Mur diffida la società Royal Exor: corsi online per l’abilitazione al sostegno usando la sigla del ministero. Il nodo delle abilitazioni all’estero

Il ministero dell’Università e della Ricerca ha diffidato la società “Royal Exor” Srl – che offre percorsi per l’abilitazione al sostegno e altri corsi online tramite il sito www.corsimiur.com – a non usare la denominazione “Miur” perché “può indurre in errore gli utenti del sito, facendo loro erroneamente ritenere che vi sia un avallo ufficiale delle istituzioni”. La notizia è trapelata dagli uffici della ministra Anna Maria Bernini ed è stata confermata a ilfattoquotidiano.it dall’amministratore unico della società Francesco Vergari. Secondo il ministero, sul sito web sono stati usati in maniera “impropria” la dicitura e il logo un tempo riferiti al ministero dell’Istruzione e dell’Università diviso ora in Mim (Ministero dell’Istruzione e del merito) e Mur (Ministero dell’Università e della ricerca).
Per gli uffici di largo Antonio Ruberti a Roma, “l’utilizzo di questa denominazione risulta illegittimo e privo di autorizzazione da parte delle autorità competenti”. La diffida è stata inviata alla società dopo una serie di verifiche effettuate da due direzioni del ministero ed è stata accolta dalla società “Royal Exor” Srl che attraverso il suo studio legale, giovedì 10 marzo, ha fatto sapere al ministero “la volontà di voler dar seguito alla richiesta”. Attualmente la sigla “miur” continua a essere presente nel dominio del sito, ma è stata modificata nell’intestazione della homepage in “corsi iur.com”. Vergari, interpellato da ilfattoquotidiano.it, ha dichiarato: “Avevamo creato il brand ai tempi in cui c’era ancora il Miur. Non siamo d’accordo con quanto ci hanno contestato ma asseconderemo la richiesta. Non abbiamo nulla da nascondere. Non vogliamo ingannare nessuno scambiandoci per il Miur ma solo identificare i corsi che facciamo in convenzione con Keplero che ha tutte le carte in regole”.
Sulla società “Royal Exor srl” nelle scorse settimane aveva sollevato il caso, con un’interrogazione, il consigliere della Provincia autonoma di Bolzano (dove ha sede la società) Filippo Degasperi che a seguito di alcune segnalazioni aveva chiesto se fosse confermato il riconoscimento del ministero dell’Istruzione e del Merito, per i corsi. Sotto accusa i costi e l’effettiva validità del titolo: come si legge online, l’offerta prevede per “specializzarsi validamente al sostegno in Spagna”, master in italiano L2 (890 euro ); trenta Cfu per abilitati a classe di concorso (2.500 euro), corsi di perfezionamento in metodologia Clil (500 euro) e altri. A Degasperi ha risposto – per iscritto il 18 febbraio scorso – l’assessore provinciale all’Istruzione Marco Galateo: “Da una prima verifica online non risulta che la suddetta società rientri tra gli enti accreditati e riconosciuti dal Mim”. E non solo: “L’amministrazione scolastica non è a conoscenza della ditta Royal Exor s.r.l. di Bolzano citata”.
Vergari ha replicato minacciando querele per diffamazione ai giornalisti che hanno dato conto del fatto: “Io per lavorare non ho bisogno dell’accreditamento e non mi interessa averlo”, ha sostenuto con ilfattoquotidiano.it. “Noi eseguiamo i corsi attraverso una regolare convenzione con l’ente più importante in Europa: Keplero education. Chi ha scritto contro di noi ha messo a rischio la busta paga di 104 dipendenti. Oggi esiste la libertà di formazione: ci si può diplomare in Francia e fare un riconoscimento del titolo in Italia se compatibile. Rispettiamo la normativa europea e attraverso Keplero eroghiamo corsi che hanno la garanzia dell’università Nebrija in Spagna”, ateneo privato ufficialmente riconosciuto con sede a Madrid.
Il consigliere Degasperi, nell’interrogazione di febbraio, aveva inoltre dichiarato che “la società ha sede in via dei Portici 13 a Bolzano”, ma “verifiche sul posto hanno consentito di appurare che nessuno in via Portici 13 ha e ha mai avuto contezza della presenza di tale società”. Su questo punto Vergari ha replicato: “Quando ho aperto la società ho fatto l’errore di stipulare un accordo con una sede legale in una via sbagliata, ma l’ho corretto”.
