Di fronte all’Intelligenza Artificiale meglio tornare a chiedersi cos’è un essere umano. Il ritorno di Andrea Pezzi allo “spettacolo” – il 27 maggio al Teatro Carcano di Milano con Intelligenza Naturale – passa proprio dal tema più gettonato del presente. Cinquantuno anni e la faccia ancora da ragazzino, una carriera radio televisiva fulminante tra gli anni novanta e gli anni dieci, un passo di lato economicamente redditizio come creativo di successo nel mondo dell’advertising e della tecnologia, ora presocratico da Alfonsine (Ravenna) su un palco teatrale. “Nello spettacolo c’è un momento in cui parlerò in romagnolo stretto”, ci spiega Pezzi nel suo open space con tendine plissé, poltrone in pelle umana (e animale), di MINT sui Navigli milanesi. “C’è un video sul web dove vengo intervistato, ragazzino e sbarbato, sull’uso dei preservativi al Gulliver di Alfonsine. Era il periodo in cui bisognava insegnare a tutti ad usare il profilattico. Li ho ancora un pesantissimo accento romagnolo”.
Su MTV parlavi con una cadenza impeccabile…
“Il romagnolo l’ho pulito, se così si può dire, perché da ragazzino avevo questa smania di andarmene. E andando ho fatto un viaggio dove sentivo che non parlavano romagnolo. Sai, io sono stato iscritto da FIGC, ma non sapevo che fosse un partito. E per me era, ovviamente, la cosa che dovevi fare nella vita per esistere. Sennò non lavoravi in radio, altrimenti non andavi al bar. Ad Alfonsine PDS di Occhetto e Rifondazione di Cossutta prendevano il 90%”.
La Stalingrado d’Italia…
“Anche se quella comunità aveva un grande valore, esisteva un mondo fuori da questa specie di meraviglioso Truman Show. Nel momento dell’emancipazione hai bisogno di mettere in discussione i tuoi genitori come la tua lingua, fa parte del processo.
A MTV però potevi parlare in milanese…
“Sì, perché i milanesi, come i romani, hanno il condono. I napoletani, invece, se lo prendono da soli”.
Torni ogni tanto ad Alfonsine?
“A trovare mia mamma. È ancora lì ad 82 anni che lotta insieme a noi. Ancora indipendente, si fa i cazzi suoi. La più grande lezione che mi ha dato è la libertà. È la mia fan numero uno”.
Le hai letto il testo dello spettacolo?
No ma va. Mi direbbe (Pezzi usa l’accento romagnolo ndr) ma da dove sei venuto fuori? Cosa c’entri con questa famiglia qui. Comunque mia nonna Lia era un mito assoluto. Fu ospite del mio programma di scommesse, 2008. La domanda era: quando hai perso la verginità? Dopo quella sera i vicini non le rivolsero più la parola. Per tre mesi non parlò più nemmeno a me. Faceva la rappresentante dei prodotti casalinghi della Stanhome, girava la Romagna. Mio nonno, un fascistone, le disse: se non mi dai almeno un maschio, io me ne vado. Nonna ebbe tre figlie e lui se ne andò. Lei rimase sola e credo si fece qualche amante in giro per la Romagna. Sapeva dettagliarti la pratica come nessuno. Era la maestra teorica, ovviamente, di tutti i miei amici”.
Andiamo allo spettacolo. Intanto il titolo: Intelligenza naturale.
Gioco chiaramente con il concetto di intelligenza artificiale guardando quello che sta succedendo. Credo che il digitale e la rivoluzione digitale in atto siano una ottima opportunità per riprendere alcuni concetti fondamentali. Quelle domande che ci siano sempre fatti, a cui forse era un piacere intellettuale rispondere una volta, e che oggi tornano necessarie. Se oggi non capisci, per esempio cosa può essere un essere umano, domanda banale ma vertiginosa per la sua importanza, sei fottuto. Oggi stai davvero giocando la partita della conservazione della specie. Non so quanto ce ne stiamo rendendo conto”.
