Musica

Marrageddon, Marracash si consacra king del rap. Dalla Barona alla maturità, il racconto di uno show spartiacque per la scena hip-hop italiana

Il piatto forte del festival viene servito dalle 21.15 quando il rapper fa il suo ingresso sui 100 metri di palco, accompagnato dal corpo di ballo, sulle note di Badabum cha cha. È l'inizio di oltre due ore di spettacolo davanti a 85mila spettatori che ripercorrerà tutta la sua carriera. Tra gli ospiti anche Blanco, Madame e Lazza

di Andrea Tundo

L’hip-hop italiano da sabato sera ha un elefante nella stanza. Non è quello che appare sul palco poco dopo le 21 per dare il via al concerto del padrone di casa del Marrageddon, ma è il Marrageddon stesso. Perché questo festival del rap voluto da Marracash e consacrato da oltre due ore di suo show, apice di una maratona iniziata nel primo pomeriggio che ha raccolto 85mila persone all’ippodromo La Maura di Milano, è una sorta di spartiacque per il genere musicale in Italia.

La lunga giornata mette insieme numeri da big e serve a incoronare Marracash, al secolo Fabio Rizzo, come il “king del rap”, profezia autoavverante di qualche anno fa. Il piatto forte dello spettacolo dentro un ippodromo inzuppato dalla pioggia pomeridiana viene servito dalle 21.15 quando il rapper della Barona fa il suo ingresso sui 100 metri di palco, accompagnato dal corpo di ballo, sulle note di Badabum cha cha. Sui ledwall alle sue spalle compare l’elefante protagonista del video della hit che, all’epoca, venne realmente portato nel quartiere periferico di Milano. E finì, sull’onda travolgente del successo del brano, per trascinare Marracash fuori dal giro strettamente street del genere.

Quasi scontato che il gran finale del Marrageddon si apra su quelle note dando il là a un inizio di show incentrato sulla prima parte di carriera con qualche sconfinamento più fresco, come Rapper/Criminale sulle cui note Marracash saluta Baby Gang, il trapper finito nei guai per una sparatoria nel luglio 2022, con tanto di invito a non giudicare “le vite degli altri se non ci siete dentro”. Nulla di molto dissimile da tante storie della Barona, raccontate nei suoi brani (a iniziare da Noi, assente in scaletta) e realmente svoltate di qua o di là in un attimo. Il quartiere è più volte protagonista nella prima mezz’ora dell’esibizione tra ringraziamenti “per avermi formato”, insieme alla famiglia omaggiata con ritagli di foto che scorrono sugli oltre 1000 metri quadri di ledwall, palcoscenico di un visual-show di alto livello per tutta la serata.

Il viaggio dentro la carriera prosegue col lungo duetto tra Marra e Guè, collega e amico “grazie al quale sono qui”. Dentro c’è tutto il meglio di Santeria, album di coppia del 2016, compresa Scooteroni, canzone che porta i due a presentarsi sul palco in sella a un TMax per la parentesi tamarra di un lunghissimo featuring chiuso da ∞Love. Abbracci e ringraziamenti per ricordare che “non conta nada se tu non sei con me”, nonché canzone-ponte perfetta per arrivare nella terza e ultima parte dello show, quella più intima con al centro Persona e Noi, Loro, gli altri, i due album che ne hanno tratteggiato la maturità fino a spingere il rap, il suo rap, alla conquista della Targa Tenco.

Marra apre mettendosi da parte e lasciando a Mahmood l’esecuzione di Io, uno dei brani più raffinati degli ultimi anni in Italia. Poi è tutto un crescendo: Body Parts-I denti eseguita volando (letteralmente) sopra il palco, quindi due hit come Crazy Love e Bravi a cadere-I polmoni e il ritorno all’hip hop crudo di Pagliaccio, accompagnato dal tenore Cristobal Campos. Tra Cosplayer, Dubbi, Laurea ad honorem e Supreme-L’ego, sul palco trovano posto Blanco e Madame per accompagnarlo in Nemesi e L’anima, oltre a Lazza e Paky per Sport-I muscoli.

Poi si riprende la scena in solitario per il gran finale con la sofferta Crudelia-I nervi, partorita in un “momento molto difficile della mia vita”, e un distillato purissimo di rap come 64 barre di paura. È il gran finale per stampare nella testa degli 85mila il talento poliedrico del “king”. Sabato si replica a Napoli con un altro sold-out. Dopo aver portato un vero pachiderma alla Barona, grazie ai numeri del Marrageddon, Marra ha piazzato un altro elefante, questa volta metaforico, nella stanza dell’hip-hop italiano alzando il livello dello show e del confronto per chi verrà.

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