Stati Uniti, Russia e Ucraina fanno le prove per la pace e l’Unione europea rimane a guardare. L’esclusione dai colloqui del secondo partner di Kiev nel conflitto da giorni genera nervosismo e preoccupazione tra le cancellerie europee. Mercoledì i ministri degli Esteri di Germania, Francia e Spagna hanno voluto lanciare il loro messaggio: “Non ci può essere un accordo senza la partecipazione di Kiev e dell’Europa”. Peccato che Kiev, come dimostrano le dichiarazioni soddisfatte di Volodymyr Zelensky dopo la telefonata avuta con Donald Trump, sembra pienamente coinvolta, a differenza di Bruxelles.
Così giovedì è stato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, a intervenire di nuovo sulla questione: “Non è ancora chiaro a quali condizioni l’Ucraina sarà pronta ad accettare un accordo di pace che non può essere imposta”, ha affermato parlando a Politico. Anche l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, non si sposta dalle posizioni tenute negli ultimi mesi: “Questa mattina ho incontrato il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov. Mi ha assicurato che gli ucraini sono fermi e non rinunceranno alla loro libertà e al loro territorio. Anche l’Europa sarà ferma e continuerà a sostenere l’Ucraina nella sua lotta”. “Noi continuiamo la lotta, siamo forti, siamo capaci, ce la faremo”, ha poi dichiarato lo stesso Umerov. Ci ha pensato però il falco putiniano, Dmitrij Medvedev, a rispondergli: “L’Ue non è stata coinvolta perché debole e inutile”.
A sera è arrivata anche la risposta a muso duro del Cremlino, secondo cui i Paesi della Ue farebbero meglio a parlarne con Trump. È stato il portavoce Dmitry Peskov ha spiegare che “le questioni europee non sono state in alcun modo affrontate nella conversazione” con gli Stati Uniti e “gli europei dovranno probabilmente parlare con Washington per chiedere un posto” al tavolo. Contro l’Europa si scaglia di nuovo anche il premier ungherese, Viktor Orban, che risponde alle pretese di Francia, Germania e Spagna: “Questa dichiarazione è una triste testimonianza della cattiva leadership brussellese. Mentre Trump e Putin negoziano sulla pace, i funzionari dell’Ue rilasciano dichiarazioni prive di valore. Non si può chiedere un posto al tavolo dei negoziati. Bisogna guadagnarselo! Con la forza, buona leadership e diplomazia intelligente. La posizione di Bruxelles, sostenere l’uccisione finché è necessario, è moralmente e politicamente inaccettabile”.
Diversa la posizione di Kallas: “Qualsiasi soluzione rapida sull’Ucraina è un affare sporco che abbiamo già visto in passato, ad esempio a Minsk, e semplicemente non funzionerà. Non fermerà le uccisioni, la guerra continuerà. Se facciamo un paragone, possiamo fare un parallelo con il 1938. Non è una buona tattica di negoziazione se si dà via tutto prima ancora che le discussioni siano iniziate. È appeasement, e non funziona”.
La capa della diplomazia Ue ha poi sollevato la questione della sicurezza dell’Ucraina, punto cruciale di ogni possibile trattativa: “Se stiamo dicendo che l’Ucraina non avrà l’adesione alla Nato, ma qualche altra garanzia di sicurezza, allora la domanda che deve trovare una risposta da parte di tutti è quali sono queste garanzie di sicurezza. Un accordo fatto alle nostre spalle semplicemente non funzionerà perché per qualsiasi tipo di accordo deve essere attuato dagli europei e dagli ucraini”.
Queste preoccupazioni sono condivise da Kiev, ma dopo il dialogo Zelensky-Trump trapela ottimismo per come stanno progredendo i colloqui: mercoledì il presidente ucraino ha parlato di “conversazione significativa“. “Abbiamo parlato a lungo delle opportunità di raggiungere la pace, abbiamo discusso della nostra disponibilità a lavorare insieme a livello di squadra e delle capacità tecnologiche dell’Ucraina, compresi i droni e altre industrie avanzate. Sono grato al presidente Trump per il suo interesse in ciò che possiamo realizzare insieme”. Tra questi progetti, come dichiarato nei giorni scorsi, ci sono anche importanti concessioni estrattive per le aziende americane in territorio ucraino, una partita, almeno stando a quanto dichiarato dal presidente americano, da 500 miliardi di dollari.
Zelensky ha poi proposto al tycoon di usare 300 miliardi di dollari di asset russi congelati per acquistare armi americane, secondo quanto riporta Bloomberg. Gli asset russi congelati sono concentrati in Europa e, secondo un diplomatico del Vecchio Continente, potrebbero essere la carta degli europei da usare nelle trattative per l’Ucraina. “Nessuno desidera la pace più dell’Ucraina. Insieme agli Stati Uniti, stiamo tracciando i nostri prossimi passi per fermare l’aggressione russa e garantire una pace duratura e affidabile. Come ha detto il presidente Trump, facciamolo”, ha detto sui social Zelensky. Con Trump “abbiamo concordato di mantenere ulteriori contatti e di pianificare i prossimi incontri”, ha concluso.