A poco sono serviti la promessa di un aumento delle ispezioni e la “patente a crediti” operativa da ottobre. Nel 2024 i morti sul lavoro censiti dai dati ufficiali dell’Inail sono aumentati di quasi il 5% rispetto all’anno prima arrivando a 1.090 contro i 1.041 del 2023. Si torna al livello del 2022, che aveva fatto segnare una riduzione dopo il biennio segnato dai contagi Covid sui luoghi di lavoro. E salgono, da 12 a 13, le vittime tra gli studenti per infortuni successi a scuola, nei laboratori o in percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro).

Le denunce di infortunio mortale in occasione di lavoro, al netto degli studenti e degli incidenti durante il tragitto, sono state 797, sette in più rispetto alle 790 registrate nel 2023, 10 in più rispetto al 2022 e 18 in più sul 2019, ma 176 in meno sul 2021 e 256 in meno sul 2020. Rispetto agli occupati Istat nei vari periodi, l’incidenza cala leggermente passando dai 3,38 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat del 2019 ai 3,31 del 2024 (-2,1%).

Ad aumentare sono soprattutto le morti nell’industria e nei servizi, a 686 dalle 669 del 2023. In calo l’agricoltura (da 107 a 102) e il conto Stato dipendenti (da 14 a 9). Tra i settori con più decessi avvenuti in occasione di lavoro ci sono ancora le costruzioni con 156 casi (contro i 150 del 2023), il trasporto e magazzinaggio con 111 casi (109 nel 2023), il comparto manifatturiero con 101 casi in entrambi gli anni, il commercio con 58 (64 nel 2023) e il noleggio e servizi di supporto alle imprese con 38 (39 nel 2023).

A livello territoriale i maggiori incrementi sono al Centro (da 134 a 155 denunce) e nelle Isole (da 70 a 92), a fronte di cali al Sud (da 201 a 181), nel Nord-Est (da 174 a 164) e Nord-Ovest (da 211 a 205). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano la Toscana (+16), il Lazio (+14), la Sicilia (+13) e la Campania (+10), mentre per i cali più evidenti la Puglia e il Veneto (-18 entrambe), l’Abruzzo (-14) e il Piemonte (-10). A morire sono stati sempre più gli uomini – per loro gli incidenti fatali salgono da 740 a 750 – e meno le donne, da 50 a 47. In aumento poi le denunce per i lavoratori stranieri (da 155 a 176), mentre calano quelle per gli italiani (da 635 a 621).

Gli infortuni in itinere con esito mortale sono state invece 280, 41 in più rispetto alle 239 registrate nel 2023 (+17,2%), 67 in più rispetto al 2020 e 34 in più sul 2021, 25 in meno sul 2019 e 19 in meno sul 2022. L’incidenza sul complesso degli infortuni mortali (al netto degli studenti) è passata dal 28,1% del 2019 al 26% del 2024 (è stata del 23,2% nel 2023). L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 215 a 238 denunce mortali, l’Agricoltura (da 12 a 29) e il conto Stato dipendenti (da 12 a 13).

Le denunce di infortunio di qualsiasi gravità inviate nel 2024 sono state 589.571, in aumento dello 0,7% rispetto alle 585.356 del 2023. Quelle relative a studenti di ogni ordine e grado sono state 77.883, in aumento del 10,9% rispetto alle 70.215 del 2023 per effetto dell’estensione della tutela Inail agli studenti di scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado in vigore dal settembre 2023. Tre infortuni su quattro si riferiscono a studenti under 15 anni, un quarto a quelli dai 15 anni in poi.

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