nessuno si era ricordato di farlo.