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Stupro di gruppo a Palermo, nuova condanna 4 anni e 2 mesi per revenge porn

La gup ha condannato Angelo Flores per avere girato e poi diffuso le immagini della violenza. Era già stato condannato a sette anni per lo stupro
Stupro di gruppo a Palermo, nuova condanna 4 anni e 2 mesi per revenge porn
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C’è una nuova condanna per lo stupro di gruppo di Palermo. Stavolta l’accusa è di revenge porn, ovvero per avere girato e poi diffuso le immagini della violenza. La gup Stefania Brambille, con rito abbreviato, ha condannato Angelo Flores a 4 anni e 2 mesi, quasi il doppio di quanto aveva chiesto la procura di Palermo(2 anni e 4 mesi). Flores, 25 anni, è stato anche condannato al risarcimento alla vittima di 2.000 euro ed era stato già condannato per lo stupro di gruppo a sette anni, in primo grado, lo scorso 9 novembre.

La condanna è diventata definitiva per 5 dei 6 ragazzi (più in minorenne già condannato anche in appello) condannati lo scorso autunno, perché dopo la condanna in primo grado hanno rinunciato a fare ricorso. A rinunciare all’appello anche Flores. Era stato lui ad organizzare la serata assieme alla 19enne con la quale aveva un legame e aveva avuto già degli incontri intimi. Il 6 luglio del 2023 Flores aveva coinvolto altri 6 amici. Prima sono andati a bere alla Vucciria, poi sono andati al Foro Italico dove è stata consumata la violenza. Quella stessa notte la ragazza, in stato di evidente disagio fisico, aveva chiesto aiuto ad un amico. In un primo momento non aveva voluto denunciare, non per dubbi su quel che era accaduto ma per “rassegnazione”, avevano scritto i giudici di primo grado nelle motivazioni della sentenza di primo grado.

Scattavano dunque le indagini che avrebbero permesso di risalire ai ragazzi. Con Flores sono stati condannati a 7 anni anche Gabriele Di Trapani, Christian Maronia ed Elio Arnao, mentre Cristian Barone ha avuto una condanna a sei anni e 4 mesi e Samuele La Grassa a 4 anni e otto mesi, l’unico quest’ultimo ad avere fatto ricorso in Appello. “Cumpa’ l’ammazzammu… sviniu chiussai di na vota (è svenuta più di una volta, ndr)… O una ficcammu in sette u vo capiri…”, si sente in una delle intercettazioni raccolte dagli inquirenti che hanno arrestato i ragazzi dopo più di un mese di indagini.

Determinanti per le indagini sono state proprio le immagini girate da Flores che riprendevano la violenza di gruppo. Quelle immagini, secondo quanto ricostruito dall’accusa, sono poi state diffuse ad altri amici. Poco dopo la condanna a sette anni, l’avvocata, Leonarda Lo Presti, aveva avanzato una richiesta di arresti domiciliari che era stata rigettata dalla prima seconda sezione penale del tribunale, presieduta da Roberto Murgia per “pericolo di reiterazione del reato”. Flores, che ha reso dichiarazioni spontanee, ha chiesto scusa per aver inviato i video e ha sempre sostenuto che fosse stata la vittima a chiedergli di girare il video durante lo stupro. La ragazza si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Carla Garafolo e ora dovrà essere risarcita. “Quello del revenge porn è un reato ancora più odioso. Diffondere video e foto intime crea alla vittima una violenza infinita, visto che quelle immagini possono continuare a girare per anni”, ha commentato Garafolo.

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