Crime

“Emanuela Orlandi? Credo al rapimento a scopo sessuale. C’è qualcosa di cattivo e ancora operante”: parla Morassut, il vicepresidente della commissione d’inchiesta

Roberto Morassut, deputato Pd, vicepresidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Orlandi-Gregori, ha rilasciato un’intervista al Corriere in cui fa un punto sulla bicamerale

di Alessandra De Vita
“Emanuela Orlandi? Credo al rapimento a scopo sessuale. C’è qualcosa di cattivo e ancora operante”: parla Morassut, il vicepresidente della commissione d’inchiesta

Roberto Morassut, deputato Pd, vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Orlandi-Gregori, ha rilasciato un’intervista al Corriere in cui fa un punto sulla bicamerale che da un anno esatto indaga sulle misteriose sparizioni di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, entrambe scomparse a 15 anni nel centro di Roma.

Sul caso ben più intricato e oscuro del rapimento della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, Morassut non ha molti dubbi: “La pista prevalente è il rapimento a scopo sessuale”, dichiara. “In questa vicenda c’è un qualcosa di cattivo e ancora operante. Chi mente verrà interrogato di nuovo. Stiamo pesando tutte le piste, con l’aiuto dei consulenti, delle carte e del lavoro di molti professionisti che hanno seguito questi casi. La pista internazionale o quella del cosiddetto ricatto finanziario sono oggetto di approfondimenti rigorosissimi”, dice Morassut in riferimento alla pista che collega il caso Orlandi alla morte, non meno misteriosa, di Roberto Calvi. “Il banchiere di Dio”, così soprannominato per gli stretti legami con lo Ior, la Banca Vaticana, fu trovato impiccato a Londra nel 1982 sul Ponte dei Frati Neri, dopo il crack del Banco Ambrosiano, maggiore azionista dello Ior all’epoca diretto da Paul Marcinkus e che avrebbe finanziato con soldi provenienti da traffici controversi il movimento politico Solidarnosc in Polonia per combattere il regime comunista con il sostegno di Papa Giovanni Paolo II. Secondo questa pista, più volte tracciata dal compianto giornalista Andrea Purgatori, tra gli altri, il rapimento di una cittadina vaticana rientrerebbe in un ricatto al Vaticano stesso e allo Ior. “Nulla le prova con chiarezza, ma va anche precisato che nulla le esclude. Io tendo, personalmente, a dare maggiore credibilità a quella di un rapimento a scopo sessuale. Pronto a ricredermi di fronte a elementi forti diversi”, aggiunge Morassut. “Ma valutiamo anche la pista inglese offerta da Pietro Orlandi”.

Come già dichiarato anche dal presidente della commissione, l’onorevole Andrea De Priamo, “le scomparse di Mirella e Emanuela non sembrano collegate. Non sono emersi elementi credibili in tal senso, non mi pare. L’avvocato della famiglia Gregori ha teso a distinguere i casi e ha parlato per Mirella di una scomparsa a “chilometri zero”. Eppure io credo questo: che siano due situazioni diverse ma che possano essere legate da una medesima “fonte” criminale che agiva per “episodi”.

Uno dei pochi collegamenti in tal senso è stato fatto da Marco Fassoni Accetti, che più volte si è autoaccusato dei rapimenti ma senza fornire mai elementi concreti che potessero provarlo. L’unico crimine per cui è stato condannato è l’omicidio colposo (aggravato da omissione di soccorso) del piccolo Josè Garramon, ucciso nella pineta di Castel Fusano ad Ostia nel 1986. A breve, pare Accetti verrà ascoltato dalla commissione, nonostante in questi 42 anni le sue dichiarazioni per quanto clamorose non abbiano aiutato a risalire alla verità sulle due ragazze.

“Ci sono divisioni sull’opportunità di convocare Marco Accetti”, aggiunge il deputato paventando anche la possibilità di parlare sotto giuramento, al pari di quanto previsto nei processi penali. L’escussione sotto giuramento, rappresenta un vincolo per i testimoni a dire la verità. “Questo è nei nostri poteri. Se occorre lo faremo senza problemi pur di giungere alla verità. Doverosa per le famiglie e per i cittadini. Al momento, su questo, dobbiamo vincere qualche prudenza, qualche resistenza. Io sarei per utilizzarla più spesso. In alcuni casi ci possono essere comprensibili lacune di memoria o prudenza, nel sentirsi dentro qualcosa di grande. Comunque, non è difficile per noi capire chi è in buona fede da chi nasconde o finge. Tireremo le conclusioni e provvederemo a riesaminare alcune situazioni testimoniali, qualora le dovessimo considerare non convincenti”. “Cercare la verità su di loro non è un gioco di società, ma un dovere morale e insieme politico di un intero Paese. É un lavoro molto difficile, sono passati decenni. Peccato aver perso, lungo il cammino, professionisti del valore di Andrea Purgatori e Fiore de Rienzo. Due mancanze che pesano”.

Sul frequente ricorso alla secretazione delle sedute, Morassut dice: “La secretazione in genere viene richiesta dagli auditi. Noi la adottiamo, per regolamento, quando vi sono riferimenti a terzi o a situazioni che necessiterebbero un contraddittorio”. Il deputato del Pd si esprime anche sul ruolo del Vaticano nella vicenda di Emanuela Orlandi: “Ci sono state, come è noto, audizioni con personalità religiose o del mondo ecclesiastico e penso ve ne saranno delle altre. Finora sono stati colloqui distesi e molto liberi, non vi ho ravvisato reticenze. Sono stati depositati anche dei documenti, alcuni già noti. Sono state audizioni importanti comunque”.

Contestualmente ai lavori della commissione va avanti un’inchiesta sul delitto di Katy Skerl, la studentessa romana ritrovata senza vita a Grottaferrata nel gennaio del 1984. Più volte il suo delitto è stato messo in relazione alle scomparse di Emanuela e Mirella, per la breve distanza temporale dai fatti, oltre che per il ruolo di Accetti che nel 2013 indicò alle forze dell’ordine che la sua tomba al Verano era stata trafugata e i suoi resti rubati. “L’uccisione di Katy Skerl – secondo Morassut – è una chiave, a mio parere, da girare. Può aprire o no qualche porta. Vedremo. Lavoriamo anche su questo”.

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