Lo scontro politico per il caso del corteo “nero” di sabato a Bologna infiamma il rush finale della campagna elettorale per le Regionali in Emilia Romagna. All’evento di chiusura della candidata del centrodestra Elena Ugolini non c’è però – come previsto in precedenza – la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia interviene solamente in videocollegamento. La causa: il protrarsi dell’incontro con i sindacati sulla manovra, durato oltre cinque ore e concluso poco dopo le 16. Per sostenere la candidata presidente Elena Ugolini salgono sul palco, invece, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, e Maurizio Lupi.
Meloni: “Clima surriscaldato da sinistra che ha paura di perdere” – “Non potete capire quanto mi dispiaccia non essere arrivata per tempo a Bologna, mi dispiace da matti”, ha esordito la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in videocollegamento. Il tema degli scontri di sabato durante i corte di Casapound e i collettivi antifascisti rimane ovviamente al centro del dibattito. “Non stupisce come il clima si sia surriscaldato in queste settimane, lo fanno sempre quando hanno paura di perdere il loro potere“, ha detto Giorgia Meloni nel suo intervento video sottolineando che “l’Emilia Romagna è uno dei polmoni pulsanti del nostro sistema non grazie alla sinistra ma nonostante la sinistra che l’ha sempre governata. Nonostante un sistema di potere abituato a premiare l’appartenenza più della competenza”. “Il pericolo fascista arriva sempre vicino alle elezioni, ma i cittadini hanno capito il gioco e non gli interessa più”, ha aggiunto Meloni. La presidente del Consiglio, dopo avere ribadito la sua solidarietà alle forze dell’ordine, attacca apertamente il sindaco di Bologna: “Diffidate sempre di chi ha una faccia in pubblico e una in privato. Io diffido di chi in privato mi chiede collaborazione e, invece, a favore di telecamera mi accusa di essere una picchiatrice fascista. Se io fossi la picchiatrice fascista che il sindaco Lepore dice, allora lui non dovrebbe chiedermi collaborazione. Un po’ di coerenza, sindaco”, ha incalzato Giorgia Meloni. “Ho letto una nota del sindaco di Bologna che diceva che il governo ha mandato le camicie nere a Bologna, è la carta della disperazione della sinistra. Non so a quali camicie nere si riferisse, le uniche che ho visto sono quelle blu dei poliziotti aggredite dai centri sociali”, ha concluso la premier.
Tajani e Salvini sugli scontri – “Prima di venire qui sono andato in Questura a incontrare i ragazzi della Mobile assaltati da 300 criminali rossi, si è aperto il dibattito, tra zecche e zanzare, ma a me non interessa. Il ragazzo che comandava questa squadra è un ragazzo con tre figlie della stessa età di chi lo ha aggredito”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, intervenendo alla manifestazione promossa dal centrodestra. “Gli unici fascisti rimasti sono quelli dei centri sociali, che hanno la camicia nera sotto quella rossa, altro che 300 camicie nere mandate dal governo a Bologna”, dice ancora con riferimento alle parole del sindaco di Bologna Matteo Lepore. “Il sindaco Lepore sapeva tutto, il ministro dell’Interno lo aveva smentito. Sapeva tutto, si era confrontato. Camicie nere o camicie rosse, l’importante è che ci siano le autorizzazioni e si rispettino le regole”, ha sottolineato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “I centri sociali – ha aggiunto il leader di Forza Italia – hanno aggredito la polizia. Si può protestare pure contro un’altra manifestazione, ma la polizia non c’entra niente. Non si manifesta contro la polizia, non si manifesta contro le forze dell’ordine, non si aggrediscono figli del popolo”, ha concluso Tajani. “Rivolgo da Bologna un appello al sindaco: non rappresenta solo il suo partito legittimamente, ma una città, che è importante per tutta Italia. È compito di chi rappresenta le istituzioni abbassare i toni e non usare le parole che ha usato”, ha detto il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, a margine dell’evento elettorale.
La replica di Lepore a Meloni – E in serata è arrivata la risposta del Sindaco Lepore alle parole di Meloni: “Cara presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la mia faccia è sempre la stessa e guarda verso i cittadini di Bologna, quando chiedo collaborazione istituzionale al governo e quando chiedo il rispetto della nostra città. Non scambi le richieste di collaborazione per l’alluvione con l’obbedienza al capo. Bologna è una città libera, solidale e fiera della sua storia”, scrive su Facebook Lepore. “Le ho chiesto di collaborare, falso che le abbia dato della picchiatrice fascista – sottolinea Lepore – Ho chiesto spiegazioni sulla gestione dell’ordine pubblico e conto di 300 militanti di estrema destra e filo fascisti a Bologna. Questa cosa che dovrebbe essere ovvia dentro le istituzioni democratiche. Il fatto stesso di doverla chiarire è un segno della confusione che attualmente esiste tra guida delle istituzioni e guida di una fazione politica”, ha concluso.
Salvini attacca i giudici – Salvini dal palco è anche intervenuto sulla pronuncia del tribunale di Roma, arrivata pochi minuti prima, sui migranti in Albania: “C’è stato un ennesima pronunciamento del tribunale di Roma che un’altra volta impedisce all’Italia di espellere alcuni immigrati irregolari, egiziani e bengalesi”, ha detto il segretario della Lega. “Su 9.300 giudici ne bastano 30, 40 o 50 che non vanno in tribunale per applicare le leggi ma per portare la loro ideologia, la bandiera rossa, la tessera del Pd. L’immigrazione incontrollata costa gli italiani 2 miliardi di euro all’anno e nessuno mi toglie l’idea che quelle sentenze servano alle cooperative rosse per fare soldi”, ha attaccato.
Meloni: “Stravolgiamo i pronostici” – “Molti dicono che il centrodestra e Elena non hanno possibilità di vincere in Emilia Romagna. La mia storia, la nostra storia, raccontano che i pronostici possono essere stravolti. Lo abbiamo visto accadere molte volte, dicevano che non era possibile che l’Italia avesse un governo di centrodestra e per di più guidato da una donna. Come in Liguria, come in altre dieci regioni, anche qui possiamo scrivere una storia diversa”, ha detto la presidente del Consiglio. “Io ci credo fino all’ultimo, anche perché in tre mesi le cose sono cambiate”, le ha fatto eco la candidata del centrodestra alle elezioni regionali dell’Emilia Romana, Elena Ugolini.
Poco distante dal Savoia Regency, dove si è tenuto il comizio, un gruppo di esponenti di Potere al popolo si è radunato per contestare l’evento del centrodestra. Nel presidio di Pap è stato esposto anche uno striscione: “Meloni, Salvini, Lepore, Piantedosi: fermiamo la filiera della repressione”.