“Per il 2023 le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del prodotto intorno all’1%”. Lo ha detto il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, presentando le annuali Considerazioni finali della banca centrale. Il dato è in linea con le previsioni del Fondo monetario internazionale (+ 1,1%) e al di sotto di quelle del governo. Pochi giorni fa il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di una crescita all’1,4%” anche se la Germania è in recessione”. Stamane l’Istat ha rivisto al rialzo il dato sulla crescita economica del primo trimestre ma gli indicatori relativi ai tre messi successivi sinora raccolti lasciano presagire un rallentamento. Visco sottolinea come “nell’affrontare le conseguenze della guerra in Ucraina, così come nell’uscita dalla pandemia, l’economia italiana ha mostra una confortante capacità di reazione“. Il governatore osserva nella nostra economia “segnali incoraggianti che vanno rafforzati, superando quei ritardi che ancora impediscono alla nostra economia di dispiegare appieno le proprie potenzialità”. Il governatore ha continuato: “La pandemia ha colpito il Paese quando esso non aveva ancora pienamente recuperato i danni inferti da una duplice crisi, quando ancora l’introduzione lenta e frammentata delle necessarie riforme stentava a sciogliere i nodi che frenano il nostro sviluppo. Ma l’Italia ha superato questa terza gravissima crisi, così come lo choc energetico seguito all’aggressione russa dell’Ucraina, meglio di quanto ci attendevamo”. Questo ha spiegato Visco “ora ci impone di rafforzare il nostro posizionamento internazionale”.

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“Sulle capacità di crescita della nostra economia grava un sistema tributario complesso, su cui si è spesso intervenuti senza un disegno organico. Una ricomposizione del prelievo che riduca il peso della tassazione sui fattori produttori può stimolare l’occupazione e gli investimenti”, afferma il governatore della Banca d’Italia, sottolineando però anche che “nessun intervento può realisticamente prescindere dai vincoli posti dal nostro elevato pubblico né dai principi di progressività e capacità contributiva sanciti dalla Costituzione” . In altre parole l’ennesima bocciatura della flat tax ad aliquota unica molto cara al leader della Lega Matteo Salvini.

Inflazione e perdita di potere d’acquisto “Il ritorno dell’inflazione su livelli in linea con l’obiettivo sarà più rapido e meno costoso se tutti – imprese, lavoratori e governi – contribuiranno a questo fine, rafforzando l’efficacia dell’indispensabile ancorché equilibrata normalizzazione monetaria”, dice il governatore. Sinora il costo dell’inflazione è stato supportato soprattutto dai lavoratori dipendenti il cui potere d’acquisto, solo nell’ultimo anno è sceso di circa il 10%. La Banca centrale europea (di cui Visco è uno dei membri del consiglio direttivo) ha messo in evidenza come stia molto incidendo l’inflazione da profitti aziendali. Le imprese hanno alzato i prezzi in misura maggiore rispetto ai costi accrescendo così i loro utili e fornendo un’ulteriore spinta all’inflazione. Visco nei mesi scorsi si è però sempre detto contrario ad aumenti salariali per compensare la perdita di potere d’acquisto adducendo il rischio che si inneschi una “spirale prezzi salari” di cui, secondo la Bce, per ora non c’è traccia. Il governatore aggiunge che per la politica monetaria “l’orientamento deve continuare a essere definito in modo da garantire un rientro progressivo, ma non lento dell’inflazione verso l’obiettivo”. E’ quindi importante “tenere la barra dritta della risposta monetaria, ma con la gradualità necessaria per l’incertezza ancora non dissipata”.

Salario minimo e contratti adeguati – “In molti casi il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate; la quota di giovani che dopo cinque anni si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20%”. E’ il dato riportato dal governatore che aggiunge “troppi, non solo tra i giovani non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate”. Visco segnala anche una crescita, ora ad una quota del 30%, dei lavoratori con retribuzioni annue particolarmente basse, sotto il 60% della media di 11.600 euro l’anno. – “Come negli altri principali paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale”. Lo dice il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco precisando che “troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate”.

Servono più immigrati – Anche nell’ipotesi di un progressivo aumento dei tassi di attività dei giovani e delle donne “nei prossimi venti anni la crescita economica non potrà contare su un aumento endogeno delle forze di lavoro”. Lo afferma Ignazio Visco suggerendo che “gli effetti del calo della popolazione nell’età centrali potranno essere mitigati nel medio periodo, oltre che da un allungamento dell’età lavorativa, solo da un aumento del saldo migratorio”.

