Nuovi raid israeliani nella Striscia di Gaza e cresce il numero di vittime. Almeno 26 palestinesi, la maggior parte donne e bambini, sono stati uccisi e decine di altri sono rimasti feriti giovedì sera in un attacco di Tel aviv che ha colpito un edificio e diverse case nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia. Lo ha riferito al-Jazeera. Secondo fonti mediche citate dall’agenzia palestinese Wafa, dalle prime ore di giovedì i raid aerei israeliani in tutta Gaza hanno ucciso 70 persone, di cui 57 nelle zone del centro e sud della Striscia.

Tra le vittime anche 12 guardie incaricate di mettere in sicurezza i camion degli aiuti umanitari a Gaza. Secondo il portavoce della protezione civile, Mahmud Basal, le Idf – che giustificano l’azione spiegando di volere impedire ai militanti islamisti di Hamas di raggrupparsi – hanno preso di mira due case vicino al campo profughi di Nuseirat e a Gaza City. Le 12 guardie uccise si trovavano invece Rafah, dove erano in 7, e a Khan Yunis, dove sono in 5 ad essere morte per gli attacchi. I corpi di altre 6 persone uccise in un bombardamento su un appartamento a Gaza City sono stati trasferiti in ospedale, insieme a diversi feriti. I raid sono avvenuti a poche ore dall’appello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha chiesto a larghissima maggioranza un cessate il fuoco immediato e incondizionato nella Striscia. Una richiesta simbolica respinta da Israele e dagli Stati Uniti.

Le Israel Defense Forces ha confermato di aver attaccato “in modo mirato” terroristi armati che tentavano di rubare aiuti umanitari in due punti di concentrazione nel sud della Striscia di Gaza: “Gli uomini uccisi erano terroristi di Hamas che pianificavano di impossessarsi dei camion degli aiuti umanitari. L’attacco è stato effettuato in seguito a informazioni di intelligence”, ha dichiarato l’esercito in riferimento alle notizie di fonte palestinese secondo cui 12 guardie sono state uccise dalle truppe a Gaza. “I terroristi hanno operato sull’asse utilizzato per il trasferimento degli aiuti umanitari”, ha aggiunto l’Idf.

Intanto proseguono le trattative per giungere a una tregua. Il capo del Mossad David Barnea ha incontrato ieri a Doha il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, per discutere dell’accordo sugli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia e dei negoziati per il cessate il fuoco. Lo riferiscono oggi due fonti ben informate citate dal Jerusalem Post ricordano che i due si erano già incontrati il mese scorso. La visita di Barnea in Qatar rientra negli sforzi per arrivare a una svolta nei negoziati per un accordo e a colloqui diretti tra Israele e Hamas. L’obiettivo è quello di finalizzare un accordo prima dell’insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, il 20 gennaio del prossimo anno.

Il Wall Street Journal riporta che Hamas ha comunicato per la prima volta ai mediatori che accetterà di consentire alle forze israeliane di rimanere temporaneamente a Gaza dopo l’entrata in vigore di un accordo di cessate il fuoco. Secondo il report, l’organizzazione jihadista ha inoltre fornito ai mediatori un elenco degli ostaggi, tra cui cittadini statunitensi, che rilascerebbe: fino a 30 prigionieri durante un periodo di cessate il fuoco di 60 giorni, in cambio della liberazione da parte di Israele di detenuti palestinesi e dell’ingresso di maggiori aiuti umanitari a Gaza, hanno riferito i mediatori.

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