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La Banca d’Inghilterra taglia i tassi di interesse ma anche le stime di crescita. La ministra dell’Economia: “Non soddisfatta”

Dimezzata da +1,5% a +0,75% la previsione di aumento del pil nel 2025. Rachel Reeves rilancia la controversa iniziativa per impedire di "bloccare investimenti in progetti infrastrutturali vitali"
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La Bank of England taglia i tassi di interesse e con l’occasione gela il governo laburista di Keir Starmer, impegnato nel rilancio della crescita, dimezzando da +1,5% a +0,75% la previsione di aumento del pil nel 2025. Una revisione che conferma l’affanno generale del Regno Unito, alle prese con un’esplosione dei rendimenti dei titoli di Stato decennali e un indebolimento della sterlina rispetto al dollaro.

Il Consiglio di politica monetaria della banca centrale giovedì ha votato con una maggioranza di 7 a 2 il taglio di 25 punti base del tasso di interesse, al 4,5%. Un livello ancora alto rispetto agli standard britannici degli anni scorsi, ma comunque il più basso dal giugno 2023, con prevedibili benefici sugli interessi dei mutui e quindi per il mercato immobiliare. A margine dell’annuncio, il governatore Bailey ha ribadito comunque un richiamo alla cautela. L’approccio all’ulteriore riduzione delle restrizioni di politica monetaria resterà “graduale e attento”, ha scritto il Consiglio.

La contestata Rachel Reeves, cancelliera dello Scacchiere e super ministra dell’Economia della compagine laburista, ha commentato positivamente l’intervento sui tassi, aggiungendo di non essere “ancora soddisfatta” del trend della crescita economica indicata ripetutamente da lei e dal premier Starmer come priorità cruciale dell’esecutivo fin dal ritorno al potere del Labour seguito alle elezioni del 4 luglio scorso. “Il taglio dei tassi – ha detto Reeves – aiuterà ad alleggerire la pressione del costo della vita sulle famiglie e faciliterà l’accesso al credito delle imprese a vantaggio della crescita”. Poi ha rivendicato “la promessa del nostro Piano di Cambiamento” che dovrebbe propiziare “un rilancio economico destinato a mettere più denaro in tasca alla gente che lavora”.

La cancelliera ha infine rilanciato la controversa iniziativa annunciata di recente dal governo laburista per impedire ai cosiddetti “signornò” di “bloccare investimenti in progetti infrastrutturali vitali” quali strade, ferrovie, costruzioni o impianti energetici in nome della tutela ambientale o del rifiuto di varie comunità locali di ospitarle “nel giardino di casa”. Oltre all’impegno verso una deregulation volta a “fare a pezzi barriere regolatorie non necessarie“.

Starmer, dal canto suo, nei giorni scorsi ha fatto sapere che non sosterrà l’Unione Europa nell’ambito della eventuale guerra commerciale perché sostiene sia “nell’interesse vitale” della Gran Bretagna evitare un conflitto con il suo alleato più importante.

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