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Balneari, Salvini sfida la Ue: nel decreto sugli indennizzi “equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi anni”

Bruxelles aveva chiesto al governo italiano di concedere ai concessionari uscenti solo la copertura degli investimenti non ammortizzati
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Matteo Salvini snobba le indicazioni della Commissione europea sugli indennizzi ai balneari che perderanno le gare per la propria concessione. Nei giorni scorsi Bruxelles aveva fatto avere le proprie osservazioni sulla bozza del decreto, in cui si chiedeva al governo italiano di concedere solo la copertura degli investimenti non ammortizzati. Invece nel testo presentato oggi dal ministro delle Infrastrutture alle associazioni di categoria campeggia la previsione che l’indennizzo verrà calcolato sì sugli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione, ma aggiungendo “l‘equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni”. Il vicepremier italiano ignora quindi le richieste europee, come aveva annunciato qualche giorno fa gli Stati generali del turismo balneare dicendo: “Ai miei uffici ho fatto rispondere “grazie, il decreto ce lo scriviamo noi perché siamo un paese sovrano”. Purtroppo c’è qualcuno a Bruxelles che ritiene che il subentrante dovrebbe lasciare una mancia a chi lascia. Un roba del genere non la firmo”.

“Il diritto a un indennizzo è tra le novità più rilevanti del decreto legge salva-infrazioni”, si legge nella nota del Mit. “Nel corso del tavolo consultivo sulle concessioni demaniali marittime, organizzato al Mit e presieduto dal Ministro Matteo Salvini, è stato ribadito che il decreto indennizzi dovrà essere adottato in piena coerenza con quanto previsto dal decreto legge salva-infrazioni. L’indennizzo dovrà essere calcolato sugli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione a cui va aggiunta l’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni”. Questo anche se “sul tema, sono pervenute dalla Commissione Ue stringenti osservazioni“.

In caso di mancata adozione del decreto indennizzi attuativo del decreto infrazioni, gli importi dei canoni per le concessioni “saranno automaticamente aumentati del 10%“, continua il documento, che attesta come “il totale complessivo dei canoni riscossi nel 2024 per concessioni con finalità turistico-ricreative” corrisponda a circa 84,4 milioni di euro. A fronte di un giro d’affari stimato in 15 miliardi.

Intanto sulle concessioni continua a regnare il caos. Il Tar Toscana, come riportato da Il Tirreno e La Nazione, ha accolto il ricorso della società Maitò dal 1960 contro il Comune di Forte dei Marmi (Lucca), annullando la decisione dell’ente di ridurne la durata al 31 dicembre 2023: nella decisione, i giudici hanno stabilito che le concessioni rilasciate prima del 28 dicembre 2009 devono considerarsi valide fino al 31 dicembre 2033, in ossequio a quanto previsto dalla legge 145/2018. “La sentenza è interessante perché conferma la validità delle concessioni rilasciate prima del 2009 fino al 2033 – commenta in una nota Stefania Frandi, responsabile legislativo nazionale Sib Confcommercio -, ma risulta in contrasto con l’orientamento consolidato del Consiglio di Stato. Ciò fa capire che il tema della durata delle concessioni demaniali marittime non è ancora definitivamente risolto. Ragionamenti possono ancora essere posti in essere e ci aspettiamo che il governo faccia chiarezza anche sulla sorte dei titoli già rilasciati, che potrebbero essere convalidati con motivazioni differenti”.

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