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Referendum, il voto delle persone con disabilità: dall’accompagnatore, al trasporto gratuito. Cosa fare e scadenze

Le disposizioni per garantire il diritto al voto inclusivo e accessibile. Si può richiedere il voto a domicilio entro il 19 maggio
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Seggi elettorali accessibili, possibilità di voto assistito in determinati casi, servizio gratuito di trasporto organizzato dal comune di residenza per agevolare l’arrivo da casa al seggio, voto a domicilio in particolari situazioni. In occasione dei cinque referendum dell’8 e 9 giugno su licenziamenti, contratti precari, appalti e sicurezza sui luoghi di lavoro e cittadinanza, ilfattoquotidiano.it fa il punto, utilizzando soprattutto il prospetto informativo di Iura-Agenzia per i diritti delle persone con disabilità, sulle varie disposizioni che consentono il diritto al voto inclusivo e accessibile.

L’accessibilità dei seggi – “Uno dei punti fondamentali”, indica l’avvocato Franco Lepore presidente dell’Agenzia Iura, “è garantire l’accessibilità per tutti ai seggi”. Ogni sezione elettorale deve avere almeno una cabina con requisiti specifici come la possibilità di accesso per le persone a ridotta mobilità che utilizzano una carrozzina per spostarsi, lista dei candidati o in questo caso dei referendum i cinque quesiti affissi ad un’altezza che permetta una lettura agevole, piano di scrittura con altezza di 80 centimetri circa e identificazione di tale cabina accessibile con peculiare segnaletica. Se la propria sezione di voto risulta non accessibile, è possibile recarsi presso un’altra sezione che sia priva di barriere architettoniche, comunque restando nel proprio comune di residenza. Ogni comune ha le proprie disposizioni e indicazioni in materia, per esempio il Comune di Milano sul proprio sito ha una sezione per votare ai referendum dedicata ai servizi per le persone con disabilità che necessitano di supporto nell’esercizio del suffragio.

Il voto assistito – L’altro aspetto significativo è il voto assistito, previsto dal DPR n.361/1957, per alcune tipologie di persone che hanno bisogno di essere assistiti nel momento del suffragio, in particolare le persone cieche, gli amputati degli arti superiori, donne e uomini in condizione di paralisi o persone con disabilità con impedimenti di analoga gravità. Questi soggetti possono essere assistiti da un elettore della propria famiglia o di un altro elettore, scelto volontariamente come accompagnatore. La legge n.17/2003 ha stabilito che non è obbligatorio che l’accompagnatore sia iscritto nelle liste elettorali del medesimo comune dell’assistito. “Le persone con quelle compromissioni”, spiega Lepore, “possono presentare un’apposita domanda presso il proprio comune di residenza, corredata da verbale di invalidità/cecità, al fine di far inserire l’annotazione del diritto al voto assistito direttamente nella tessera elettorale personale mediante apposizione di un corrispondente simbolo o timbro”. È necessario, nel caso in cui la disabilità non sia evidente, presentare uno specifico certificato rilasciato da medici designati dall’Asl. Il documento deve indicare che la condizione della persona impedisce all’elettore di esprimere il voto senza l’aiuto di altro elettore. Tale certificato rilasciato dall’Asl è gratuito. Non è possibile ricoprire il ruolo di accompagnatore per più di una persona con disabilità.

Trasporto e voto a domicilio – Uno dei servizi da garantire ai cittadini con disabilità e per consentire loro un più agile diritto al voto è il trasporto. Lo sancisce l’articolo 29 della legge n.104 del 5 febbraio 1992. Prevede, in occasione di consultazioni elettorali o referendum, che i comuni organizzino i servizi di trasporto pubblico gratuito in modo da facilitare agli elettori non autosufficienti il raggiungimento del seggio elettorale. In alcuni casi è anche prevista (legge n.22/2006 aggiornata dalla legge n.46/2009) la possibilità del voto direttamente stando a casa. Possono usufruire del servizio le persone con gravi disabilità e gravissime infermità che non consentono loro di allontanarsi dalla propria dimora. Si tratta di persone non trasportabili che sono in condizione di dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali a casa. “Per avvalersi della facoltà del voto a domicilio”, specifica il numero uno di Iura, “l’elettore deve preventivamente richiedere all’Asl apposita certificazione che attesti la grave infermità. Tale certificazione deve essere rilasciata in data non anteriore ai 45 giorni dalla data delle consultazioni”. Successivamente l’elettore deve presentare la richiesta di votazione presso la propria dimora, al sindaco del comune nelle cui liste elettorali è iscritto, entro il 19 maggio. Il suffragio per queste determinate persone avviene nel corso delle ore in cui è aperta la votazione e viene recepito dal presidente dell’ufficio elettorale di sezione nella cui circoscrizione è residente l’elettore con disabilità.

Aipd: “La Guida al voto facile per tutti” – Nelle settimane antecedenti le consultazioni referendarie l’Associazione italiana persone con sindrome di Down (Aipd) ha stilato una “Guida al voto” per aiutare in maniera semplice le persone con disabilità intellettive ad esercitare il proprio diritto di voto. “Le persone con disabilità intellettiva hanno il diritto e il dovere di votare, ma non tutti lo sanno” dice il presidente Aipd Gianfranco Salbini. “Questa Guida nasce per ribadire e rendere esigibile questo diritto: rappresenta un fiore all’occhiello della nostra associazione, che riconosce autonomia, partecipazione e quindi cittadinanza attiva come valori fondamentali e imprescindibili. Questa nostra iniziativa”, aggiunge, “riscuote sempre un grande successo all’interno non solo della nostra associazione, ma anche di altre organizzazioni, che la utilizzano per promuovere conoscenza e consapevolezza per l’esercizio di un diritto fondamentale, che deve essere di tutti e di tutte”.

Cgil: “Garantire il diritto al voto anche per le persone con disabilità” – “L’Italia è stata fra i primi Paesi dell’Onu ad occuparsi del diritto di voto delle persone con disabilità mediante l’emanazione di importanti leggi ma purtroppo, ancora oggi, capita di imbattersi in alcuni problemi, a causa della mancata conoscenza delle procedure corrette per garantire il suffragio alle donne e uomini con disabilità”. A dirlo a ilfattoquotidiano.it è Valerio Serino, responsabile dell’Ufficio Politiche per il lavoro ed inclusione delle persone con disabilità della Cgil, sindacato tra i principali promotori delle prossime consultazioni referendarie con un esplicita posizione a favore dei Sì. La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata dall’Italia nel 2009, all’art.29 richiede espressamente di “assicurare che le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla vita politica e pubblica su base di eguaglianza con gli altri, direttamente o attraverso rappresentanti scelti liberamente, compreso il diritto e l’opportunità di votare”. “Le disposizioni vigenti forniscono indicazioni precise sull’esigibilità del diritto al voto delle persone con disabilità”, dichiara Serino. “Sono diversi i servizi da garantire come il voto assistito con accompagnatore in cabina, il voto a domicilio per le disabilità più gravi, il voto in altra sezione per motivi di accessibilità, i servizi di trasporto e l’accompagnamento fino alla cabina elettorale. Auspichiamo che venga garantito a tutti il diritto di voto”.

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