Concorso docenti, errore nei quesiti di una sessione: candidati riconvocati per rispondere a una sola domanda

Oltre al danno anche la beffa per miglia di docenti che hanno partecipato al concorso Pnrr2 per la scuola secondaria: per un errore nel quesito somministrato nel turno pomeridiano dello scorso 27 febbraio dovranno tornare davanti alle commissioni per rifare in cinque minuti una sola domanda. A riconvocare i candidati in queste ore è stato il ministero dell’Istruzione e del Merito con un decreto del direttore generale Maria Assunta Palermo.
L’errore è stato compiuto dall’università incaricata di redigere i quesiti a seguito di un avviso pubblico ma successivamente il tutto è stato validato dalla Commissione nazionale 2023 composta da docenti universitari, dirigenti tecnici, dirigenti scolastici e docenti. Nessuno si è accorto che il quesito quattro del turno sei non aveva alcuna risposta esatta. Ai professori è stato formulato questo tema: “Il concetto di ‘diffusione di identità’ è stato proposto da: [a] Milton Erikson. [b] Jean Piaget. [c] Sigmund Freud. [d] John Bowlby”. Peccato che questo concetto è stato introdotto dallo psicologo Erik Erikson nell’ambito della sua teoria dello sviluppo psicosociale in particolare durante la fase dell’adolescenza.
Ai candidati di ciascun turno sono stati sottoposti cinquanta quesiti a risposta multipla, di cui quaranta volti all’accertamento delle conoscenze e competenze in ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico-metodologico, cinque relativi alla conoscenza della lingua inglese e cinque alle competenze digitali finalizzate alla didattica. In totale trecento quesiti a risposta multipla ma per uno errato ora sarà il caos. Alcuni candidati a febbraio si erano subito accorti dello sbaglio tant’è che al ministero erano arrivate 43 segnalazioni. Il 4 aprile scorso il presidente della Commissione nazionale ha comunicato che, a motivo della presenza di un errore materiale, nessuna delle risposte risultava esatta. Da qui la decisione di rifare la domanda il prossimo 5 maggio. I candidati che non prenderanno parte alla prova suppletiva manterranno il punteggio conseguito.
L’ennesimo pasticcio dei concorsi Pnrr dove sono coinvolti oltre 200mila candidati, tra scuole dell’infanzia, primaria e secondaria, per circa diciotto mila posti totali a disposizione. Ad attaccare il governo su questa questione è il Movimento 5 stelle: “Il concorso ordinario per la scuola secondaria, ha assunto contorni paradossali. Dopo le prove scritte di fine febbraio, caratterizzate da errori nei quesiti e risposte ambigue, i candidati – spiegano gli esponenti in commissione cultura alla Camera – sono stati abbandonati nel silenzio più totale. Nessuna comunicazione ufficiale, nessun chiarimento: per settimane, migliaia di partecipanti sono rimasti in attesa, sospesi in un limbo inaccettabile per un concorso pubblico. Solo di recente il Ministero ha riconosciuto le anomalie, proponendo una prova suppletiva dai contorni discutibili”.
Il Movimento già il 12 marzo con un’interrogazione parlamentare aveva chiesto conto della gestione approssimativa dell’intera vicenda. “È fondamentale – dicono gli onorevoli – chiarire tutti i dubbi sulla trasparenza del ricalcolo dei punteggi e sulle conseguenze per l’accesso alla prova orale. È inaccettabile che un intero sistema di reclutamento venga gestito con tale superficialità, mettendo a rischio non solo le aspirazioni dei candidati ma anche la credibilità dell’istituzione scolastica stessa. Serve rispetto per chi lavora e studia per anni in attesa di un’occasione: non silenzi e soluzioni improvvisate”. A loro si uniscono i sindacati. “Ancora una volta l’amministrazione – spiega la segretaria nazionale della Flc Cgil, Gianna Fracassi – dimostra inadeguatezza e incapacità nel gestire le prove concorsuali, obbligando di fatto tanti docenti a ripetere la prova con un solo quesito, dopo che questi hanno investito tempo, impegno e denaro. Tante sono state le segnalazioni di quesiti errati da parte dei candidati e della Flc che li ha rappresentati al Ministero. La responsabilità di questo disastro è totalmente in capo al ministero che, così facendo, apre la strada al contenzioso mettendo a rischio anche il regolare avvio del prossimo anno scolastico”.
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