L’annuncio è stato un po’ schiacciato dai tanti altri di questi giorni. Ma Stargate, la nuova joint venture tra Oracle, Open AI e Softbank, viene definito “il più grande progetto infrastrutturale di intelligenza artificiale della Storia”. Lo hanno presentato alla Casa Bianca, insieme al presidente Donald Trump, i Ceo delle tre società promotrici, Larry Ellison, Sam Altman e Masayoshi Son. Altri partner sono Nvidia, Microsoft e Arm, aziende che in questi anni hanno accompagnato lo sviluppo della ricerca nell’AI. “Quello che vogliamo fare è tenere l’intelligenza artificiale in questo Paese”, ha detto Trump. “La Cina è un concorrente, gli altri sono concorrenti. Vogliamo fare in modo che loro restino in questo Paese”. Il tycoon è stato rapidissimo nel legare la possibilità di fare ricerca sull’intelligenza artificiale alla disponibilità energetica: “La mia dichiarazione di emergenza serve a questo. A tenerli qui” ha spiegato, con riferimento all’ordine esecutivo appena annunciato, che stabilisce un’emergenza in tema energetico e dà al presidente l’autorità di accelerare le trivellazioni di terre e coste. L’entusiasmo di Trump non sembra però essere condiviso dal suo principale consulente in tema di tech, Elon Musk, che ha messo in dubbio l’esistenza stessa dei finanziamenti.

Stargate promette di investire fino a 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni. Ci dovrebbe essere, “immediatamente”, una prima iniezione di 100 miliardi di dollari da parte delle aziende fornitrici. Arm, Nvidia e Microsoft avrebbero invece il compito di fornire la tecnologia. Softbank è stata designata per la gestione della responsabilità finanziaria, OpenAI sarà responsabile delle funzioni operative. I dettagli del progetto devono ancora essere annunciati, ma Trump, in conferenza stampa, ha spiegato che uno degli obiettivi principali è costruire quattro data center e, appunto, i mezzi per generare la quantità di energia necessaria ai progressi dell’intelligenza artificiale. Sempre secondo il presidente, il progetto porterà alla creazione di centomila posti di lavoro. Larry Ellison di Oracle ha spiegato che la costruzione di un data center è già iniziata ad Abilene, in Texas, dove sarà presumibilmente la prima sede della nuova società. Sempre Ellison ha detto che uno dei principali elementi su cui il team sta lavorando è lo sviluppo di strumenti per la diagnosi precoce del cancro, utilizzando l’intelligenza artificiale per analizzare gli esami del sangue: “Grazie all’intelligenza artificiale, la diagnosi del cancro promette di diventare un semplice esame del sangue”, ha affermato.

Molti miliardi di dollari sono andati l’anno scorso a finanziare l’intelligenza artificiale, su cui quindi si è stabilità una competizione agguerrita. Stargate è solo uno dei tanti progetti che mirano alla costruzione di infrastrutture tali da sostenere i progressi dell’intelligenza artificiale. Amazon Web Service ha annunciato all’inizio di questo mese che intende investire quasi 11 miliardi di dollari in Georgia, per espandere un’infrastruttura di intelligenza artificiale e cloud computing. Da parte sua, Meta ha annunciato piani di investimento da dieci miliardi di dollari per un data center di intelligenza artificiale in Louisiana. Elon Musk ha annunciato progetti a sostegno della sua startup di intelligenza artificiale, xAI, a Memphis. Non sorprende quindi che tutti gli appena elencati, oltre a molti altri impegnati nel settore, si siano ritrovati lunedì sotto la grande cupola del Congresso Usa per assistere al giuramento a presidente di Donald Trump.

L’AI promette del resto di essere uno dei più grandi affari dei prossimi decenni, tale da rivoluzionare i settori della sanità, dell’educazione, della finanza, delle assicurazioni, del retail, della privacy e della sicurezza informatica. C’è bisogno di un’amministrazione benevola, che non ponga troppi limiti come, per esempio, aveva fatto l’amministrazione Biden. Preoccupato per i potenziali effetti negativi di un’intelligenza artificiale fuori controllo in settori come la salute e la sicurezza nazionale, l’ex presidente aveva imposto nell’ottobre 2023 una serie di limitazioni e controlli normativi. Uno dei primi atti di Trump, tra l’entusiasmo dei profeti dell’AI, è stato un ordine esecutivo che cancella controlli e restrizioni.

In quella che poteva essere un’ulteriore manifestazione di entusiasmo del mondo del business e dell’industria Usa di fronte all’elezione di Trump, si è però introdotto un inaspettato elemento di disturbo. Il suo nome è Elon Musk, che su X ha scritto: “Non hanno i soldi… Softbank ha meno di 10 miliardi di dollari garantiti. Lo so da una fonte attendibile”. I creatori di Stargate sarebbero quindi degli impostori, impegnati a gettare fumo negli occhi degli americani. L’attacco ha creato sorpresa, considerato che il progetto è stato pubblicamente ed entusiasticamente sostenuto da Trump e Musk è l’uomo a cui Trump ha dato enormi responsabilità e visibilità nella sua amministrazione. “Il popolo americano dovrebbe prendere per buone le parole del presidente Trump e dei Ceo”, ha detto a Fox News, visibilmente infastidita, la portavoce del presidente Karoline Leavitt.

Nella presa di posizione di Musk contano vecchi rancori e nuovi interessi. Il miliardario sudafricano, che insieme ad Altman ha contribuito a fondare OpenAI, ne è poi uscito per contrasti proprio con Altman sulla gestione dell’azienda. Lo scontro è anche di natura intellettuale: Altman è un entusiastico sostenitore del potenziale dell’AI in termini di benessere per l’umanità, Musk ha un approccio più prudente ed è arrivato a sostenere che l’intelligenza potrebbe essere più pericolosa delle armi nucleari. L’anno scorso il patron di Tesla ha anche portato in tribunale OpenAI, sostenendo che l’azienda si è messa a perseguire il profitto, dimenticando l’originaria vocazione di laboratorio di ricerca per il bene pubblico. Musk ha inoltre fondato nel 2023 una propria azienda di intelligenza artificiale, xAI, che nel giro di pochi mesi ha raccolto 6,6 miliardi di dollari per il suo sviluppo, ma che, lamenta Musk, affronterebbe la concorrenza sleale di OpenAI e del suo partner Microsoft quanto all’accesso ai sistemi informatici.

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