La cosiddetta rivoluzione dell’IA…
Credo che ci siano più o meno tre grandi passaggi su questa rivoluzione. Il primo riguarda l’intelligenza artificiale, intesa così come la stiamo vedendo. Una capacità razionale analitica di raccogliere dati, chiedere informazioni al sistema in modalità pull e arrivare a delle conclusioni.
Secondo passaggio…
Se ci saranno questi computer quantici, probabilmente nascerà una coscienza artificiale, una coscienza sintetica, perché chiaramente si faranno sperimentazioni e la coscienza, cioè l’idea di sé sarà possibile che si materializzi dentro l’intelligenza artificiale.
La riproducibilità artificiale della coscienza, ho sentito bene?
Sì, non è affatto implausibile che l’intelligenza artificiale abbia la capacità di coscienza nel senso di riflessione del sé; cioè che si costituisca un’idea dell’io e di una memoria nell’IA. Per farlo deve avere una capacità di calcolo anche a varianti contrapposte, come soltanto i computer quantistici riescono a produrre.
E come funzionano i computer quantistici?
Secondo la logica dell’entanglement. Quel modello per cui tu hai nella fisica quantistica dei quanti subatomici. Una particella viene messa in contatto con un’altra particella una volta nel tempo poi vengono spostate. La particella che è qui vibra e contemporaneamente, dall’altra parte dell’universo, la particella che era prima vicina vibra a sua volta, come se non ci fossero spazio tempo. Il concetto di entanglement giustifica il motivo per cui noi spesso abbiamo delle sensazioni su persone che non sono vicino a noi, ci danno delle capacità di capire, di cogliere la realtà anche secondo logiche non solo razionali.
Terzo passaggio?
Quello fondamentale e pericoloso, quasi più un problema di legge: daremo a queste intelligenze analitico sintetiche anche la capacità di volontà?
Pare Asimov…
Nel momento in cui l’intelligenza artificiale dovesse diventare anche capace di una propria volontà allora saremo tra le pagine di Io, robot.
I fisici quantistici sono speso tacciati di essere dei visionari, e sono anche un po’ emarginati…
Io sono una persona curiosa e guardo le cose con curiosità quindi non distinguo secondo classe di serie A o B. Per me sono informazioni interessanti che mi appassionano, mi stimolano ad una riflessione. Ritorniamo allo spettacolo. Tutto questo mi serve perché fa capire quanto le domande fondamentali della filosofia soprattutto presocratica siano oggi di straordinaria attualità. Tutto quello che ti racconto non ha lo scopo di dire voglio parlare di tecnologia o fisica quantistica (c’è chi lo fa meglio di me). A me interessa tutto questo nella dimensione in cui mi obbliga a interrogarmi su me stesso. E questa è una domanda universale che si può fare dal contadino al più grande dei filosofi con la stessa dignità perché è una domanda naturale che fa parte dell’esigenza spontanea di chi sta al mondo quindi non ha una gerarchia non è divisa in competenze e in professionalità. Detto questo la competenza tra poco anche di un fisico non servirà più a un tubo.
Prego?
L’intelligenza artificiale al fisico teorico piuttosto che a quello classico gli farà barba e capelli. Con questo smartphone sarò in grado di avere più competenze sulla fisica e una dialettica più precisa sulle mie idee di qualunque dialettica che io possa mai fare con un essere umano. Se vogliamo stare alla scienza perché la scienza oggi si nutre di tecnica, ecco la scienza è battibilissima.
Rimarrà qualcosa di imbattibile o rimarremmo sconfitti dall’AI?
L’intelligenza naturale, quella forma di capacità di astrazione, d’intuizione, quello di cui parlo nello spettacolo non sarà mai battibile. Sono caratteristiche che vanno difese, capite, chiarite, identificate, isolate e amplificate.
