L’incontro è avvenuto dopo la svolta da una curva cieca. È stato in quel momento che si sono ritrovati faccia a faccia. Andrea Papiritrovato morto giovedì, dopo essere scomparso la sera prima – stava scendendo di corsa dal monte Peller per far rientro a casa, dove era atteso per cena. Ed è stato lì che si è ritrovato a tu per tu con l’orso, secondo l’ipotesi sempre più plausibile che dovrà essere confermata dall’autopsia in programma oggi. È iniziata la lotta e Papi, 26 anni, è stato ferito al braccio, al ventre e al collo. Un attacco fatale, dal quale Papi ha provato a difendersi con un bastone.

Tutto inutile, perché l’animale – secondo una dinamica che verrà confermata durante l’inchiesta – lo ha artigliato e inseguito strappandogli anche i vestiti: maglietta e pantaloncini sono infatti stati ritrovati lontani dal corpo. La Procura di Trento, che ha aperto un fascicolo modello 45, senza notizia di reato, ha nominato un collegio di tre periti composto da un medico legale, un esperto di dna animale e un veterinario, chiamati a definire le cause della morte del giovane. Gli esperti dovranno chiarire se è stato un orso a uccidere il 26enne o se le lesioni presenti sul corpo sono successive al decesso. Nell’arco di un paio di giorni dovrebbero arrivare anche i risultati genetici sui campioni organici raccolti sul posto. Serviranno a dare un’identità all’orso che si trovava nella zona.

L’animale si sarebbe poi allontanato e, se la conferma arriverà dall’autopsia, partirà la caccia all’esemplare, uno dei venti che vivono in Val di Sole ma non è detto che non si tratti di un animale che si è spostato da altre valli. In Trentino sono in totale 120 gli esemplari censiti, un numero sempre crescente da quando è iniziato il ripopolamento – circa vent’anni fa – con il trasporto di due esemplari sloveni. La madre di Papi, Franca Ghirardini, ha parlato con i giornali locali sfogandosi: “Hanno voluto il morto, ora ce l’hanno”.

L’ultimo attacco prima di quello a Papi risale al 5 marzo, quando un plantigrado attaccò un escursionista lungo un sentiero sempre della Val di Sole. L’uomo, Alessandro Cicolini, venne morso alla testa e al braccio. A raccontare la dinamica fu il fratello, sindaco di Rabbi, riportando le parole di Cicolini: “L’ho visto arrivare dal bosco, velocissimo. Siamo rotolati tutti e due e lui non mollava la presa. Siamo caduti a qualche metro di distanza. Avevo il cuore che batteva a mille, lui mi ha guardato per qualche secondo, che per me è stato eterno, e poi se n’è andato'”.

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