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Diciotto mesi per le motivazioni di una sentenza, giudici in pensione per scriverle. Corruzione prescritta

La notizia arriva da Genova e il caso è quello nato dall’inchiesta su un giro di escort in cambio di appalti. Un'inchiesta che aveva fatto molto rumore anche per le intercettazioni che erano agli atti
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Giustizia lenta e senza pietà per chi era andato in pensione, ma anche imputati che hanno il diritto di fare ricorso. Che però potranno contare su una quasi sconta prescrizione. Diciotto mesi ci sono voluti, infatti, per scrivere le motivazioni di una sentenza d’appello che confermava le condanne di primo grado. Ma a lavorare sono stati giudici che non erano più servizio, pur avendo mantenuto la “delega” a occuparsene come scrive Il Secolo XIX. La notizia arriva da Genova e il caso è quello nato dall’inchiesta su un giro di escort in cambio di appalti. Un’inchiesta che aveva fatto molto rumore anche per una serie di intercettazioni che erano agli atti.

La corte di appello del capoluogo ligure a ottobre 2023 aveva confermato, seppur con qualche riduzione, le condanne per gli ex dirigenti dell’Amiu, la municipalizzata del comune di Genova che si occupa dei rifiuti, e alcuni imprenditori che avevano ricevuto appunto gli appalti. Erano state ridotte anche le confische che erano passate da quasi due milioni a poco più di un milione. I giudici si erano presi 90 giorni per il deposito delle motivazioni. Motivazioni che, invece, sono arrivate una settimana fa. Facendo ovviamente correre i termini di prescrizione per reati commessi nel 2013.

I tempi lunghi avevano già riguardato il processo di secondo grado perché il collegio giudicante aveva chiesto una nuova perizia che era durata un anno. In particolare, l’ex responsabile affari generali Amiu Corrado Grondona era stato condannato a 5 anni e sei mesi (in primo grado cinque anni e nove mesi); confermate le condanne a quattro anni e sei mesi per Vincenzo e Gino Mamone; ridotte a quattro anni a Daniele e Stefano Raschellà (da 4 anni e un mese); per Claudio Deiana confermata la condanna a 4 anni e 6 mesi. Per l’accusa l’allora dirigente Amiu avrebbe favorito gli imprenditori amici in cambio di serate al ristorante e con escort per avere appalti per lo smaltimento dei rifiuti. In primo grado era caduta l’accusa di associazione a delinquere ma erano rimaste in piedi le accuse di corruzione.

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