Ho letto che vuoi portare questo spettacolo nelle scuole e negli atenei…
Come fondazione lavoriamo affinché gli studi in filosofia, come questo spettacolo, vengano portati nelle aziende. Vorrei che i manager studiassero filosofia come a scuola, perché questo a me ha cambiato la vita. Si tratta di dare un senso pratico alla filosofia, costruire il ponte tra pensiero e realtà.
Online c’è un video di presentazione dello spettacolo da Red Ronnie mentre lui parla di oggetti volanti…
Red mi piace perché è un essere umano speciale. Gli hanno regalato un fazzoletto con dei dischi volanti e io lo prendevo un po’ in giro però, in fondo, Red spiega che in un’epoca di dogmi ideologici porci delle domande grandi non è sbagliato. Ogni tanto Red ospita persone che fanno piuttosto ridere ma io le trovo affascinanti. Penso alla mia infanzia in Romagna. C’era il fenomeno di paese, un tizio che mi raccontava di aver studiato con Majorana. Per tutti era il matto del villaggio e io lo andavo a trovare in questa casa piena di polvere. “Non va tolta”, diceva, “perché è la luce”. Che non è altro che un modo geniale per dire non ho voglia di pulire. Però questo fenomeno mi riempiva di entusiasmo perché vedevo nei suoi occhi uno che ci credeva. Da sempre mi piacciono le persone che in fondo non si curano troppo di quello che pensano gli altri. È una cosa anarchica romagnola che io non riesco ad abbandonare.
Comunicavi spesso questa tua meraviglia anche quando facevi tv…
Quando perdi questa meraviglia muori; se dopo inizi a prendere le cose sul serio sei fottuto. Al Fatto avete un direttore che a me piace. Travaglio, che è cattivissimo, e che ultimamente sta dicendo cose che condivido moltissimo, mi piace perché ha il senso del ridicolo. Quella capacità che stai dicendo una cosa in modo convinto, ma anche sticazzi. Meraviglia e sberleffo sono caratteristiche antirazionali, antilogiche anti-analitiche, anti-intelligenze artificiali cioè dimostrano che quella persona è umana. Invece quando tu vedi uno convinto, serio, che te la vuole dire proprio pesante, ti potrei fare mille nomi nella politica come nell’impresa allora dico: questo è un pagliaccio.
A proposito di mamme: puoi spiegare alla mia mamma – che leggendo la tua pagina di Wikipedia non ha capito nulla – cosa hai fatto di lavoro in questi ultimi anni?Ho fatto l’imprenditore nel mondo dei contenuti poi del digitale e per progressione ho sviluppato MINT, una tecnologia fatta di pura Intelligenza Artificiale
Ancora l’intelligenza artificiale…
Ci sono agenti sintetici che fanno un lavoro che facevano gli umani: siamo una sap dell’advertising. L’IA reagisce in tempo reale e in maniera automatica a tutti gli stimoli come un essere umano non potrebbe fare. Quest’azienda ha un impatto di mercato devastante. L’ad di oggi è negli Usa. Io non sono un manager vero, rimango un creativo. Ho idee, visioni e la cazzimma, e attorno mi sono circondato di persone più brave di me. Forse presto cambierò ancora lavoro… MINT potrebbe presto essere acquisita da qualche fondo internazionale.
Torni ad Alfonsine?
Lavorerò solo con la mia Fondazione. Lavorare con le università per preparare il mondo di domani. Il mio sogno è finanziare lo studio di qualche ragazzo o ragazza che sappia immaginare il mondo di domani, quando l’AI governerà il mondo. Un poco come fece Marx nell’ottocento dando forma alla società industriale.
Marx, IA, advertising… e dire che in redazione mi avevano chiesto di parlare del Pezzi seduttore…
Il sesso è sopravvalutato. Da ragazzino ti dicono di farlo spesso perché biologicamente sei una esplosione ma la testa e il cuore sono ancora poca cosa. Solo invecchiando riesci a mettere tutto in una prospettiva di vero e pieno piacere.
In un’intervista spiegasti un tuo lungo momento di castità…
Durò quattro-cinque mesi. I giornali ogni tanto esagerano…. ci hai mai fatto caso?