Gli psychologue de l’Éducation nationale in Francia, gli schulpsychologen in Germania o gli psicólogos escolares in Portogallo. La figura degli psicologi scolastici è da anni presente in tutti i paesi europei, tranne che in Italia, dove la discussione è arenata da anni. Seppur ogni stato abbia un suo modello organizzativo per quanto riguarda il sistema educativo e i percorsi di formazione professionale, le diverse leggi nazionali sugli psicologi scolastici concordano sull’obiettivo generale: garantire il diritto alla salute mentale fin dalla giovane età. Le politiche locali possono pianificare diversamente il servizio, ma resta la volontà di affiancare gli studenti nel momento più critico della loro crescita individuale. Quando si acuiscono i disagi e la società impone loro di fare delle scelte importanti.

Francia – In Francia, lo psychologue de l’Éducation nationale (PsyEN) ha una storia antica. Immaginata come un volano per la democratizzazione del sistema educativo, la psicologia scolastica era già presente nel piano di riforma dell’istruzione ideato dai due intellettuali Paul Langevin e Henri Wallon, nel 1946. Il “piano Langevin-Wallon” diventerà un modello per le leggi successive che, a partire dagli anni ‘60, regolamenteranno la figura professionale dello psicologo scolastico. Ora gli PsyEN sono impiegati direttamente dal ministero dell’Istruzione. Supportano studenti, genitori e personale scolastico nei momenti di necessità, attraverso valutazioni e consulenze, sia individuali che di gruppo, e collaborano con gli insegnanti per favorire l’apprendimento e il benessere degli alunni. Inoltre, hanno un ruolo importante nell’orientamento scolastico e professionale dei giovani, affiancandoli nel processo di inserimento nella società.

Germania – L’organizzazione degli schulpsychologen tedeschi, introdotti in modo più strutturato a partire dagli anni ‘70 e ‘80, è diversa a seconda del Land in cui operano. Non in tutti gli stati federali, infatti, è obbligatorio mettere a disposizione dei servizi di psicologia scolastica. Questo nonostante negli anni molte campagne politiche e civiche abbiano chiesto che venisse definita una regolamentazione a livello nazionale. Soprattutto dopo i massacri avvenuti nelle scuole di Erfurt, di Emsdetten e di Winnenden tra il 2002 e il 2009, nei quali il disagio mentale di tre studenti esplose in atti violenti che causarono la morte di decine di persone. In alcuni stati, come il Baden-Württemberg, il Saarland o la Baviera, l’assistenza è garantita attraverso servizi psicologici scolastici comunali. In altri, come nella Renania Settentrionale-Vestfalia, il Land tedesco più popoloso, psicologi statali e municipali si affiancano in istituzioni cittadine di grandi dimensioni, come quelle presenti a Colonia, Düsseldorf o Münster.

Portogallo – “È impossibile pensare alla scuola senza psicologi, non esiste un sistema educativo che funzioni correttamente senza questi professionisti”, ha affermato il ministro dell’Istruzione portoghese, João Costa, ospite alla sessione di apertura dell’ultimo Congresso dell’Ordine degli psicologi nazionale. L’introduzione degli psicólogos escolares nel sistema scolastico portoghese risale già a metà degli anni ‘80. La classe politica del Paese ha il merito di aver riconosciuto la necessità di promuovere il benessere degli studenti, e il loro successo accademico e personale, anche attraverso l’assistenza psicologica. Pochi anni più tardi, con un legge del 1991, sono nati i Servizi di psicologia e orientamento (Spo), unità specializzate nel sostegno educativo, integrate nella rete scolastica. Il loro intervento è incentrato su una prospettiva sistemica che mira al benessere socio-emotivo del giovane, coinvolgendo anche la famiglia e la comunità educativa. Per assicurare il sostegno psicopedagogico necessario, gli Spo investono molto nella prevenzione, portando avanti campagne di promozione dell’educazione alla salute mentale. Inoltre, come tutti i loro colleghi sparsi per l’Europa, gli psicólogos escolares sostengono gli studenti nell’orientamento scolastico e professionale.

In Italia, l’aggressione subita dalla professoressa dell’istituto Alessandrini di Abbiategrasso, nel Milanese, ha fatto nuovamente emergere il problema della mancanza di supporto psicologico nelle scuole. Per il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è arrivato il momento di riflettere sulla regolamentazione di una figura professionale specifica, che possa operare negli istituti. Nel frattempo, però, i fondi destinati all’assistenza psicologica nelle scuole non sono stati rinnovati e in Italia manca ancora una legge che introduca in modo strutturale gli psicologi nel sistema scolastico. Un ritardo che allarga ulteriormente il divario con il resto del continente.

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Tornato a insegnare, ho trovato una scuola ancor più sofferente: il sistema va rivisto, ecco come

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Psicologo a scuola: l’Italia ancora non ce l’ha obbligatorio (a differenza dell’Ue). E i pochissimi fondi sono già stati interrotti

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