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Afghanistan, i Talebani vietano anche gli scacchi: “Stimolano il gioco d’azzardo”

Gli scacchi "sono considerati un mezzo per scommettere denaro", il che è proibito dalla legge sulla diffusione della virtù e la prevenzione del vizio
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L’oscurantismo talebano, dopo aver imposto di fatto la reclusione e il silenzio alle donne e vietato l’arte nella sue diverse espressioni, adesso si accanisce anche sullo sport. Questa volta la scure dei padroni dell’Afghanistan si è abbattuta su uno sport apparentemente lontano da qualsiasi violazione di precetto religioso: gli scacchi. Da oggi le partite saranno invece vietate perché, sostiene il gruppo armato islamista, possono stimolare il gioco d’azzardo violando quindi i ‘principi morali’ salvaguardati dal gruppo guidato dall’Amir al-Muminin, Hibatullah Akhundzada.

Gli scacchi “sono considerati un mezzo per scommettere denaro“, il che è proibito dalla legge sulla diffusione della virtù e la prevenzione del vizio (Pvpv) approvata lo scorso anno, ha spiegato Atal Mashwani, portavoce della Direzione sportiva. Trattandosi di “questioni religiose”, “gli scacchi saranno sospesi in Afghanistan finché queste considerazioni non saranno affrontate”, ha aggiunto senza specificare la sanzione per la violazione.

Azizullah Gulzada, 46 anni, proprietario di un bar di Kabul dove i clienti si dedicavano volentieri a questo gioco, afferma che farà rispettare il divieto, ma non è convinto dalle argomentazioni religiose. “Molti Paesi musulmani hanno giocatori di livello internazionale che partecipano a partite internazionali – ha detto all’Afp – Molti giovani venivano qui ogni giorno senza soldi con cui scommettere”.

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