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Aurora Ramazzotti: “Fino all’ultimo ho voluto pensare che sarebbe andato tutto liscio, ma il parto è stato molto complicato”

Il prossimo 30 aprile, infatti, il suo primogenito Cesare Augusto compirà un mese ma il ricordo del parto è ancora vivido

di F. Q.

“In gravidanza ero molto stanca. Ogni volta che qualcuno mi chiedeva come stessi e lo dicevo la risposta era ‘Vedrai vedrai, sarai ancora più stanca dopo!’. È passato quasi un mese e sto ancora aspettando di sentirmi più stanca che in gravidanza come mi dicevano”. Esordisce così Aurora Ramazzotti in una serie di storie pubblicate su Instagram in cui tira le somme di questo suo primo mese da mamma, togliendosi con l’occasione anche qualche sassolino dalla scarpa. Il prossimo 30 aprile, infatti, il suo primogenito Cesare Augusto compirà un mese ma il ricordo del parto è ancora vivido: “A ridosso del parto mi chiedevano se avessi paura. Io non ne avevo molta, forse stupidamente, e fino all’ultimo ho voluto pensare che sarebbe andato tutto liscio. Che sarebbe stato bello. Rispondevo sempre di no, che volevo pensare positivo. E sentivo una quantità di storie catastrofiche non richieste da far venire il mal di testa a chiunque. Il mio parto è stato molto complicato, ma lo ricordo comunque come uno dei momenti più incredibili della mia vita“, confida ai fan.

Quindi prosegue: “Ora, quando mi chiedono come sta il mio bimbo, rispondo ‘bene, è bravissimo!’ 9 volte su 10 la reazione è: ‘ahhh vedrai, vedrai, all’inizio sono tutti bravi. È dopo il problema!’. Nessuno si tiene la propria esperienza negativa per sé. Come se ogni esperienza debba essere necessariamente la stessa. E’ come se ci fosse qualcosa di confortante nel sapere che qualcun altro possa vivere il tuo stesso disagio“. Poi, in un’ultima storia, riflette: “Una cosa che tutto questo mi ha insegnato è avere rispetto della delicatezza di certe situazioni. Non ci avevo mai pensato prima, finché non lo vivi non lo sai. Ma ora prima di raccontare la mia esperienza a qualcuno che deve ancora attraversare quella fase mi accerto sempre che quel qualcuno sia pronto ad accoglierla. Perché non sai mai quali paure il tuo interlocutore possa avere. Nella delicatezza di certe cose meglio essere sicuri. Solo un pensiero. Dalle esperienze si trae insegnamento. Il mio è stato chiedermi ‘chissà se questa cosa la faccio anche io’ e dopo farci caso. Spesso mi becco a farlo ancora. Ma pian piano si impara”.

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