Moda e Stile

Pitti Uomo 2024 detta le tendenze della moda maschile. Brunello Cucinelli: “Basta con il quiet luxury, non ci si veste per essere anonimi”

A confermare la centralità di Pitti nel fashion system sono i numeri. E adesso il testimone passa a Milano, dove Gucci dà ufficialmente il via al lungo weekend di sfilate della Moda Uomo

di Ilaria Mauri

Pitti passa il testimone alla Milano Fashion Week e lancia le prime tendenze dell’autunno inverno 2024-25 per la moda maschile. Come da tradizione, la storica rassegna fiorentina – giunta alla sua 105sima edizione – ha inaugurato l’anno, dando il via al primo fashion month del 2024 con l’esposizione delle nuove collezioni di 832 i marchi, di cui quasi la metà stranieri, e le sfilate di Magliano, S.S. Daley e Todd Snyder – tre brand in ascesa molto promettenti. Oltre poi ad una serie di eventi collaterali come il lancio di Guess Jeans e il progetto di Tod’s e Lamborghini. Dal 9 gennaio, per quattro giorni, il centro di Firenze e in particolare i cortili della Fortezza da Basso sono stati animati da una folla discreta ed ordinata: gli eccessi e le stramberie dei “pavoni di Firenze” che tradizionalmente si contendono i flash dei fotografi con look tra il volgare e l’improbabile solo un ricordo. Eleganza retrò e nostalgia del passato sono le chiavi dello stile dell’abbigliamento che indosseremo il prossimo inverno, con un tocco di romanticismo che guarda agli anni ’70 e ’80, l’epoca d’oro della moda. “Se il sistema della moda maschile doveva battere subito il colpo in questo avvio di 2024 – dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – ebbene i primi giorni di Pitti Uomo n. 105 stanno mandando messaggi davvero positivi: nei padiglioni, tra gli stand, in città, agli eventi speciali, qui a Firenze stiamo registrando una diffusa, grande energia e insieme, la volontà di tutti gli operatori di concentrarsi sui fattori ritenuti decisivi per il successo sui mercati”. “Mi riferisco alla qualità delle collezioni e all’impegno delle aziende nell’aggiungere a ogni stagione novità stilistiche e/o di materiali in sintonia con le nuove tendenze del consumo – chiosa Napoleone -; alla capacità da parte dei migliori retailers e compratori di selezionare gli ordini secondo logiche curatoriali che si integrano, senza subordinarsi, con le necessità commerciali, dando così opportunità e visibilità alle sperimentazioni, alle nuove generazioni, alla ricerca moda”.

A confermare la centralità di Pitti nel fashion system sono i numeri: alle 12.00 di giovedì 11 gennaio i compratori esteri risultano in aumento rispetto al gennaio 2023 del 4% circa in termini di persone e del 6% in termini di punti vendita. Il dato italiano è invece in leggero calo, circostanza ampiamente prevista considerati i rallentamenti del nostro mercato interno, registrati soprattutto negli ultimi tre o quattro mesi. Nel complesso, il numero totale di buyer che hanno visitato il salone fiorentino della moda maschile saranno circa 13mila, con gli esteri intorno a quota 4.700, provenienti dai mercati più consolidati come Germania, Stati Uniti e Giappone ma anche da quelli emergenti come Taiwan, Messico e Polonia. Tema di questa edizione, il tempo. “Nessun’altra industria è capace di rispondere ai cambiamenti della società con la stessa velocità della moda“, sottolinea ancora Napoleone. E così, mentre i dati fotografano il rallentamento registrato dal settore nel 2023 dopo il boom post-pandemia, ecco che i brand e gli stilisti colgono più che mai l’importanza di produrre capi senza tempo. Che guardino al futuro ma sappiano essere sempre attuali, travalicando i trend stagionali grazie a materiali, forme, tagli innovativi che devono restare “contemporanei” negli anni.

Il maestro in questo senso è Brunello Cucinelli, che a Pitti è il padrone di casa. L’imprenditore umbro ha presentato la sua nuova collezione A/I 2024-25 dicendo basta al “quiet luxury”, il lusso discreto che ha tenuto banco nel 2023: “Il lusso non può essere quieto, non ci si veste per essere anonimi. Tutti vogliamo apparire al nostro meglio, e l’abbigliamento serve a questo. Il ben vestire non ha nulla a che fare con lo scomparire”, ha spiegato illustrando una collezione che si ispira ai capisaldi dello stile anni Ottanta: spalle importanti, grandi cardigan, montoni, vita segnata, pantaloni con le doppie pinces. “La mia non è una riproduzione pura e semplice: non mi interessano le esagerazioni tipiche di quel periodo, perché oggi non avrebbero senso. Piuttosto, in quegli anni si riprendeva il modo di vestire degli anni Venti, un’epoca molto simile a oggi: allora il mondo usciva dalla crisi per la pandemia di influenza spagnola, più o meno come noi siamo riemersi dopo il Covid. Lo stato mentale è analogo”. E così, ecco che alla palette neutra iconica dello stile Cucinelli si accostano l’arancio aragosta, il rosso corallo, il celeste, il kaki e il viola iris; declinati in corposi velluti a coste e maglie couture con fantasie paisley.