I nodi Pnrr e Mes – Il banchiere centrale ha poi fatto il punto sullo stato di attuazione dei lavori finanziati con i fondi del Pnrr. L’Italia è il paese che ha concordato le elargizioni più ampie: 191 miliardi di euro, di cui 122 in forma di prestiti e altri 69 in trasferimenti. Roma attende ora l’erogazione della terza rata da 19,5 miliardi i cui tempi si stanno allungando. Anche se sul Pnrr “miglioramenti sono possibili”, tuttavia “non c’è tempo da perdere”, ha puntualizzato Visco ricordando che il Piano “rappresenta un raro, e nel complesso valido, tentativo di definire una visione strategica per il Paese”. E’ quindi “cruciale dare attuazione all’ambizioso programma di riforme, da troppo tempo attese, in esso contenuto”. Secondo Visco per eventuali modifiche “un confronto continuo con la Commissione è assolutamente necessario nonché utile e costruttivo”.

Arriva anche l’ennesimo richiamo sulla riforma del Mes, ratificata da tutti i paesi euro ad eccezione dell’Italia. La discussione parlamentare sul fondo salva stati è stata fissata per il prossimo 30 giugno. “Non si può non sottolineare infine la necessità di portare a compimento l’unione bancaria (di cui il Mes è uno dei tasselli, ndr), attraverso una revisione dell’attuale disciplina di gestione delle crisi nonché l’istituzione di uno schema unico di garanzia dei depositi”, dice il governatore sottolineando come “i recenti fenomeni di instabilità osservati al di fuori dell’Unione europea mostrano chiaramente l’importanza di raggiungere questi obiettivi”. “Non appena sarà pienamente operativa la sua riforma – aggiunge – il Mes potrà svolgere un ruolo importante fornendo una rete di sicurezza finanziaria al fondo di risoluzione unico”.

Le reazioni – “Messaggio per il governo Meloni, che continua a fare orecchie da mercante. Secondo le considerazioni finali del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco il salario minimo risponde ‘a non trascurabili esigenze di giustizia sociale in un contesto in cui ‘troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate. La nostra proposta di legge per introdurre un salario minimo legale contro le paghe da fame arriva finalmente in Aula, alla Camera, il 23 giugno. Facciamoci sentire. Il 17 giugno saremo in piazza a Roma per dire #bastaviteprecarie”, scrive su Facebook il presidente del M5S Giuseppe Conte.

“Il salario minimo credo debba essere utilizzato secondo le regole europee che dicono che bisogna dar vita a un salario minimo fissato per legge soltanto dove non c’è una contrattazione collettiva con una percentuale oltre l’80%. In Italia siamo a circa il 90% quindi è più vantaggioso per i lavoratori avere un salario fissato dalla contrattazione collettiva. Per quella parte che non ce l’ha bisogna utilizzare il salario minimo della contrattazione collettiva”, replica però il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. D’accordo con il governo la Cisl. “La relazione del governatore “ha messo, tra l’altro, in giusta evidenza una questione salariale rovente, ulteriormente aggravata dall’inflazione che invoca la costruzione comune di una nuova ed efficace politica dei redditi fondata sulla centralità delle relazioni sociali e industriali”, sottolinea il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, rimarcando che il salario minimo si faccia estendendo i contratti nazionali.

“La relazione di oggi rafforza la necessità di riforme che vadano verso la direzione di riqualificare il lavoro: basta precarietà, bisogna aumentare i salari, una vera riforma fiscale che non vada verso la flat tax e una vera lotta alla precarietà, i giovani devono avere un futuro perché usano la loro intelligenza per cambiare il Paese”, ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini.

“Perfino il governatore di Bankitalia riconosce che il salario minimo è utile per la giustizia sociale, e aggiunge pure che troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate. Insomma la precarietà sta distruggendo un’intera generazione e ingrassando solo pochi”, scrive su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. “Sono contento del riferimento del governatore Visco al salario minimo perchè c’è la consapevolezza che la Banca d’Italia fa studi molto informati e parla del 30% di lavoratori sotto il 60% del reddito mediano, in pratica sotto la soglia della povertà. Noi con l’Inps diciamo da molti anni che ci sono 4,5 milioni di lavoratori sotto i 1.000 euro lordi al mese, 9 euro lordi l’ora”, dice il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.

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