“Royal Exor” Srl risulta essere il “venditore” di Keplero. Tantissimi giovani si affidano a percorsi abilitanti sul sostegno esteri che hanno bisogno di un percorso di equipollenza: corsi molto costosi ma che possono essere fatti online evitando molti problemi. Il cliente che contatta corsimiur.com (che in questo momento riporta un video della Rai in cui vi sono le dichiarazioni di Valditara contro i diplomifici con un commento della società: “Attenzione: ultimo anno utile per recuperare cinque anni in uno”) ha a disposizione più numeri telefonici che spiegano tutto e rinviano, prima di fare il contratto, ad un incontro online: “Il nostro è un titolo estero. La scelta di scegliere l’Università di Madrid è dovuta solo dal fatto che a differenza del percorso Tfa in Italia non prevede esame preselettivo; ha una durata solo di sei mesi ed è completamente online dalla formazione teorica all’esame al tirocinio, senza obbligo di frequenza. Terminati i sei mesi provvederemo noi alle pratiche legali per il riconoscimento. In Italia sarà un titolo che consente l’accesso alla prima fascia di concorso sul sostegno. Mettiamo a disposizione una videochiamata con un consulente didattico. Il costo è di 5,500 euro che è possibile rateizzare per sei mesi. La quota d’iscrizione, invece, la fornirà il consulente”.
Resta aperta la questione delle Università estere. Il Mur, interpellato da ilfattoquotidiano.it fa sapere che “in attesa della istituzione di specifiche classi di abilitazione e della compiuta regolamentazione dei relativi percorsi di formazione, la specializzazione per l’attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità si consegue esclusivamente presso le università” italiane.
Il tirocinio formativo prevede un percorso formativo universitario che si conclude con l’acquisizione di 60 Cfu, il cui accesso è definito annualmente dal ministero dell’Università e della Ricerca sulla base del fabbisogno individuato dallo stesso a cui spetta la programmazione regionale degli organici del personale docente della scuola e delle necessità di personale specializzato per il sostegno didattico degli alunni con disabilità. “In considerazione della normativa di riferimento, nessun altro ente – pubblico o privato – è legittimato – spiegano da Roma – a erogare percorsi alternativi validi ai fini del conseguimento della specializzazione sul sostegno didattico, se non istituzioni universitarie autorizzate dal competente ministero”.
Impossibile, tuttavia, avere un elenco degli enti accreditati che pare non esserci. Non solo. Gli uffici della ministra Bernini ci fanno sapere che il ministero è privo di poteri ispettivi.
Un tema delicato sul quale è intervenuto più volte il segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile: “E’ necessario eliminare il numero chiuso delle università per l’accesso ai corsi di specializzazione e la necessità, prima dell’avvio dei corsi, di mettere in stretta relazione il numero dei posti con il fabbisogno territoriale. Ciò eviterebbe di assegnare agli alunni con disabilità docenti senza titolo che, per conseguirlo, sono costretti, appunto, a recarsi all’estero cadendo, nella maggior parte dei casi, nella morsa della speculazione. I titoli di specializzazione nel sostegno conseguiti in Spagna, ma anche in Romania o a Malta hanno rappresentato negli ultimi 4-5 anni un vero e proprio business: agenzie collegate a enti formatori o università estere propongono ad aspiranti docenti italiani di acquisire titoli di sostegno interamente on-line, con percorsi e impostazioni didattiche completamente diverse rispetto ai corsi di specializzazione delle università italiane”.
Parliamo di Paesi nei quali esistono le classi speciali, abolite in Italia dal 1977, quindi le impostazioni culturali e didattiche sono molto lontane dal modello della scuola inclusiva che abbiamo in Italia. La diffusione di questi titoli – secondo la Uil – ha assunto dimensioni rilevanti: ad oggi sono state presentate al Ministero dell’Istruzione più di 12mila domande di riconoscimento di titoli acquisiti all’estero, di cui almeno 10mila ancora inevase.
Grazie al Ministro Valditara questi titoli hanno avuto un forte riconoscimento: è stato consentito l’inserimento in graduatoria e la stipula dei contratti di supplenza anche a chi era ancora in attesa di una validazione del titolo estero e grazie al Decreto-Legge n. 71/2024 è stata avviata una vera e propria sanatoria. In cambio della rinuncia al contenzioso e al riconoscimento del titolo estero viene garantito l’accesso senza selezione a corsi interamente telematici che permetteranno di conseguire una specializzazione valida in Italia in soli 4 mesi. “A fronte quindi – ci spiega D’Aprile – di un modello formativo consolidato, come quello del Tfa sostegno, con corsi da 60 Cfu, formazione in presenza, laboratori, tirocinio per oltre 150 ore in classe, si sceglie di optare corsi on-line che abbasseranno la qualità della formazione a discapito degli alunni e della scuola”.