Nadal e il Roland Garros, il Roland Garros e Nadal. Un’associazione diventata automatica, non potrebbe essere altrimenti per uno che ha vinto questo torneo 14 volte nelle ultime 18 edizioni. Un esito però che quest’anno non potrà ripetersi. L’assenza di Nadal a Parigi espone il torneo all’imprevedibilità più completa, anche perché Djokovic non è al meglio della forma e Alcaraz, dopo gli Internazionali d’Italia, appare tutt’altro che imbattibile. E quindi ecco una chance per i vari Medvedev, Tsitsipas, Auger-Aliassime e anche per il nostro Jannik Sinner. Com’è il Roland Garros senza Nadal? Non so le ricorda quasi più nessuno. Per rispondere bisogna tornare indietro di 19 anni.

Non c’è ancora Nadal (fermato da un infortunio alla vigilia della stagione su terra), ma l’edizione 2004 del Roland-Garros ha i suoi favoriti. In particolare uno, Roger Federer. L’elvetico da tre mesi è diventato numero 1 del mondo e ha vinto il primo Slam dell’anno in Australia. Ma non c’è solo lui. Tanti guardano anche all’argentino Guillermo Coria, vincitore a Montecarlo, al campione in carica Juan Carlos Ferrero, a Carlos Moya (vincitore a Parigi nel 1998). E poi c’è Gaston Gaudio, 26enne di Buenos Aires, 175 centimetri per 70 chilogrammi. Per trovarlo in classifica c’è da scendere però fino al numero 44 del mondo.

Che possa essere un’edizione sorprendente se ne ha sentore fin dal secondo turno. Il numero 2 del mondo Andy Roddick viene sconfitto dallo sconosciuto francese Olivier Mutis, mentre il difensore del titolo Ferrero cede contro il russo Igor Andreev. Un 6-4 6-2 6-3 che lascia senza parole il Philippe Chatrier. Ma il vero choc arriva al terzo turno, quando un redivivo Gustavo Kuerten (tre volte campione a Parigi) elimina Roger Federer con un triplo 6-4. Le precoci eliminazioni dello svizzero e di Ferrero aprono la parte alta del tabellone: Nalbandian, Lleyton Hewitt, Kuerten arrivano puntuali ai quarti di finale. Insieme a loro c’è anche Gaudio, al termine di un percorso non privo di difficoltà, due vittorie al quinto nei primi due turni (6-2 2-6 4-6 6-3 6-2 contro Guillermo Canas e 2-6 6-4 6-4 5-7 6-3 contro Jiri Novak).

La parte bassa del tabellone invece registra il dominio di Coria. Nikolay Davydenko, Juan Monaco e Mario Ancic sono messi in fila in tre rapidi set. Il quarto di finale contro Moya non tradisce le attese ma anche lo spagnolo cede per 3 set a 0. L’unico a strappare un parziale è il meno terraiolo incontrato lungo il cammino, Tim Henman in semifinale, ma alla fine anche lui non può nulla. Insomma, per tutti ormai il primo titolo Slam di Guillermo Coria è solo una formalità. Ma torniamo a Gaudio. Tra quarto e semifinale gioca il suo miglior tennis nel torneo, Hewitt viene estromesso con un nettissimo 6-3 6-2 6-2, Nalbandian invece resiste solo poco di più, 6-3 7-6 6-0. Sarà Coria contro Gaudio: il 6 giugno 2004 un argentino tornerà ad alzare per la seconda volta la Coppa dei Moschettieri Guillermo Vilas nel 1977.

Ventiquattro minuti. Tanto dura il primo set giocato da Coria. Un 6-0 imbarazzante a Gaudio, entrato in campo troppo intimorito da un contesto e da un avversario che pare essere enormemente superiore a lui. L’avvio choc indirizza anche il secondo set, chiuso da Coria con il netto punteggio di 6-3. Sul Philippe Chatrier il terzo parziale appare come una formalità, eppure è qui che il ragazzo di Rufino, chiamato “il mago”, si inceppa: le sue gambe diventano di legno, il suo gioco perde di incisività e Gaudio, che è un lottatore, percepisce subito che qualcosa è cambiato, che l’inerzia sta passando dalla sua parte. A dargliene conferma è il 6-4 con cui riapre la partita. Spinto dall’entusiasmo, Gaudio incamerare facilmente anche il quarto, 6-1, trascinando la sfida, incredibilmente, al set decisivo.

E qui Coria, in preda alla paura e ai crampi alla gamba sinistra, butta via l’occasione della vita, perché va a servire per il match sul 6-5, si procura due match-point, li spreca, si fa contro-brekkare e infine perde la finale che doveva vincere ad occhi chiusi, 8-6, dopo 3 ore 31 minuti di battaglia. Per Gaston Gaudio sarà l’unico acuto in uno Slam, prima dell’anonimato tennistico. Un onore che però vale una carriera e che non toccherà mai a Coria. È troppo tardi, sta per arrivare Rafael Nadal.

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