Il via libera all’apertura dei negoziati di adesione con l’Ucraina non è arrivato gratis. Giovedì, subito dopo l’ok, il premier ungherese Viktor Orbán – il leader Ue più vicino a Vladimir Putin – ha posto il veto in Consiglio europeo sull’approvazione del bilancio pluriennale e sull’invio di cinquanta miliardi di euro di aiuti a Kiev. “C’è stato un forte sostegno da parte di 26 Stati membri all’ultima versione del negobox del Quadro finanziario pluriennale. Ma l’Ungheria ha ripetuto chiaramente che non permetterà nuovi soldi per l’Ucraina né il pagamento degli interessi di NextGenerationEU”, ha spiegato un fonte diplomatica. “Riepilogo della nottata: veto sui soldi extra all’Ucraina, veto sulla revisione del Qfp. Torneremo sulla questione l’anno prossimo nel Consiglio europeo dopo un’adeguata preparazione”, rivendica Orbán sui social. Poi, in un’intervista radio, chiarisce qual è la posta in gioco: l’assegnazione all’Ucraina della quota di fondi Ue bloccati per le violazioni allo Stato di diritto. “Ho sempre detto che se qualcuno vuole modificare il bilancio, allora è una grande opportunità per l’Ungheria per chiarire che deve ottenere ciò a cui ha diritto. Non la metà, o un quarto”, dice. A quanto si apprende, per chiudere i negoziati sulla revisione del bilancio sarà convocato un vertice straordinario a inizio 2024, tra gennaio e febbraio.

La vicenda è un altro duro colpo per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che questa settimana, nonostante il viaggio a Washington, non è riuscito a convincere il Congresso Usa ad approvare un pacchetto di fondi bloccato da settimane. Ma il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, cerca di “lanciare un messaggio positivo e rassicurante”: “Abbiamo strumenti per garantire la nostra affidabilità, gli ucraini possono contare sul nostro sostegno“, dichiara. Giovedì l’organo aveva deciso di avviare i negoziati di adesione con l’Ucraina e la Moldavia, superando a sorpresa una lunga impasse dovuta proprio al veto di Orbán. A dare l’ok sono stati 26 Stati membri su 27: il primo ministro ungherese non era presente in sala e non ha delegato nessuno, scegliendo consapevolmente di non partecipare al voto e permettendo così l’approvazione. “Un’assenza prestabilita e costruttiva”, l’ha definita una fonte del Consiglio. Subito dopo però il leader di Budapest si è espresso sui social: l’avvio dei negoziati “è una pessima decisione” e “l’Ungheria non vuole partecipare a questa cattiva decisione”, ha scritto. Solo poche ore prima aveva ribadito la sua contrarietà: l’adesione, aveva detto, “è un processo basato sul merito, giuridicamente dettagliato, che ha delle precondizioni. Ce ne sono sette per l’Ucraina e anche nella valutazione della Commissione europea tre su sette non sono state raggiunte, per cui non c’è motivo per negoziarla”. Nella riunione di giovedì il Consiglio ha avviato anche i negoziati con la Georgia, mentre le trattative con la Bosnia-Erzegovina, è stato comunicato, verranno aperte “una volta che sarà raggiunto il necessario grado di rispetto dei criteri”.

Nella notte Zelensky ha festeggiato la svolta con un messaggio su Telegram: “È stata presa la decisione di avviare i negoziati di adesione all’Ue. Questo passo sarà seguito da quelli successivi. Si tratta di un lavoro enorme: integrare lo Stato, tutte le istituzioni, tutte le norme nell’Unione Europea. Ma lo faremo. L’Ucraina ha dimostrato più volte di cosa siamo capaci. Ci sarà un’altra decisione vittoriosa: arriverà il momento in cui potremo festeggiare l’adesione dell’Ucraina all’Ue”. E ha aggiunto: “Molte persone in Ucraina sono ora di buon umore, e questo è importante, è una motivazione. E mi congratulo con tutti voi… tutti gli uomini e le donne che hanno combattuto e stanno combattendo per l’Ucraina, che ora sono in combattimento, che stanno difendendo la libertà dell’Ucraina, che stanno aiutando i nostri guerrieri curando, addestrando, portando armi, producendo armi. Tutto ciò che stiamo ottenendo non sarebbe stato possibile senza l’eroico coraggio del nostro popolo, della nostra nazione, che ispira il mondo intero. Qualunque cosa accada, stiamo lavorando, combattendo e costruendo la forza dell’Ucraina. Credete in voi stessi“.

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