In linea con lo spirito dei tempi è anche l’americano Todd Snyder, il primo dei designer ospiti della rassegna ad andare in passerella. Lui ha costruito il suo lavoro sulla rilettura dei capi classici del vestire maschile; un approccio più che mai attuale, come hanno dimostrato i look presentati, tra i cappotti con i volumi amplificati, i completi di velluto e le giacche portate con i lupetti e i jeans svasati. “Ho sempre creduto che la moda sia un modo per esprimere la propria personalità, e che i capi classici possano essere reinventati per adattarsi a qualsiasi stile”, ha detto il giovane stilista che disegna anche Whoolrich. “Oggi l’abbigliamento formale maschile è cambiato”, conferma Giovanni Bianchi, AD e direttore ufficio stile Lubiam, azienda mantovana cui fanno capo i marchi menswear Luigi Bianchi e L.B.M. 1911. “Il tempo della moda è un tempo sempre più veloce, ci troviamo sempre a correre, a fare una collezione, lanciarla e ricominciare subito da capo a pensare la successiva: il consumatore ha voglia di proposte e noi dobbiamo raccogliere la sfida. L’uomo è pronto ad approcciare tonalità nuove, la giacca deve essere comoda come un maglione ma fornire un’immagine elegante. Tanto lavoro è stato fatto sia sui materiali che sulla costruzione degli abiti”, spiega. Ecco allora che la nuova collezione Luigi Bianchi A7I 24-25 si caratterizza per i toni chiari, dai bianchi al nocciola, e per i filati caldi e pregiati come il cachemire e l’alpaca. Pezzo chiave: il cappotto.

L’utilizzo sapiente di filati pregiati come il merino pettinato e le lane cardate soft, tra cui misto alpaca e misto cashmere, è il cuore anche del lavoro di Alpha Studio che con questa collezione dà un tocco rock e molto giovane al suo stile. Anche il ritorno – direttamente dagli anni ’70/’80 – del cardigan in versione twin set con il lupetto è assolutamente contemporaneo e pronto a conquistare le Gen Z. Così come le felpe in maglia con cappuccio e i dolcevita optical in bianco e nero. La ricerca di nuove forme e materiali, l’attenzione alla qualità e la valorizzazione del Made in Italy sono i temi al centro del lavoro di Cortigiani, che ha presentato a Pitti Uomo la sua nuova collezione A/I 2024-25: “La nostra è una selezione di prodotti ricercati, che vanno a comporre un guardaroba maschile attento ai dettagli. Il ‘nostro uomo’ usa sceglie la qualità piuttosto che il brand, vuole essere anche comodo ma è sempre attento alla sartorialità”, ci spiega Roberto Ziero, CEO del brand nato nel padovano nei primi anni 80 e presente oggi in oltre 70 negozi in Europa, mentre si appresta ad inaugurare a Milano la sua seconda boutique monomarca in Italia.

Visione e passione, con un impegno incessante per la ricerca e la qualità, sono le caratteristiche fondamentali che uniscono Tod’s e Automobili Lamborghini nella loro nuova collaborazione: i due brand si sono uniti per creare una scarpa di design, una nuova versione dell’iconico Tod’s Gommino ispirata alle linee e ai colori grintosi della casa automobilistica bolognese. La collezione in pelle impuntata a mano per uomo e donna è stata presentata proprio nei giorni di Pitti con un esclusivo cocktail alla Leopolda, con le auto sportive e gli artigiani al lavoro sulla nuova collezione a prendersi la scena. Tanta grinta anche da District People, il brand di eyewear nato dalla fusione delle influenze cosmopolite di Roma e Miami nel 2019, che porta con sé un’estetica urbana unica e un forte legame con le atmosfere delle grandi città. Guidato dalla visione del designer Samuel Djerbi, District People realizza collezioni di occhiali da sole che sono veri e propri tocchi di stile, più che semplice accessorio. I modelli hanno un design avveniristico e montature in materiali all’avanguardia come il titanio, ispirate all’architettura contemporanea e alla cultura pop. Pop come lo stile di American Vintage, il brand francese ispirato allo stile made in Usa che per primo ha portato in Europa l’accoppiata t-shirt bianca e jeans: a Pitti ha presentato la nuova collezione, nell’attesa di aprire il nuovo store proprio a Firenze.

A proposito di accessori, la storica pelletteria Il Bisonte ha continuato il suo omaggio a Firenze, la città in cui il brand è nato nel 1970, con una collezione di borse, zaini e complementi i cui nomi attingono direttamente all’onomastica della tradizione fiorentina. Merita infine una menzione speciale Keeling, il marchio che utilizza lo speciale brevetto per la tintura dei capi che salvaguarda gli oceani: “Abbiamo sviluppato questo nuovo brevetto che permette di risparmiare il 95% di acqua e il 92% di energia rispetto ai metodi di tintura tradizionale, ma soprattutto che ci consente di tingere senza l’uso di sale, che è proprio l’elemento chiave che trattiene tutti gli inquinanti e rende più difficile lo smaltimento di un capo”, ci spiega il suo fondatore.

Adesso il testimone passa a Milano, dove Gucci dà ufficialmente il via al lungo weekend di sfilate della Moda Uomo.

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