“Purtroppo, quest’anno abbiamo deciso di annullare il ricevimento diplomatico, poiché non vogliamo offrire una piattaforma a qualcuno le cui opinioni contraddicono i valori rappresentati dall’Europa“. La delegazione europea ha deciso, dopo una riunione in via “eccezionale” degli ambasciatori dei 27 per decidere il da farsi, di annullare il ricevimento diplomatico a Tel Aviv in occasione della giornata dell’Europa, dove era stata annunciata la presenza del controverso ministro per la Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir, esponente dell’estrema destra e leader del partito Otzma Yehudit (considerato il successore ideologico del partito sionista Kach, sciolto dal governo israeliano nel 1994 perché considerato un gruppo terroristico). Colono nella Cisgiordania occupata da Israele, Ben-Gvir è nato nel 1976 da immigrati ebrei iracheni e fin dall’adolescenza si è avvicinato al movimento sionista estremista Kach, considerato oggi un’organizzazione terroristica. Nel 1995, dopo gli Accordi di Oslo, minacciò pubblicamente l’allora primo ministro Yitzhak Rabin che, due settimane dopo, venne assassinato da un estremista sionista.

Il portavoce per gli Affari esteri della Commissione europea, Peter Stano, rispondendo a una domanda nel briefing quotidiano con la stampa, ha dichiarato che, rispetto alla volontà di Ben Gvir di volere presenziare alla cerimonia, “ci stiamo consultando internamente e anche con i nostri Stati membri su come gestire questa situazione, perché non approviamo le opinioni politiche di Ben Gvir, non approviamo le opinioni politiche del suo partito, perché sono in contraddizione con tutti i valori e i principi che l’Unione europea ha stabilito”. In ogni caso, fa sapere su twitter la delegazione, “l’evento culturale della Giornata dell’Europa per il pubblico israeliano sarà mantenuto per celebrare con i nostri amici e partner in Israele il rapporto bilaterale forte e costruttivo”. Da parte sua Ben Gvir ha commentato indignato la decisione di Bruxelles: “È una vergogna che l’Unione Europea, che afferma di rappresentare i valori di democrazia e multiculturalismo, chiuda poco diplomaticamente le bocche”, ha detto, citato da Times of Israel. “Per me è un onore e un privilegio rappresentare lo stato d’Israele, gli eroici soldati e il popolo d’Israele in ogni evento. Gli amici sanno come esprimere le critiche e i veri amici sanno anche come prenderle”, ha aggiunto.

Già nelle ore che hanno preceduto la decisione, il quotidiano israeliano Haaretz aveva raccontato dell’imbarazzo che la presenza di Ben Gvir aveva suscitato tra gli ambasciatori, mentre l’emittente Channel 13 parlava della possibilità che l’Ue cancellasse tutti i discorsi all’evento. Cosa della quale anche Israele era stato informato. “Vi è un’ampia gamma di possibili risposte, dal non partecipare all’evento, fino a partecipare ignorando il discorso di Ben Gvir. Tutte le opzioni sono sul tavolo”, aveva detto un diplomatico europeo, spiegando che si cercherà oggi di concordare una risposta comune a “questa provocazione”. C’era anche l’ipotesi di mandare al ricevimento solo i numeri due delle ambasciate. L’insistenza di Ben Gvir a partecipare all’evento, nota Haaretz, avrebbe costretto l’Ue a confrontarsi con la presenza dell’estrema destra nel governo Netanyahu. Finora, ha spiegato un diplomatico, la linea della maggior parte dei paesi europei, e della stessa Ue, è stata di cooperare con gli elementi più moderati del governo israeliano, ignorando l’estrema destra. “Ben Gvir costringe l’Ue a metter fine a questo approccio e rispondere”, spiega il diplomatico.

Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, che la settimana scorsa è stato in visita al quartier generale Ue a Bruxelles, non poteva andare all’evento per la festa dell’Europa perché in viaggio in India. Quando si è saputo che sarebbe andato Ben Gvir diversi paesi Ue hanno chiesto che si scegliesse un altro nome. Ma il leader di Otzma Yehudit si è rifiutato di fare un passo indietro e aveva fatto sapere anche che intendeva criticare nel suo discorso l’atteggiamento europeo verso il conflitto israelo-palestinese. Molti ambasciatori temevano che Ben Gvir volesse usare l’evento per legittimarsi a livello internazionale.

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