La nuova perizia sul testamento di Teodosio Losito rimette tutto in discussione: secondo il perito Ilaria Gaetana Gozzi, il documento depositato davanti al notaio Claudio Carini nel 2007, sarebbe un falso. Dopo il colpo di scena di due giorni fa, anticipato dal Corriere della Sera, emergono nuovi dettagli che rimettono tutto in discussione e riaccendono i riflettori su Alberto Tarallo, storico compagno di Losito nonché produttore e fondatore della Ares Film, la società che ha realizzato fiction di successo come Il bello delle donne e L’onore e il rispetto. E sembra la scena di una di quelle fiction-melò anche la notizia che trapela in queste ore sulla perizia richiesta dal Tribunale di Roma, dalla quale si evince che il testamento sarebbe falso perché “confezionato con il ricalco della grafia originale”, come sintetizza il Corriere. Tradotto in altre parole, il testamento nel quale si legge “nomino unico erede universale di ogni mio bene mobile ed immobile il mio caro amico signor Tarallo” sarebbe un falso.
“L’esame della firma in verifica prima e delle numerose firme autenticate raccolte, ha consentito al consulente di delineare un giudizio di apocrifia della sottoscrizione in calce al testamento olografo pubblicato dal notaio Cerini”, scrive Ilaria Gaetana Gozzi. L’analisi della calligrafia fa dunque pensare che quel testamento sia stato scritto ricalcando altre scritture di Losito, del quale però mancano i tratti distintivi: “Vi sono salti di qualità che distinguono i contrapposti termini del confronto e ciò autorizza la loro collocazione in schemi grafici differenziati per motricità, spinta energetico estrinsecativa, modalità e atteggiamenti esecutivi”.
Insomma, quel documento non sarebbe stato vergato da Losito ma da un’altra mano, come sostiene il fratello dello sceneggiatore morto suicida nel gennaio nel 2019 nella villa di Zagarolo. Ora questa perizia riapre il caso e rimette al centro della storia anche Giuseppe Losito e sua figlia, assistiti dall’avvocato Stefano De Cesare), entrambi esclusi dal testamento, da anni in “guerra” con Tarallo. Cos’accadrà ora? Già una volta il testamento era stato dichiarato falso e questo aveva consentito alla Guardia di Finanza di sequestrare 5 milioni di euro, poi il ricorso al Consiglio di Stato portò al dissequestro e dunque tutto tornò nelle mani di Tarallo. Ora si attende la prossima udienza, durante la quale potrebbe essere chiamati a deporre alcuni dei testi che secondo Franco e Francesca Coppi, i legali del produttore, “dovrebbero confermare l’autenticità della scrittura olografa depositata davanti al notaio Claudio Carini nel 2007”.